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  • Lunedì 6 agosto 2012

Londra 2012, giavellotto

La storia e le foto della disciplina olimpica che oggi è nel doodle di Google, e perché nel 1986 abbiamo dovuto cambiare modo di costruire le aste

3 Aug 1996: Steve Backley of Great Britain throws his first toss of the day during the men's javelin finals in the 1996 Centennial Olympic games at Olympic Stadium in Atlanta, Georgia.
3 Aug 1996: Steve Backley of Great Britain throws his first toss of the day during the men's javelin finals in the 1996 Centennial Olympic games at Olympic Stadium in Atlanta, Georgia.

Il doodle di Google di oggi è dedicato al tiro del giavellotto. Le qualificazioni maschili si svolgeranno l’8 agosto dalle 20.05 e la finale si terrà l’11 agosto alle 20.20; le qualificazioni femminili si svolgeranno martedì 7 agosto alle 11.00 e la finale il 9 agosto alle 22.00.

Il tiro del giavellotto è una disciplina dell’atletica e fa parte dei lanci, insieme a quello del disco, del martello e al getto del peso. Fa inoltre parte delle gare di decathlon maschile ed eptathlon femminile. L’obiettivo è lanciare il giavellotto, un’asta appuntita e sottile fatta di metallo e fibra di vetro, il più lontano possibile. Il giavellotto maschile pesa 800 grammi ed è lungo tra i 2,6 e i 2,7 metri, quello femminile pesa 600 grammi ed è lungo tra i 2,2 e i 2,3 metri. La definizione corretta è “tiro” e non “lancio”, spiega Wikipedia:

Viene definito tiro del giavellotto in quanto l’attrezzo non viene propriamente lanciato lontano da sè, come avviene per esempio nel getto del peso, ma viene tirato verso il corpo dell’atleta e poi rilasciato verso la zona di caduta.
La diffusione della locuzione impropria è dovuta al fatto che con il getto del peso, il lancio del disco e il lancio del martello appartiene alla classe delle specialità dell’atletica definita lanci.

Gli atleti prendono la rincorsa e lanciano il giavellotto con un’angolazione tra i 30 e 40 gradi verso l’alto e a una velocità che può superare i 110 chilometri orari. Perché il tiro sia valido la prima parte del giavellotto che deve toccare terra è la punta. Negli anni Ottanta gli atleti erano diventati talmente potenti e scagliavano il giavellotto talmente lontano (oltre 100 metri) da rappresentare una minaccia per gli altri atleti che gareggiavano nello stadio. Per questo motivo nel 1986 l’Associazione internazionale delle Federazioni di atletica leggera (IAAF) modificò le caratteristiche del giavellotto maschile spostandone il centro di gravità di 4 centimetri in avanti per farlo atterrare prima. Quello femminile fu modificato nel 1999. Secondo queste modifiche il recordo olimpico maschile è di 90,57 metri, realizzato dal norvegese Andreas Thorkildsen a Pechino 2008, e quello femminile è di 71,53 metri, della cubana Osleidys Menendez ad Atene. Il record mondiale maschile è pari a 98,48 metri, detenuto dal ceco Jan Železný dal 1996 e quello femminile è di 72,28 metri, realizzato dalla connazionale Barbora Špotáková nel 2008.

Dai tempi dei Micenei fino a quelli dell’Impero romano il giavellotto era un’arma di uso comune. Era più leggero di una lancia e per questo poteva essere lanciato in modo più preciso e a una maggiore distanza. I giavellotti usati dagli atleti erano comunque più leggeri di quelli militari perché lo scopo era quello di mostrare la distanza a cui riuscivano a scagliarlo. L’altra differenza era l’ankyle, una striscia di cuoio avvolta a metà del giavellotto con un cappio in cui gli atleti infilavano il dito indice e il medio: nel momento del tiro l’ankyle si srotolava e conferiva maggiore stabilità e lunghezza al volo. Il tiro del giavellotto ha una lunga tradizione nei paesi nordici europei: delle 69 medaglie olimpiche maschili finora assegnate 32 sono andate ad atleti norvegesi, finlandesi e svedesi.