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  • Sabato 3 novembre 2012

Continuano gli scandali intorno al caso Savile

Ieri a Newsnight un ospite ha detto di essere stato violentato da un importante politico conservatore «degli anni della Thatcher»: e alla BBC sono arrivate nuove critiche

LONDON, ENGLAND – MARCH 02: A BBC logo adorns the front of the BBC Worldwide headquarters in White City on March 2, 2010 in London, England. BBC Worldwide is the BBC’s main commercial department whose role is to create, acquire, develop and exploit media content and brands globally. The corporation have today published their strategy review which proposes the closure of the digital radio stations ‘BBC 6 Music’ and ‘Asian Network’ and half of the websites provided by BBC online will close by 2013. A public consultation will now take place before the BBC Trust make a decision on which proposals to implement. (Photo by Oli Scarff/Getty Images)

LONDON, ENGLAND – MARCH 02: A BBC logo adorns the front of the BBC Worldwide headquarters in White City on March 2, 2010 in London, England. BBC Worldwide is the BBC’s main commercial department whose role is to create, acquire, develop and exploit media content and brands globally. The corporation have today published their strategy review which proposes the closure of the digital radio stations ‘BBC 6 Music’ and ‘Asian Network’ and half of the websites provided by BBC online will close by 2013. A public consultation will now take place before the BBC Trust make a decision on which proposals to implement. (Photo by Oli Scarff/Getty Images)

Dopo le polemiche per non aver mandato in onda un’inchiesta sull’ex presentatore e icona di Top of The Pops Jimmy Savile, accusato per abusi sessuali, il programma della BBC Newsnight si trova di nuovo a doversi difendere da un’accusa di comportamento poco chiaro.

Nell’ultima puntata del programma di approfondimento giornalistico, andata in onda ieri, si è parlato di nuovo di abusi e violenze sessuali. È stata intervistata una delle persone che negli anni Settanta e Ottanta ha subito ripetutamente violenze nella casa per ragazzi di Bryn Estyn, nel Galles del Nord. Steven Messham ha spiegato al conduttore Jeremy Paxman che uno dei protagonisti di queste violenze fu un politico conservatore di alto livello «degli anni della Thatcher».

Le prime denunce su quegli scandali vennero fatte intorno al 1990 ma soltanto nel 2000 una commissione d’inchiesta, la Waterhouse Inquiry Report, iniziò a prenderle in esame, riuscendo per la prima volta a fare chiarezza, seppur in parte. Messham ha denunciato il fatto che prima di quell’anno le sue denunce vennero completamente ignorate, proprio perché si focalizzavano sulla figura di quel politico, protagonista di molte violenze. Anche la polizia lo ignorò, considerandolo un bugiardo e decidendo di archiviare il caso. Tutti i personaggi celebri che sono stati accusati di violenze in quegli anni avrebbero adottato la stessa pratica: con la scusa di volersi prendere cura di loro, frequentavano questi centri soltanto per abusarne, proprio come sarebbe accaduto nel caso di Jimmy Savile, filantropo e donatore di milioni di sterline per istituti di quel tipo.

I giornalisti della BBC però, nonostante la testimonianza fatta da Messham, hanno deciso di non rendere pubblico quel nome, per mancanza di prove sufficienti, innescando così una nuova serie di polemiche e di critiche. La BBC ha subito chiarito la sua linea, a differenza del caso Savile, anche se secondo i giornali britannici ci sarebbero state pressioni da parte di alcuni parlamentari che avrebbero consigliato ai vertici dell’emittente di comportarsi nella maniera più trasparente possibile.

In generale, dopo lo scandalo venuto fuori la settimana scorsa, tutta la classe politica sta aumentando la pressione sui mezzi di comunicazione, per evitare che si facciano generalizzazioni o che inizino a circolare nomi in modo incontrollato. Tra l’altro, la BBC è stata anche accusata, sempre da parte di ambienti politici, di portare avanti il tema degli scandali delle violenze sui minori in un modo poco trasparente, per deviare l’attenzione dallo scandalo su Jimmy Savile dirottandola su altri casi.

Il 23 ottobre scorso Peter Rippon, direttore di Newsnight – che è considerato il più famoso programma di approfondimento giornalistico della tv britannica – si era dimesso proprio per il caso di Jimmy Savile: nel dicembre scorso aveva deciso di non mandare in onda un’inchiesta sull’ex presentatore, con l’obiettivo di non dare visibilità alle accuse e alle inchieste che lo riguardavano. Era stata poi l’emittente privata ITV1, il 3 ottobre, a trasmettere per prima un documentario che raccontava le storie di cinque donne violentate da Jimmy Savile a partire dagli anni Settanta.

Ad aumentare l’attesa sull’ultima puntata di Newsnight, in cui è stato ospite Messham, è stato soprattutto un tweet pubblicato prima della messa in onda da Iain Overton, direttore del London Bureau of Investigative Journalism, un’organizzazione che pubblica indagini e inchieste approfondite su diversi temi in collaborazione con le agenzie di stampa. Overton aveva scritto: «Se tutto va bene stasera su Newsnight sapremo il nome di un politico di alto livello che è un pedofilo».

Questa sua frase ha creato naturalmente una grande attesa e tutti hanno pensato che fosse l’occasione buona per Newsnight e la BBC di rifarsi, in parte, delle accuse ricevute per il modo in cui è stata trattata la vicenda di Jimmy Savile. E che, per dimostrare a tutti la trasparenza del suo comportamento, fosse reso pubblico il nome del politico tirato in ballo dalle accuse di violenza sessuale. Ma anche questa volta non è stato così, per mancanza di prove.

Foto: Oli Scarff/Getty Images