L’eurozona è tornata in recessione

L'agenzia di statistica europea ha pubblicato i dati sul PIL dell'ultimo trimestre e per la seconda volta consecutiva sono negativi

L’agenzia ufficiale di statistica dell’Unione Europea, l’Eurostat, ha pubblicato oggi un breve documento che riassume i dati ufficiali sulla variazione del PIL nei paesi dell’UE: per la zona euro sono dati negativi per il secondo trimestre consecutivo, il che significa, secondo la definizione più comune, che questa è tornata in recessione.

(Che cos’è la recessione?)

Il Prodotto Interno Lordo dei 17 paesi che fanno parte della zona euro, complessivamente, è calato dello 0,1 per cento tra luglio e settembre dopo un altro calo dello 0,2 per cento nei tre mesi precedenti, secondo i dati Eurostat. Il documento mostra anche l’andamento dell’economia nei paesi che fanno parte dell’Unione Europea ma non dell’euro, come il Regno Unito, in cui il PIL è cresciuto dell’1 per cento nell’ultimo trimestre. Se si considera il PIL complessivo dell’UE, questo è cresciuto dello 0,2 per cento tra luglio e settembre, dopo essere calato della stessa percentuale nel trimestre precedente. Anche il PIL statunitense è cresciuto nel terzo quarto del 2012, dello 0,5 per cento.

La precedente recessione della zona euro è terminata nel 2009, quando l’economia si contrasse per cinque trimestri consecutivi. Secondo molti analisti finanziari, scrive BBC, i dati del trimestre ottobre-dicembre non mostreranno un miglioramento significativo della situazione.

Nel trimestre concluso a settembre, i dati dai paesi più colpiti dalla crisi dicono che il PIL italiano è diminuito dello 0,2 per cento, quello spagnolo dello 0,3 per cento e quello portoghese dello 0,8 per cento. La Grecia non ha rilasciato cifre ufficiali sui cambiamenti del PIL tra secondo e terzo trimestre, ma ha detto lunedì che rispetto a un anno fa il PIL del terzo trimestre è diminuito del 7,2 per cento. Tuttavia la più grande economia della zona euro, la Germania, sta ancora crescendo nonostante la crisi, anche se solo dello 0,2 per cento nel periodo tra luglio e settembre (lo stesso dato della Francia).

Foto: Sean Gallup/Getty Images