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  • Lunedì 15 ottobre 2012

Il referendum sulla Scozia si farà

L'accordo è stato firmato: entro l'autunno 2014 la Scozia prenderà la «decisione più importante degli ultimi secoli», se restare o no dentro il Regno Unito

EDINBURGH, SCOTLAND – OCTOBER 15: First Minister of Scotland Alex Salmond and Prime Minister David Cameron sign a referendum agreement at St Andrew’s House in Edinburgh on October 15, 2012 in Edinburgh, Scotland (Photo by Gordon Terris – Pool/Getty Images)

EDINBURGH, SCOTLAND – OCTOBER 15: First Minister of Scotland Alex Salmond and Prime Minister David Cameron sign a referendum agreement at St Andrew’s House in Edinburgh on October 15, 2012 in Edinburgh, Scotland (Photo by Gordon Terris – Pool/Getty Images)

Il primo ministro britannico David Cameron e il suo omologo scozzese Alex Salmond, come era atteso, hanno raggiunto e firmato un accordo che concede al governo della Scozia la facoltà di indire un referendum sulla sua indipendenza dal Regno Unito. L’accordo è stato firmato a Edimburgo e arriva dopo mesi di trattative e negoziati. «Ho sempre voluto mostrare rispetto al popolo scozzese», ha detto Cameron. «Hanno votato per un partito che vuole un referendum. Ho scelto allora di rendere possibile questo referendum, assicurandomi che sia legale, che sia equo e che risolva la questione».

Il governo scozzese avrà la facoltà di decidere la data del voto, che dovrà tenersi entro l’autunno del 2014, e chi potrà votare. In cambio ha dovuto cedere alla sua richiesta di introdurre due quesiti, uno sull’indipendenza e uno su una forma di radicale autonomia restando però dentro il Regno Unito. Il quesito sarà uno solo, sarà molto semplice e permetterà di scegliere solo tra l’indipendenza e la condizione attuale:

“Do you agree that Scotland should be an independent country?”
(“Siete d’accordo che la Scozia diventi una nazione indipendente?”)

Il fatto che ci sia una sola domanda indebolisce un po’ la posizione di Salmond, che in realtà non ha mai sostenuto l’indipendenza vera e propria ma la cosiddetta “devo max”, la completa autonomia fiscale all’interno del Regno Unito e la possibilità del parlamento scozzese di legiferare in ogni ambito eccetto la difesa e la politica estera, che rimarrebbero competenza del Regno Unito. Al momento, il parlamento scozzese ha competenza su tutte le politiche che riguardano l’istruzione, la salute, le tasse locali, i trasporti, l’ambiente e l’ordine pubblico. Salmond si trova quindi in una situazione scomoda: da una parte non potrà che fare campagna elettorale per il sì al referendum, dall’altra la sua posizione è al momento la meno popolare. Secondo i sondaggi, infatti, la maggioranza degli scozzesi è favorevole alla “devo max” ma non all’indipendenza totale.

(La Scozia vuole un po’ d’indipendenza, ottobre 2011)

David Cameron invece sostiene la causa del no al referendum. «Credo con tutto me stesso che la Scozia stia meglio nel Regno Unito e che il Regno Unito stia meglio se comprende anche la Scozia. Insieme possiamo essere migliori, più forti, più sicuri. Ora ognuno dica la sua. Io spero che il popolo voterà per tenere insieme il Regno Unito». Salmon ha commentato dicendo che l’accordo di oggi «apre la strada alla più importante decisione degli ultimi secoli, per la Scozia. In questo senso oggi è un giorno storico per la Scozia, e un grande passo avanti nel cammino verso l’indipendenza».

foto: Gordon Terris – Pool/Getty Images