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  • Martedì 2 ottobre 2012

Immagini dalla Siria

Le foto del mercato vecchio di Aleppo distrutto dagli scontri, e quelle delle città di Souran, Azaz e Qamishli

A picture taken on September 28, 2012 shows damaged buildings and streets in the northern city of Aleppo following months of clashes and battles between Syrian rebels and government forces. AFP PHOTO/MIGUEL MEDINA (Photo credit should read MIGUEL MEDINA/AFP/GettyImages)

A picture taken on September 28, 2012 shows damaged buildings and streets in the northern city of Aleppo following months of clashes and battles between Syrian rebels and government forces. AFP PHOTO/MIGUEL MEDINA (Photo credit should read MIGUEL MEDINA/AFP/GettyImages)

A 19 mesi dall’inizio della guerra tra i ribelli anti-governativi e l’esercito fedele al presidente Bashar al-Assad, la situazione in Siria continua a essere drammatica. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazioni anti-governativa con sede a Londra che può contare su una rete di attivisti in tutto il paese, lunedì sono morte almeno cento persone in tutta la Siria a causa di scontri, agguati e bombardamenti ordinati dal governo. Ad Aleppo, venerdì, uno scontro armato tra i ribelli e l’esercito ha provocato lo scoppio di un incendio nello storico mercato della città vecchia, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1986. Il mercato, considerato il centro della vita di Aleppo e visitato ogni anno da migliaia di turisti, è stato notevolmente danneggiato e molti negozi sono stati distrutti. I ribelli hanno lanciato un assalto per prendere il controllo della città ma le forze governative stanno resistendo bombardando e usando l’artiglieria pesante. Il giornale libanese Al-Diyar ha raccontato che martedì il presidente Assad ha visitato Aleppo e ha ordinato l’invio di altri 30 mila soldati.

Nel frattempo aumenta di giorno in giorno il numero delle persone che abbandona le città bombardate: secondo l’ONU e la Croce Rossa i profughi dall’inizio del conflitto sono almeno 300 mila e ogni giorno dalle duemila alle tremila persone varcano il confine e si rifugiano in Turchia. Molte restano in Siria e cercano rifugio nei campi appositamente allestiti, come quelli delle città settentrionali di Souran e Azaz che hanno accolto decine di famiglie fuggite da Homs. Sempre domenica un’autobomba è esplosa a Qamishli, in una zona remota del paese abitata prevalentemente da curdi. Il governo ha detto che sono morte quattro persone mentre secondo gli attivisti i morti sono otto, tutti agenti dei servizi segreti siriani. Molti temono che l’episodio possa trascinare anche i curdi nel conflitto: finora non hanno combattuto né a fianco dei ribelli né di Assad, anche se in passato hanno manifestato contro il governo.