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  • Martedì 16 ottobre 2012

Radovan Karadžić si difende

L'ex leader serbo-bosniaco accusato dell'assedio di Sarajevo e del massacro di Srebrenica dice di aver fatto «tutto quello che potevo per evitare la guerra»

Former Bosnian Serb leader Radovan Karadzic appears in the courtroom of the ICTY War Crimes tribunal in the Hague on November 3, 2009. Wartime Bosnian Serb leader Radovan Karadzic made his first court appearance Tuesday since the start of his genocide trial more than a week ago. Wearing a black suit, pink shirt and red tie, Karadzic took his place in the accused dock of the International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia, for a procedural hearing that will consider options for continuing the trial in the face of his defiance. AFP PHOTO – POOL / MICHAEL KOOREN (Photo credit should read MICHAEL KOOREN/AFP/Getty Images)

Former Bosnian Serb leader Radovan Karadzic appears in the courtroom of the ICTY War Crimes tribunal in the Hague on November 3, 2009. Wartime Bosnian Serb leader Radovan Karadzic made his first court appearance Tuesday since the start of his genocide trial more than a week ago. Wearing a black suit, pink shirt and red tie, Karadzic took his place in the accused dock of the International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia, for a procedural hearing that will consider options for continuing the trial in the face of his defiance. AFP PHOTO – POOL / MICHAEL KOOREN (Photo credit should read MICHAEL KOOREN/AFP/Getty Images)

Oggi è iniziata presso il Tribunale penale internazionale dell’Aia (Tpi) la fase difensiva del processo all’ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadžić cominciato nell’ottobre del 2009. Karadzic ha 67 anni e ha deciso di difendersi da solo assistito da un gruppo di avvocati. Dopo l’introduzione durata quattro ore con la replica contro dieci capi d’accusa a suo carico, Karadžić ha convocato come suo 
primo testimone Andrei Demurenko, colonello russo a capo dell’UNPROFOR (Forza di protezione delle Nazioni Unite) a Sarajevo durante 
l’assedio, da gennaio a dicembre 1995. A Karadžić sono state assegnate 300 ore per la sua difesa e lui ha fatto sapere che chiamerà 300 testimoni a suo favore.

Nel maggio del 1992 Radovan Karadžić proclamò la nascita della Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina, di cui divenne presidente. Nominò Ratko Mladic comandante del Secondo Distretto Militare dell’esercito jugoslavo, che sarebbe poi diventato l’esercito serbo-bosniaco durante la guerra in Bosnia-Erzegovina. Incriminato dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY) nel 1995, fu arrestato il 21 luglio 2008 dopo quasi tredici anni di latitanza, mentre si trovava a bordo di un autobus a Belgrado sotto la falsa identità di un militare bosniaco che in realtà era caduto in guerra, Dragan Dabić. Deve rispondere ora di dieci capi d’accusa, tra cui l’assedio di Sarajevo e il genocidio di 8 mila civili musulmani a Srebrenica durante la guerra del 1992-1995. Invece è caduto in corso di procedimento un altro 
capo di accusa: quello di genocidio in altre municipalità bosniache.

(Cosa fu Srebrenica)

Oggi Radovan Karadžić, che in caso di condanna rischia l’ergastolo, ha respinto ogni accusa e reclamato piuttosto dei «riconoscimenti per le cose buone» che avrebbe fatto. Ha anche detto: «Ho fatto tutto quello che potevo per evitare la guerra» e «non ho mai pensato che si potesse verificare un genocidio». L’ex leader serbo ha anche sostenuto che il numero delle vittime della guerra affermato dai media non è veritiero e che in realtà è molto inferiore: «Con il passare del tempo questa verità diventerà sempre più evidente. Le accuse e la propaganda diventeranno sempre più deboli». Oggi presso il Tribunale penale internazionale dell’Aia è iniziata anche l’ultima fase del processo contro l’ex leader serbo-croato Goran Hadzic, l’ultimo dei 161 ricercati e sospettati di crimini di guerra ad essere arrestato in Serbia nel luglio dell’anno scorso.

(L’assedio di Sarajevo, le foto e la storia)