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  • Mercoledì 26 settembre 2012

Alberto Casillas e le foto di Madrid

Le immagini del cameriere che protegge i manifestanti nel suo ristorante fanno il giro del mondo e generano discussioni: ecco la storia

Restaurant owner Alberto Casillas (R) shouts behind riot policemen during a demonstration organized by Spain’s “indignant” protesters to decry an economic crisis they say has “kidnapped” democracy, on September 25, 2012 in Madrid. Spanish riot police fired rubber bullets and baton-charged protesters as thousands rallied near parliament in Madrid in anger at the government’s handling of the economic crisis. AFP PHOTO / DOMINIQUE FAGET (Photo credit should read DOMINIQUE FAGET/AFP/GettyImages)

Restaurant owner Alberto Casillas (R) shouts behind riot policemen during a demonstration organized by Spain’s “indignant” protesters to decry an economic crisis they say has “kidnapped” democracy, on September 25, 2012 in Madrid. Spanish riot police fired rubber bullets and baton-charged protesters as thousands rallied near parliament in Madrid in anger at the government’s handling of the economic crisis. AFP PHOTO / DOMINIQUE FAGET (Photo credit should read DOMINIQUE FAGET/AFP/GettyImages)

Delle molte fotografie scattate martedì sera durante la manifestazione di Madrid fermata dalla polizia spagnola con proiettili di gomma e manganelli, e riprodotte dai media in tutto il mondo, alcune in particolare hanno attirato molta attenzione, curiosità e discussione. Sono quelle che mostrano un uomo in camicia bianca davanti all’ingresso di un ristorante con espressioni disperate e imploranti, e intorno a sé agenti di polizia, manifestanti e clienti del ristorante stesso.

La foto sono notevoli, sembrano raccontare una storia nella storia, o un pezzo della storia: e proprio per questo sono diventate oggetto di polemica da parte di molti che in rete hanno ritenuto che fossero state raccontate in modo equivoco da molti siti di news: compresi alcuni lettori del Post. Il Post ha pubblicato due delle foto martedì intorno alle 22, con questa didascalia:

Il proprietario di un ristorante chiede ai dimostranti di smettere di lanciare pietre

La didascalia era la traduzione di quella fornita dall’agenzia fotografica Getty che l’aveva distribuita. Al Post e nelle redazioni in genere le didascalie sono composte solitamente con le informazioni date dai fotografi: al Post può capitare che alcune didascalie sembrino ambigue o incerte, o addirittura errate, e in quei casi si fanno verifiche e ricerche ulteriori. Altre volte sono i lettori a indicare imprecisioni. In questo caso anche le indicazioni fornite da altre agenzie e siti sembravano concordare con quel testo: un margine di dubbio rimaneva sul fatto che l’uomo fosse il proprietario del ristorante o un dipendente, e sul fatto che alcuni fotografi parlassero di “oggetti” e altri di “pietre”. Ma altre foto mostravano in effetti pietre lanciate durante gli scontri e non c’era quindi ragione di dubitare di quel che aveva indicato il fotografo (il fotografo è un giornalista, e un testimone: non una fonte come un’altra).

Mercoledì però sono circolati in rete alcuni dubbi sul fatto che l’uomo stesse chiedendo “ai dimostranti di smettere di lanciare pietre”: alcuni di questi dubbi erano chiaramente influenzati da una simpatia per i manifestanti di Madrid, e altri espressi con violenza ridondante. Ma abbiamo fatto delle verifiche, e controllato altre foto. L’uomo di certo stava implorando qualcuno, e da una foto pare che non si rivolga agli agenti ma a qualcuno che gli agenti fronteggiano. Tuttavia delle persone dietro di lui è difficile dire con sicurezza che si tratti di clienti del ristorante o dimostranti che vi hanno cercato rifugio: ma sembrerebbero più i secondi.

Mentre la storia veniva discussa e citata in molti siti e social forum, l’edizione spagnola dello Huffington Post ha rintracciato l’uomo della foto. Che è un cameriere di un bar tavola calda vicino alla Plaza de Neptuno. Si vede anche in questo video, che rende più chiaro che stava difendendo il locale e le persone che ci erano entrate per proteggersi.

«Ho visto che stavano per entrare (evidentemente la polizia, ndr). Ho detto loro di non entrare, perché c’erano molte persone e perché siamo tutti esseri umani. E ho detto… beh, ho detto qualche parolaccia. Ho detto che non sarebbero entrati. Io non voglio andare contro la legge, ma se fossero entrati sarebbe stato un massacro. C’erano bambini e chiunque»

Il cameriere si chiama Alberto Casillas Asenjo, è un elettore del governo Rajoy ma critica le scelte del governo di appoggiare la repressione di ieri e racconta che le cariche della polizia sono state violente ed eccessive. Rispetto alla discussa interpretazione dei suoi gesti dice anche che «i manifestanti lanciavano pietre contro la polizia».

«A me hanno rotto l’insegna e mi hanno colpito a una spalla, ma non è questa la cosa importante».

In rete le foto sono circolate molto anche grazie a un fotografo che le ha pubblicate sul suo blog e su Twitter, raccontando:

«La polizia sparava verso l’altro lato dei giardini, da dove venivano lanciate pietre (…) Mentre il cameriere discuteva con la polizia, dall’altro lato della strada arrivavano pietre»

È sensato quindi ricostruire, rispetto alla discussione, che sia vero che il cameriere abbia impedito alla polizia di entrare per proteggere le persone, ma non è da escludere che si sia rivolto anche a coloro che lanciavano pietre dall’altro lato della strada. Più sensato ancora, è apprezzarlo e ringraziarlo.

Le foto degli scontri di Madrid