Il capo di Windows se n’è andato

Steven Sinofsky si è dimesso dopo il recente lancio di Windows 8: era considerato il probabile successore di Steve Ballmer alla guida di Microsoft

di Emanuele Menietti – @emenietti

Lunedì Microsoft ha sorpreso osservatori e analisti annunciando le dimissioni immediate di Steven Sinofsky, il manager a capo delle divisioni Windows e Windows Live che più di tutti ha contribuito alla realizzazione della nuova versione del sistema operativo, da poche settimane in vendita e destinato a essere installato su centinaia di milioni di computer. La sua uscita da Microsoft non era attesa, almeno non in tempi così rapidi, e segna uno dei più importanti cambiamenti nell’assetto della società degli ultimi anni. La storia di Sinofsky racconta molto di come funzionano le cose all’interno di Microsoft e di quanto l’azienda si sia data da fare per cambiare negli ultimi anni, per recuperare terreno nei confronti della concorrenza e di un mondo che sta passando alla cosiddetta era “post PC”, con i tablet e gli smartphone che vanno per la maggiore.

Steven Sinofsky è nato nel 1965 ed entrò in Microsoft nel luglio del 1989 a 24 anni, dopo aver conseguito un master in Informatica presso la University of Massachusetts Amherst. Dopo aver lavorato a diversi progetti, dimostrando più di tutto di essere puntuale e affidabile con i tempi di consegna dei compiti che gli erano affidati, nel 1994 divenne responsabile dell’organizzazione della divisione di Microsoft che si occupava della realizzazione di Office, l’insieme di programmi per la produttività per Windows (Word, Excel e compagnia). Lavorò anche allo sviluppo di alcuni linguaggi e sistemi di programmazione, impiegati poi sulla piattaforma di Windows.

Dopo vent’anni passati all’interno della società, nel 2009 Microsoft affidò a Sinofsky la presidenza della divisione Windows, che aveva l’estrema necessità di essere rilanciata dopo il mezzo fallimento di Windows Vista. La società aveva realizzato un sistema operativo che introduceva diverse innovazioni rispetto al precedente Windows XP, ma con funzionalità poco intuitive e che avevano il difetto di rallentare ed essere poco compatibili con i computer su cui era installato. Nonostante le massicce campagne di marketing avviate da Microsoft per incentivare l’adozione di Windows Vista, moltissimi utenti e molte imprese decisero di mantenere Windows XP, che aveva ormai raggiunto un buon livello di stabilità e che si apprestava a diventare il sistema operativo più gradito nella storia di Windows.

Insieme con Jon DeVaan, e prima ancora della sua nomina a presidente, Sinofsky ebbe il compito di rilanciare il sistema operativo, realizzandone uno nuovo in grado di far dimenticare in fretta Windows Vista e soprattutto di sconfiggere la concorrenza interna del vecchio Windows XP. Per farlo seguì una strategia diversa da quella adottata solitamente da Microsoft: non fece alcuna promessa in anticipo sul nuovo sistema operativo e non diffuse nessuna informazione specifica fino a quando il progetto non raggiunse una certa coerenza tra tutte le sue parti.

Sinofsky ebbe il merito, che gli è stato riconosciuto anche ieri nei comunicati ufficiali sulle sue dimissioni, di rispettare i tempi indicati per la realizzazione del nuovo sistema operativo e di creare un prodotto superiore a Windows Vista. Fu chiamato Windows 7 ed ebbe in pochi mesi un enorme successo: era meno pesante del suo predecessore, ma soprattutto offriva una stabilità e una affidabilità comparabili a quelle di Windows XP. Sinofsky fu molto abile nel comunicare le novità del sistema operativo e a trasmettere l’idea che si trattava di qualcosa di diverso da Windows Vista. La cosa funzionò e Windows 7 divenne uno dei sistemi operativi più venduti nella storia di Microsoft. È ancora attivo su centinaia di milioni di computer in tutto il mondo, anche se ora dovrà cedere progressivamente il passo a Windows 8.

Con il successo di Windows 7, Sinofsky dimostrò di avere grandi capacità e di essere in grado di costruirsi intorno un gruppo affiatato e determinato di collaboratori. Al tempo stesso, dimostrò di avere un carattere molto difficile e di non essere sempre disposto a collaborare con le altre divisioni della società, per la realizzazione di prodotti in grado di comunicare tra loro. In questo senso la sua storia ricorda quella di Scott Forstall, il manager Apple responsabile del sistema operativo per iPhone e iPad che ha da poco lasciato la società, a quanto pare proprio per il suo difficile carattere e la sua incapacità di portare nuove innovazioni dopo i successi raggiunti con il suo software.

