Ancora sulla moglie di Gesù

Karen L. King, la storica che ha diffuso il papiro, ha parlato a Repubblica della sua ricerca e di quello che, per ora, possiamo concluderne

In this Sept. 5, 2012 photo released by Harvard University, divinity professor Karen L. King holds a fourth century fragment of papyrus that she says is the only existing ancient text that quotes Jesus explicitly referring to having a wife. King, an expert in the history of Christianity, says the text contains a dialogue in which Jesus refers to “my wife,” whom he identified as Mary. King says the fragment of Coptic script is a copy of a gospel, probably written in Greek in the second century. (AP Photo/Harvard University, Rose Lincoln)

In this Sept. 5, 2012 photo released by Harvard University, divinity professor Karen L. King holds a fourth century fragment of papyrus that she says is the only existing ancient text that quotes Jesus explicitly referring to having a wife. King, an expert in the history of Christianity, says the text contains a dialogue in which Jesus refers to “my wife,” whom he identified as Mary. King says the fragment of Coptic script is a copy of a gospel, probably written in Greek in the second century. (AP Photo/Harvard University, Rose Lincoln)

Marco Ansaldo ha intervistato oggi su Repubblica Karen L. King, la storica della Harvard Divinity School che ha rivelato ieri l’esistenza di un frammento di papiro che contiene una frase mai apparsa nelle Sacre Scritture e che fa riferimento a un vangelo sconosciuto che la studiosa ha chiamato “Vangelo della moglie di Gesù”.

La tradizione cristiana ha sempre sostenuto che Gesù non fosse sposato (o, come San Paolo, che fosse sposato alla Chiesa). Il grande valore del frammento, spiega la studiosa, non è quello di provare che Gesù fosse sposato, ma quello di ricordarci che già tra i primi cristiani c’erano idee diverse sulla vita di Gesù. Ben prima, dunque, dei vari concilii religiosi e prima che venisse deciso (in precisi momenti storici) che cosa fosse canonico e che cosa non lo fosse, con tutte le note conseguenze sul ruolo delle donne all’interno della Chiesa.

«Questo frammento non prova che Gesù fosse sposato. Tuttavia ci dice quanto nella Chiesa, fin dai primi secoli, la questione del matrimonio e della sessualità fosse già aperta». Getta acqua sul fuoco – come è giusto – Karen L. King, docente a Harvard, inseguita da torme di giornalisti, cameramen e fotografi dopo il suo annuncio del ritrovamento di un piccolo pezzo di papiro in lingua copta in cui Gesù si riferirebbe a «mia moglie».

Una frase appena accennata, però niente affatto di poco conto. Capace anzi di spalancare un dibattito su più fronti: in sede storica e religiosa innanzitutto, ma senza trascurare la fiction comunque cara ai tanti lettori nel mondo di Dan Brown, che nel Codice da Vinci sostenne l’ipotesi che Gesù avesse dei figli e una moglie di nome Maria Maddalena. La studiosa, 58 anni, insegnante di Divinità e prima donna a ricoprire la cattedra più antica degli Stati Uniti, ammette che la sua ricerca è solo all’inizio ed è in ogni caso appassionante. L’altro giorno ha annunciato la sua scoperta al Decimo congresso internazionale di studi copti, organizzato dal professor Alberto Camplani della Sapienza, e inaugurato con un saluto del rettore Luigi Frati e del prorettore Antonello Biagini.

Professoressa King, come è entrata in possesso di questo documento?
«Nel 2010 ho ricevuto una email da un collezionista privato che conosceva i miei libri e che mi chiese di tradurlo».

Chi era?
«È una persona che ha una collezione di papiri greci, arabi e copti. Preferisce non essere identificato perché non desidera essere assalito da possibili acquirenti».

Ma lui dove lo aveva acquisito?
«Nel 1997, da un collezionista tedesco, da una partita di papiri. Il documento aveva con sé una nota a mano che citava di un professore di Egittologia a Berlino, ora deceduto, il quale lo indicava come il solo esempio di un testo in cui Gesù parlasse di una moglie».

(Continua a leggere l’intervista a Karen L. King)