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  • Giovedì 13 settembre 2012

I sorrisini di Romney

Il candidato repubblicano criticatissimo anche a destra per la conferenza stampa di ieri sulla Libia e per un certo atteggiamento compiaciuto

Republican presidential candidate and former Massachusetts Gov. Mitt Romney leaves the podium after he makes comments on the killing of U.S. embassy officials in Benghazi, Libya, while speaking in Jacksonville, Fla., Wednesday, Sept. 12, 2012. (AP Photo/Charles Dharapak)
Republican presidential candidate and former Massachusetts Gov. Mitt Romney leaves the podium after he makes comments on the killing of U.S. embassy officials in Benghazi, Libya, while speaking in Jacksonville, Fla., Wednesday, Sept. 12, 2012. (AP Photo/Charles Dharapak)

Poche ore dopo la diffusione della notizia dell’attacco all’ambasciata statunitense di Bengasi, in Libia, e della morte dell’ambasciatore Christopher Stevens, il candidato repubblicano Mitt Romney ha organizzato una conferenza stampa a Orlando, in Florida, dove si trovava per alcuni eventi di campagna elettorale. Romney ha preso la parola esprimendo cordoglio per la morte degli americani in missione all’estero, condannando e definendo «disgustose» e «ingiustificabili» le violenze, ma è passato rapidamente ad accusare l’amministrazione Obama.

Romney ha accusato la Casa Bianca per un comunicato diffuso dall’ambasciata statunitense al Cairo prima che prendessero inizio gli attacchi. Il comunicato, da cui la Casa Bianca si è dissociata, condannava chi “abusa del diritto universale alla libertà di parola per ferire i sentimenti religiosi del prossimo”, facendo riferimento al film anti-Maometto, senza condannare o anche soltanto menzionare le proteste violente. Probabilmente perché, come è stato chiarito ieri dopo qualche dubbio iniziale, gli attacchi non erano ancora iniziati. Romney invece ha detto più volte che il comunicato è stato diffuso quando i manifestanti avevano già fatto irruzione dentro l’ambasciata, e ha accusato l’amministrazione Obama di avere sbagliato risposta – «Chiedere scusa per i nostri principi non è mai la strada giusta» – e di avere sostanzialmente «simpatizzato» con gli aggressori. Romney ha ripetuto il concetto più volte, usando parole pesanti e un tono molto diverso da quello contrito con cui aveva iniziato la conferenza stampa.

Secondo moltissimi analisti e osservatori politici statunitensi Romney ha tentato di ottenere un vantaggio politico dalla situazione, e il modo esplicito con cui l’ha fatto potrebbe rivelarsi controproducente. Ieri Ben Smith su Buzzfeed ha messo insieme una serie di reazioni quasi esclusivamente negative provenienti da esponenti ed esperti di politica estera di orientamento repubblicano, che hanno criticato Romney per lo scarso senso di responsabilità dimostrato. Era stato già molto criticato un primo comunicato di Romney, diffuso il 12 settembre poco dopo mezzanotte – l’11 settembre, tradizionalmente, le campagne elettorali sono in tregua – che attaccava l’amministrazione Obama pochi minuti dopo che Hillary Clinton aveva confermato la morte di un funzionario statunitense a Bengasi.

Secondo Mark Halperin, su Time, la conferenza stampa di ieri “rimarrà come una delle mosse più codarde e peggio congegnate della sua intera campagna elettorale”. Joe Scarborough di MSNBC ha scritto di essere “inonandato da email e telefonate di deputati e senatori del partito repubblicano che pensano che Romney abbia sbagliato”. Peggy Noonan, ex speechwriter di Reagan, columnist conservatrice del Wall Street Journal, ha detto che “Romney non si è fatto del bene: in questi casi meglio parlare poco o non parlare affatto”. La conferenza stampa è apparsa a molti sgradevole non solo per le parole usate da Romney ma anche per il suo atteggiamento: il candidato repubblicano ha più volte sorriso tra una domanda e l’altra dei giornalisti, dando l’impressione di essere molto contento e soddisfatto. I fermo immagine con i sorrisi di Romney stanno molto girando online in queste ore.

foto: AP Photo/Charles Dharapak