• Mondo
  • Mercoledì 5 settembre 2012

La disputa delle Senkaku, spiegata

Da Ian Buruma, grande esperto di cose asiatiche, sul Corriere della Sera

(YOMIURI SHIMBUN/AFP/GettyImages)
(YOMIURI SHIMBUN/AFP/GettyImages)

Il Corriere della Sera ha tradotto un articolo di Ian Buruma – saggista ed esperto dell’Asia, olandese che vive negli Stati Uniti – che prova a spiegare la disputa tra Cina, Giappone e Corea del Sud per il controllo delle isole Senkaku-Diaoyutai: una controversia internazionale che si trascina ormai da decenni e pare molto molto lontana da approdare a una soluzione condivisa, tra recenti sviluppi e nuove tensioni. Secondo Buruma in questa «tempesta nei mari orientali» hanno un ruolo importante i sentimenti nazionalisti che dominano i tre paesi.

Non sembrano gran che, quei pochi scogli disabitati, sparpagliati nel Mar della Cina orientale tra Okinawa e Taiwan, e quel paio di minuscoli isolotti nel Mar del Giappone, popolati da qualche pescatore e un manipolo di guardie costiere sudcoreane. I primi, chiamati Isole Senkaku in giapponese e Diaoyutai in cinese, sono rivendicati da Cina, Giappone e Taiwan; i secondi, chiamati Takeshima in giapponese e Tokto in coreano, sono rivendicati da Giappone e Corea del Sud. Ammontano a ben poco, quelle quattro rocce che spuntano dal mare, eppure la disputa sulla loro appartenenza rischia di sfociare in una pesante controversia internazionale: da una parte e dall’altra sono stati richiamati gli ambasciatori, massicce manifestazioni antigiapponesi sono in corso in tutta la Cina — provocando danni a persone e beni giapponesi — mentre tra Tokyo e Seul rimbalzano minacce di ogni genere. Si è arrivati persino a paventare un intervento militare.

I fatti di per sé appaiono semplicissimi: il Giappone si impadronì di queste isole nella sua espansione imperialistica nel corso della guerra sino-giapponese del 1895 e in seguito all’annessione della Corea nel 1905. Prima di allora, la sovranità su queste isole era poco chiara: su Takeshima/Tokto vivevano pescatori giapponesi, mentre la Cina considerava come sue le isole Senkaku/Diaoyutai. Ma nessuna rivendicazione specifica era stata fatta dalle nazioni in causa. Le cose si complicarono dopo la Seconda guerra mondiale. Il Giappone avrebbe dovuto restituire i territori coloniali, ma gli Stati Uniti subentrarono ai giapponesi sia nelle Senkaku sia a Okinawa, per restituire tutte le isole al Giappone nel 1972. I coreani, ancora inviperiti per l’oppressione coloniale subita per oltre mezzo secolo, si impadronirono delle isole Tokto senza darsi pensiero della legalità del loro intervento.

(continua a leggere sulla rassegna stampa del Ministero degli Esteri)

– La storia delle isole contese tra Cina e Giappone

(foto: attivisti cinesi sbarcano su una delle isole in un’azione simbolica, YOMIURI SHIMBUN/AFP/GettyImages)

ALTRE STORIE