Il processo Apple-Samsung continua

Le foto dei primi prototipi dell'iPhone e le cose che i suoi ideatori hanno dovuto svelare davanti alla giuria

Da una settimana i due principali produttori di smartphone al mondo, Apple e Samsung, si stanno confrontando in un aula del tribunale di San Jose in California. Le due società si accusano a vicenda di aver violato diversi brevetti per le tecnologie inserite nei loro dispositivi, chiedendo alla controparte risarcimenti miliardari e la sospensione delle vendite di alcuni smartphone e tablet in diversi paesi. Secondo analisti e osservatori, il processo potrà condizionare il futuro del mercato dei dispositivi mobili e anche di Android, il sistema operativo di Google utilizzato da Samsung su buona parte dei propri tablet e smartphone.

L’iniziativa legale sta anche obbligando Apple a svelare informazioni e dettagli sul modo in cui furono progettati alcuni prodotti come gli iPhone e gli iPad. Tradizionalmente la società non diffonde dettagli su come funzionano le cose al proprio interno, ma per poter muovere le proprie accuse e smontare quelle di Samsung nell’ultima settimana molti dei suoi manager chiamati a testimoniare hanno dovuto svelare alcuni segreti, piccoli e grandi, sulla creazione e la commercializzazione dei suoi prodotti di maggiore successo degli ultimi anni.

Il vicepresidente di Apple per il marketing, Phil Schiller, per esempio, ha dovuto spiegare in aula parte delle strategie adottate dalla società per far conoscere e pubblicizzare gli iPhone e gli iPad. È così emerso che negli ultimi cinque anni, quindi dal lancio del primo modello di iPhone, Apple ha speso solo negli Stati Uniti circa 647 milioni di dollari per la pubblicità del suo smartphone. Per l’iPad, in commercio dal 2010, la spesa è stata di 457,2 milioni di dollari. Le iniziative di marketing dei due dispositivi sono quindi costate un miliardo di dollari in pochi anni, negli Stati Uniti, e hanno contribuito notevolmente al successo dei prodotti Apple. L’entità della spesa è stata discussa anche per dimostrare l’impegno economico della società per contrastare la concorrenza di Samsung che, secondo i legali Apple, avrebbe copiato molte delle funzionalità dei suoi smartphone e tablet.

Il nodo centrale del processo è legato proprio alla progettazione e alla commercializzazione dei primi dispositivi. Apple vuole dimostrare di essere stata copiata da Samsung, mentre quest’ultima vuole dimostrare alla giuria che Apple si ispirò per il design ad alcuni prodotti realizzati da Sony prima della messa in produzione dell’iPhone. Per questo motivo Apple ha mostrato alcuni prototipi, spiegando in aula come fu gestita la progettazione dello smartphone e quali idee furono messe da parte o rimandate per cause tecniche o per motivi di tempo.

Il progettista Christopher Stringer ha illustrato le caratteristiche di diversi prototipi, che furono poi abbandonati. Ha spiegato che molte idee nacquero durante diverse sessioni di gruppo, anche nelle aree di relax e di ricreazione: gli schizzi fatti a mano venivano poi elaborati al computer, con modelli tridimensionali. Stringer ha detto che alla fine, dopo mesi di studi e migliorie, fu scelto il design più promettente. Si trattò comunque di uno sforzo notevole e fino all’ultimo lo stesso Steve Jobs fu dubbioso sul fatto che Apple potesse davvero realizzare uno smartphone con le caratteristiche che poi furono sviluppate.

Scott Forstall, il responsabile di Apple per il sistema operativo dei dispositivi mobili (iOS), venerdì scorso ha testimoniato al processo spiegando che a partire dal 2004 la società assunse regole inusuali per mettere insieme il gruppo di sviluppo di ciò che sarebbe poi diventato l’iPhone. Sotto la spinta dell’allora amministratore delegato, Steve Jobs, Forstall mise in piedi una struttura all’interno della società che si mise al lavoro al nuovo progetto per l’iPhone, chiamato “Project Purple”. Jobs disse a Forstall che data l’estrema riservatezza del progetto avrebbe potuto assumere solo persone fidate e già dipendenti di Apple.

Un piano dell’edificio che ospita la società, a Cupertino (California), fu completamente isolato per ospitare le persone che avrebbero lavorato al progetto. Furono installati nuovi sistemi di videosorveglianza e fu istituto un sistema basato su tessere elettroniche per l’ingresso nella zona. Un cartello con la scritta “Fight Club”, ispirato all’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk e al conseguente film di David Fincher, ricordava ai partecipanti che nulla di ciò che accadeva in quel piano poteva essere raccontato all’esterno.

“Project Purple” si espanse man mano che Forstall e colleghi iniziarono a incontrare le prime difficoltà, legate soprattutto alla progettazione di sistemi e soluzioni per uno schermo sensibile al tocco (touchscreen) che non esistevano prima. Circa mille persone facevano direttamente riferimento a Forstall, ora quando ci sono riunioni e incontri sono circa duemila. Per dimostrare l’originalità delle soluzioni studiate, Forstall ha spiegato anche di aver registrato un brevetto per ingrandire porzioni di una pagina web, toccando due volte velocemente lo schermo del dispositivo. Ideò questa soluzione dopo essersi reso conto di passare molto tempo a “pinzare” con le dita il testo sulle pagine per ingrandirlo e spostarlo. Il doppio tocco consente di fare lo zoom sul testo e di aggiustarlo rispetto alle dimensioni dello schermo, rendendo più agevole la lettura.

Forstall ha anche confermato che un altro dirigente di Apple, Eddie Cue, consigliò di procedere con la progettazione di un nuovo tipo di tablet più piccolo rispetto all’iPad, con uno schermo intorno ai 7 pollici. L’idea gli venne dopo aver provato un tablet di Samsung. In una email, inviata all’attuale amministratore delegato di Apple, Tim Cook, Cue disse che ci sarebbe presto stato un mercato per i tablet da 7 pollici e che sarebbe stato opportuno concentrarsi anche in quel settore. La comunicazione avvenne nel gennaio dello scorso anno e da allora sono usciti diversi modelli con schermi da 7 pollici, compreso il recente tablet di Google, il Nexus 7. Si parla da tempo della possibilità che Apple realizzi un iPad più piccolo e meno costoso, che potrebbe forse essere pronto entro la prossima stagione degli acquisti natalizi. Secondo gli analisti, le testimonianze fornite al processo potrebbero confermare queste intenzioni da parte della società.