Per i matrimoni gay, da destra

L'ex presidente del partito repubblicano degli Stati Uniti ha spiegato sul Wall Street Journal perché i conservatori dovrebbero cambiare linea

Ken Mehlman, ex leader del partito repubblicano statunitense dal 2005 al 2007, ha scritto un articolo sul Wall Street Journal in cui ha argomentato perché legalizzare i matrimoni per le coppie gay è una scelta giusta anche da un punto di vista conservatore.

Negli ultimi anni, negli Stati Uniti, ci sono state molte iniziative legislative a livello statale per dare più diritti agli omosessuali. Alcune di queste erano tra i referendum votati il 6 novembre scorso insieme all’elezione presidenziale: in Maine, Maryland e nello stato di Washington la proposta di legalizzare i matrimoni gay è stata approvata, mentre in Minnesota è stata bocciata quella di tornare a vietarli.

(La mappa dei matrimoni gay nel mondo)

In tutti i casi recenti, il partito repubblicano si è sempre schierato decisamente contro la concessione di maggiori diritti. Queste posizioni hanno però allontanato dal partito repubblicano una parte consistente dell’elettorato, in particolare tra i giovani. Secondo un’analisi riportata da Nate Silver, che è diventato molto celebre per le sue previsioni sulla vittoria di Obama, chi si riconosce omosessuale o bisessuale ha votato per Obama in circa tre casi su quattro.

Mehlman, 46 anni, parte proprio dall’osservazione che le ultime elezioni presidenziali sono state perse dai repubblicani perché questi non sono riusciti ad attirare i voti dei gruppi sociali e delle zone che stanno crescendo più rapidamente e attraversando i maggiori cambiamenti.

Alcuni interpretano male il tema della parità di diritti nel matrimonio, considerandola esclusivamente progressista. Ma cosa c’è di più conservatore di sostenere maggiore libertà e un ruolo minore per il governo? E quale libertà è più basilare del diritto di sposare la persona che si ama? Un ruolo del governo minore e meno intrusivo include sicuramente che un individuo decida chi sposare. Permettere il matrimonio civile per le coppie dello stesso sesso favorirà la stabilità delle comunità, incoraggerà la fedeltà e l’impegno e incoraggerà i valori della famiglia.

Mehlman ricorda poi com’è la situazione attuale dei diritti per le coppie omosessuali negli Stati Uniti, facendo un esempio molto efficace che gli serve per una riflessione più generale.

In 29 stati [la lista è qui], si può essere licenziati in base al proprio orientamento sessuale. I conservatori credono che gli individui vengano giudicati nel proprio lavoro in base al proprio rendimento, quindi perché non dovremmo agire per cambiare questa situazione?

I conservatori non hanno bisogno di cambiare convinzioni fondamentali per fare proprio il crescente supporto per i pari diritti dei gay americani. È sufficiente riconoscere il conservatorismo implicito nel desiderio dei cittadini di sposarsi, di essere giudicati in base al proprio lavoro e di non essere discriminati a causa di tasse più alte o del bullismo nella scuola.

La difesa della famiglia fondata sul matrimonio è infatti storicamente una battaglia dei conservatori, mentre nel tempo i progressisti hanno sempre lottato per un modello di società più fluida, chiedendo prima il divorzio, poi il divorzio breve, poi l’allargamento dei diritti alle coppie non sposate. Per questa stessa ragione David Cameron, primo ministro britannico e di destra, ha detto di essere favorevole al matrimonio gay «non nonostante io sia un conservatore ma proprio perché sono un conservatore».

Mehlman ricorda di essere tra i promotori di Project Right Side, che raccoglie dati e effettua sondaggi per cogliere i cambiamenti nell’elettorato indipendente e conservatore. Elenca quindi per punti la situazione che quel progetto ha aiutato ad evidenziare:

– la maggioranza relativa degli americani è favorevole ai matrimoni civili per le coppie dello stesso sesso, con una percentuale del 49 per cento (contro il 46 per cento dei contrari), secondo un sondaggio fatto il giorno del voto;

– l’opinione favorevole ai matrimoni gay è in crescita in tutte le categorie demografiche, secondo una ricerca che mostra come questa sia aumentata dell’un per cento circa ogni anno dal 1993 al 2009 e del 5 per cento tra il 2010 e il 2011;

– chi è favorevole ai matrimoni gay tiene molto più in conto le opinioni in materia del candidato che voterà, rispetto a chi è contrario: in altre parole, il fatto che Obama abbia una posizione personale favorevole – anche se ha detto che la materia deve essere decisa dai singoli stati – ha spostato più voti a suo favore di quanti hanno deciso di votare Romney perché lui è contrario;

– la maggioranza degli elettori indipendenti è a favore dei matrimoni gay: secondo un sondaggio, la percentuale è del 58 per cento degli elettori indipendenti negli stati che hanno deciso l’elezione;

– i repubblicani sono sempre più favorevoli alla parità dei diritti tra le coppie omosessuali e quelle eterosessuali, in diversi temi tra cui la possibilità di dichiarazione fiscale congiunta e la lotta alle discriminazioni sul posto di lavoro;

– una larga maggioranza degli elettori sotto i 45 anni è a favore della legalizzazione dei matrimoni omosessuali.

Mehlman conclude che si tratta di tendenze in aumento nell’elettorato e spera che lo saranno ancora di più in futuro, se i conservatori si decideranno a sostenere «uguali diritti, secondo la legge, per tutti i cittadini».

Una riforma bipartisan, di Francesco Costa