Investire su Bob Dylan

I "Bob Dylan bond" saranno collocati sul mercato da Goldman Sachs, tra una settimana: hanno già ricevuto un rating da Standard & Poor's (decisamente basso)

Nessuno avrebbe pensato che la colonna sonora della controcultura anni ’60 potesse avere a che fare con banche d’affari o con le agenzie di rating: eppure, tra circa una settimana, una società di Nashville, Texas (la SESAC) collocherà sul mercato 300 milioni di dollari in un nuovo strumento finanziario chiamato “Bob Dylan bond”. Ad aiutarla nel collocamento sarà Goldman Sachs, la più discussa delle banche, mentre i bond sono già stati valutati da Standard & Poor’s. Il rating assegnato è BBB-, cioè giusto un gradino sopra quello chiamato “spazzatura”.

Il meccanismo che permette di tramutare la voce nasale di Bob Dylan in un valore di mercato è piuttosto semplice, anche se lascia scettici molto investitori. La SESAC emetterà obbligazioni (chiamate appunto bond), cioè venderà un contratto per cui l’acquirente paga subito una cifra e in cambio gli viene corrisposto un interesse fino alla scadenza dell’obbligazione, quando riceverà indietro la cifra inizialmente pagata. A garantire queste obbligazioni, cioè ad assicurare che l’interesse sarà corrisposto e che la cifra sarà rimborsata, ci saranno i diritti che la SESAC detiene sulle trasmissioni della musica e sulle sue performance in pubblico di Bob Dylan (ma anche di Neil Diamond e di altri gruppi e cantanti meno famosi).

Secondo gli analisti l’investimento può essere interessante per almeno due motivi. Il mercato delle royalties musicali sembra essere piuttosto isolato dal resto dell’economia. In altre parole, quando i mercati vanno male, non è detto che succeda anche ai diritti musicali. L’altro motivo è che ci troviamo in un momento in cui i rendimenti offerti dai vari titoli sono spesso molto bassi: il motivo è complicato, ma a che fare principalmente con i tassi praticati dalle Banche Centrali alle altre banche che al momento, nel tentativo di stimolare l’economia, sono molto bassi.

Quindi titoli garantiti da asset esotici (come i diritti sulla musica di Bob Dylan) possono offrire un rendimento interessante: ad esempio, i Bob Dylan Bond da 5 anni pagheranno un interesse del 5,25%, contro lo 0,7% che pagano i bond quinquennali del tesoro americano. Il mercato dei titoli con garanzie “particolari” è quasi raddoppiato l’ultimo anno. Ad esempio, la Miramax ha emesso obbligazioni garantendole con i diritti che arrivano dai DVD di Pulp Fiction e Will Hunting. La Domino’s Pizza ha emesso bond garantiti dai guadagni del suo franchising di pizzerie a domicilio: questi titoli, collocati al 5,25%, hanno avuto una tale domanda che dopo un mese rendevano il 4%.

Rendimenti così alti sono dovuti sia alla natura esotica del titolo, sia allo scetticismo degli investitori (non a caso per S&P i “Bob Dylan bond” sono poco meglio che spazzatura). La SESAC, infatti, non detiene in esclusiva i diritti sulle trasmissioni e sulle performance di Dylan e in più i diritti hanno tradizionalmente un andamento stagionale. Questi fatti potrebbero portare a guadagni piuttosto volatili per la società e quindi a potenziali rischi per gli investitori che hanno comprato i bond.

I Bob Dylan bond non sono i primi bond del genere musicale ad apparire. Nel 1997 David Bowie aveva collocato sul mercato circa 50 milioni di “Bowie bond”, garantiti dai diritti di un suo album. Ma gli amanti della musica (e in particolare di Bob Dylan) e della finanza, possono anche evitare di risparmiare in attesa della prossima settimana. I Bob Dylan bond saranno riservati agli investitori istituzionali con un portafoglio d’investimento di almeno 100 milioni di dollari.