L’acqua della Turchia

Il bel reportage fotografico di Tommaso Protti, vincitore di un premio al festival Fotoleggendo, sul Tigri, l'Eufrate e come cambieranno

Yeni Halfeti, Sanliurfa Province, Turkey, JULY2011. A flooded building in the city of Yeni Halfeti on the Euphrates river. The city was partially submerged by the Birecik Dam in 1999 and the majority of its inhabitants were relocated in a new city next to Halfeti. The Birecik Dam is part of the 22 dams of the GAP project (Guneydoglu Anadolu Projesi), a regional development plan launched at the beginning of the 80s by the Turkish government that aims to enhance a social stability and economic growth in the Southeastern Anatolia, the poorest region in Turkey.

Yeni Halfeti, Sanliurfa Province, Turkey, JULY2011. A flooded building in the city of Yeni Halfeti on the Euphrates river. The city was partially submerged by the Birecik Dam in 1999 and the majority of its inhabitants were relocated in a new city next to Halfeti. The Birecik Dam is part of the 22 dams of the GAP project (Guneydoglu Anadolu Projesi), a regional development plan launched at the beginning of the 80s by the Turkish government that aims to enhance a social stability and economic growth in the Southeastern Anatolia, the poorest region in Turkey.

Tommaso Protti è un giovane fotografo italiano che si occupa di fotogiornalismo. Poco tempo fa ha vinto il premio del festival di fotografia Fotoleggendo, che si sta svolgendo a Roma in questi giorni, con un reportage fotografico sullo sfruttamento delle risorse idriche in Turchia.

Il reportage si intitola Turkish Blue Gold (L’oro blu della Turchia) e racconta il rapporto che esiste tra le popolazioni locali e l’acqua. Le foto mostrano la Mesopotamia e le persone si muovono e vivono come in attesa di un forte cambiamento. In tutte le fotografie, anche se in modo diverso, l’acqua è protagonista e viene raccontata in quanto elemento fondamentale della vita di tutti i giorni: per irrigare, per produrre energia, per la vita, per divertirsi.

Al centro della questione c’è la gestione dei fiumi Tigri ed Eufrate, storicamente contesi dai territori che attraversano, e la diga Ilisu, uno dei più controversi sbarramenti previsti dal progetto GAP, Guneydoglu Anadolu Projesi, Grande progetto anatolico, ideato dall’uomo considerato il padre della Turchia contemporanea, Mustafa Kemal Ataturk. Il progetto prevede la realizzazione di otto dighe e otto centrali idroelettriche lungo il bacino del Tigri e di 14 dighe e 11 centrali idroelettriche lungo quello dell’Eufrate.

La gestione di questo imponente e fondamentale flusso di acqua aumenterebbe così il potere della Turchia nei confronti degli stati confinanti: molti ricordano quanto accadde nel 1990, quando la Turchia interruppe il corso dei due fiumi transfrontalieri, riducendo i flussi idrici di Siria e Iraq del 40 e 80 per cento, per riempire il bacino della diga Ataturk. Secondo molti osservatori, inoltre, la costruzione delle dighe stroncherebbe definitivamente la presenza delle popolazioni curde sul territorio. Quando nel 2014 la diga Ilisu verrà completata l’acqua sommergerà 199 villaggi e molte persone saranno costrette a trasferirsi.