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  • Lunedì 6 agosto 2012

La storia di Valeria Straneo

L'italiana che ieri è arrivata ottava alla maratona ha una malattia genetica e ha cominciato a correre seriamente due anni fa, dopo l'asportazione della milza

Ieri l’atleta italiana Valeria Straneo è arrivata ottava alla maratona femminile delle Olimpiadi di Londra. Per tutta la prima parte della gara Straneo ha corso nel gruppo di testa, rallentando solo dopo un malore al 34esimo chilometro e chiudendo la gara in 2 ore, 25 minuti e 27 secondi, quarta classificata tra le atlete europee. La gara è stata vinta dall’etiope Tiki Gelana (che ha vinto la competizione in 2 ore, 23 minuti e 7 secondi, stabilendo il nuovo record olimpico), la keniana Priscah Jeptoo è arrivata seconda e la russa Tatyana Petrova terza.

Valeria Straneo è nata ad Alessandria, ha 36 anni, una laurea in lingue e letteratura straniera, due figli e una malattia genetica, la sferocitosi, che modifica la forma dei globuli rossi e causa l’anemia. Dopo un passato da dilettante o quasi, nel 2010 ha ricominciato a correre dopo un’operazione di asportazione della milza. Nel 2011 ha corso la prima volta rappresentando l’Italia, correndo la mezza maratona Roma-Ostia in 1 ora, 7 minuti e 46 secondi. Alla sua seconda maratona, quella di Berlino, è arrivata al traguardo in 2 ore, 26 minuti e 33 secondi, e si è qualificata alle Olimpiadi. Appena qualche mese prima aveva ottenuto il primato italiano a Rotterdam in 2 ore, 23 minuti e 44 secondi, arrivando seconda dietro alla neo campionessa olimpica Tiki Gelana.

Prima dell’operazione Valeria Straneo non aveva mai partecipato a gare internazionali. Giorgio Rondelli nel suo blog “Di corsa”, su Corriere.it, racconta che alcune altre atlete l’hanno implicitamente accusata di essere in qualche modo favorita dai farmaci che assume per via della sua condizione. Straneo è controllata costantemente dal settore medico della Fidal, la Federazione italiana di atletica leggera, e non ha mai presentato valori anomali.

In un’intervista del marzo scorso, quando le è stato chiesto come sia stato possibile questo passaggio dall’anonimato alle gare internazionali, per giunta dopo l’asportazione della milza, ha spiegato: «Prima la corsa era solo il contorno alle mie attività della giornata, lo studio, il lavoro, la famiglia. Nel 2001 mi sono laureata in lingue e ho cominciato a lavorare, poi nel 2004 mi sono sposata e nel 2006 è nato il mio primo figlio, Leonardo, l’anno dopo Arianna, avevo altre cose per la testa e non mi allenavo con continuità. Ho lasciato il lavoro per riuscire ad allenarmi al meglio, ora faccio 13 allenamenti a settimana, prima era impensabile».

«Sono contentissima, speravo di entrare nelle prime dieci e ce l’ho fatta. Nei chilometri finali ho avuto qualche problema, avevo un fortissimo mal di pancia, stavo malissimo ed ero sul punto di fermarmi, ma ho stretto i denti e sono andata avanti. Nella prima parte della gara mi sono messa in testa al gruppo, non mi piace correre in mezzo con il rischio di prendere calci e poi cadere. Potevo seguire quel ritmo, ho fatto la mia parte».

Foto:AP/Jae Hong