Microsoft è una società enorme e come in tutte le grandi aziende le voci circolano, spesso anche verso l’esterno con i manager che raccontano cose ai giornalisti, a patto di mantenere l’anonimato, spesso per regolare i conti con altri colleghi. Stando al racconto di diversi dirigenti, negli ultimi mesi era diventato molto difficile avere a che fare con Sinofsky. Il presidente di Windows era del resto sottoposto a enormi stress, chiamato a occuparsi in prima persona dello sviluppo e della messa in commercio del nuovo Windows 8 e del tablet Surface, due prodotti completamente nuovi e che hanno segnato una rottura con il passato soprattutto per quanto riguarda le interfacce e l’impostazione grafica di Windows.

Come era accaduto con Windows 7, Sinofsky ha rispettato i tempi e a ottobre ha presentato la nuova versione del sistema operativo, accompagnata dal debutto di Surface, il primo tablet progettato interamente da Microsoft. Le due novità hanno ottenuto recensioni tiepide e sono stati giudicati da molti come sistemi acerbi, incompleti e passibili di diversi miglioramenti. Le responsabilità secondo alcuni osservatori sarebbero in parte di Sinofsky, accusato di aver pensato solamente allo sviluppo del sistema operativo fallendo nel processo di integrazione degli altri servizi e contenuti offerti da Microsoft. E in effetti Windows 8 non ha ancora una perfetta condivisione di funzioni con Windows Phone, il sistema operativo per gli smartphone, e con la piattaforma per l’intrattenimento (videogiochi, musica e film) realizzata per la console Xbox.

Simili mancanze sono state ricondotte, almeno in parte, all’incapacità di Sinofsky di collaborare efficacemente con i responsabili delle altre divisioni di Microsoft. Determinato e non sempre aperto al dialogo, Sinofsky ha proseguito per mesi sulla propria strada, anche grazie al potere ottenuto nel corso della sua lunga carriera all’interno della società, condizionando di fatto le sorti dei progetti delle altre divisioni, che hanno comunque una forte dipendenza da cosa viene realizzato e da ciò che viene accantonato su Windows. A questo si sarebbero aggiunti rapporti sempre più difficili con Steve Ballmer, l’omone sempre un po’ sopra le righe che ha ereditato l’incarico di amministratore delegato quando Bill Gates lasciò Microsoft.

Nella sua lettera inviata ieri ai dipendenti, Ballmer ha ringraziato molto diplomaticamente Sinofsky per i suoi anni trascorsi a Microsoft e per i risultati raggiunti compreso il recente lancio di Windows 8. Nella lettera Ballmer ha fatto anche riferimento alla necessità dell’azienda di creare un ambiente coerente in cui tutti i suoi prodotti di punta abbiano un buon grado di integrazione. Per Microsoft è fondamentale ottenere questo risultato per contrastare la concorrenza di Apple e di Google nel settore dei servizi, intrattenimento compreso, e dei dispositivi mobili come i tablet e gli smartphone.

Anche Steven Sinofsky ha scritto ai dipendenti, confermando le sue dimissioni immediate dopo oltre 23 anni di lavoro nella società. Ha spiegato di essere pronto per nuove imprese e ha lasciato i ringraziamenti di rito, indirizzati a tutte le persone che in questi anni hanno collaborato con lui. La lettera si conclude ricordando che le dimissioni sono state una scelta personale e privata, invitando a diffidare delle voci che prevedibilmente sarebbero iniziate a circolare dopo la comunicazione della notizia.

E in effetti molti siti che si occupano di tecnologia ed economia hanno formulato diverse ipotesi sui veri motivi delle dimissioni di Sinofsky. Il manager fino a qualche tempo fa era indicato come uno dei più probabili successori di Steve Ballmer alla guida di Microsoft. Era responsabile del settore più conosciuto e prestigioso della società, era in azienda da un sacco di tempo e aveva accumulato grande potere. Ne era consapevole e secondo una fonte interna a Microsoft aveva anche posto direttamente il problema a Ballmer, dicendogli che avrebbe voluto il suo posto dopo il lancio di Windows 8. Se non l’avesse ottenuto, gli disse, avrebbe rassegnato le dimissioni da tutti i suoi incarichi. Ballmer aveva però già annunciato di voler rimanere alla guida di Microsoft almeno fino al 2017, e forse non pensava che Sinofsky volesse sul serio lasciare tutto nel caso di un no.

Con Sinofsky fuori, Microsoft ha rapidamente riorganizzato parte della propria struttura. Julie Larson-Green, da tempo manager di Microsoft e responsabile dello sviluppo delle nuove interfacce, è la nuova guida della divisione Windows e avrà la responsabilità sia del settore software sia di quello hardware. Larson-Green nel corso degli anni si è occupata del miglioramento di Internet Explorer, del design di Windows 7 e Windows 8 e dell’interfaccia di alcune versioni di Microsoft Office. Di recente si è fatta conoscere partecipando insieme con Sinofsky alle presentazioni dell’ultima versione del sistema operativo. Farà direttamente riferimento al CEO Steve Ballmer, e avrà anche il compito di rendere più uniforme e coerente l’esperienza di Windows con quella degli altri servizi e prodotti realizzati da Microsoft, incarico che non era mai andato molto a genio a Sinofsky.