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  • Giovedì 2 agosto 2012

Trovato l’accordo per nuovi tagli in Grecia

Dopo lunghe trattative, nonostante una situazione sociale sempre più grave e tutti gli obiettivi concordati con UE, BCE e FMI siano stati disattesi

La coalizione di governo greca ha trovato un accordo per un nuovo piano di tagli del valore complessivo di circa 11,5 miliardi di euro nel corso dei prossimi due anni. L’annuncio è arrivato dopo una riunione di circa due ore – descritta dalla stampa greca come “tesa” e “spossata” – tra i leader dei tre partiti che compongono la coalizione, in carica da sole cinque settimane: Nuova Democrazia di centrodestra, di cui fa parte anche il primo ministro Antonis Samaras, i socialisti del PASOK guidati dall’ex ministro delle finanze Evangelos Venizelos e il piccolo partito Sinistra Democratica di Fotis Kouvelis.

I nuovi tagli, annunciati da tempo e che avranno effetto nel 2013 e 2014, sono necessari per ottenere un’altra rata da 31 miliardi di euro, prevista a settembre, del prestito internazionale di 173 miliardi che viene negoziato da mesi con i rappresentanti della Banca Centrale Europea, del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea (la cosiddetta troika).

Le nuove misure erano in discussione fin dall’insediamento del governo, con il PASOK e Sinistra Democratica che hanno ritardato l’accordo fino a ieri e nel tentativo di estendere il periodo in cui si faranno i nuovi tagli da due a quattro anni. In teoria, tutti i tre partiti al governo sono d’accordo sulla necessità di prolungare di altri due anni, fino al 2016, il raggiungimento degli obiettivi di bilancio per le finanze pubbliche, ma i rappresentanti delle istituzioni internazionali hanno fatto sapere che la richiesta non è accettabile.

Non si sanno ancora i dettagli dei tagli di spesa, che dovrebbero essere precisati intorno alla fine di agosto, secondo quanto ha detto il ministro delle Finanze, ma dovrebbero farne parte circa 6 miliardi di euro di riduzioni nelle pensioni e negli stipendi del pubblico impiego. Il parlamento voterà le misure a settembre.

I dati sull’economia greca, intanto, continuano a essere disastrosi: il 2012 sarà il quinto anno di recessione, con una riduzione del PIL che il primo ministro Samaras ha stimato nel 7 per cento circa. Praticamente tutti gli obiettivi di finanza pubblica che erano previsti nel piano di aiuti concordato con UE, BCE e FMI sono stati disattesi. Per citare uno dei più recenti, dal piano di privatizzazioni di proprietà statali non si riuscirà a ottenere i 3,2 miliardi di euro previsti per quest’anno. La situazione è stata aggravata negli ultimi mesi dal fatto che tra maggio e giugno si sono tenute due volte le elezioni legislative, dato che il primo voto non aveva prodotto una maggioranza stabile in parlamento (ma anche quella attuale ha già mostrato crepe, come dimostrano le discussioni sulla nuova manovra).

La situazione sociale, nel frattempo, si aggrava. Ieri il ministro dell’Interno Evripidis Styliandis, di Nuova Democrazia, ha annunciato che i fondi statali per i comuni previsti per agosto saranno ridotti del 30 per cento: i soldi risparmiati serviranno a pagare i servizi sociali per diverse categorie tra cui i disabili e i malati di cancro. Circa 183.000 persone che ne avevano fatto richiesta non hanno ricevuto i pagamenti dei servizi sociali per i mesi di maggio e giugno, per un totale di 130 milioni di euro. Il ministero delle Finanze ha detto che i ritardi sono dovuti a un censimento, fatto per scoprire i casi di falsi invalidi e richieste di sussidio non legittime, ma il quotidiano Ekathimerini ha scritto che dopo l’annuncio del taglio dei trasferimenti agli enti locali “è ora chiaro che la colpa era invece di una mancanza di fondi”.

foto: il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso (a sinistra) parla con il primo ministro greco Antonis Samaras, durante una conferenza stampa ad Atene il 26 luglio 2012.
(LOUISA GOULIAMAKI/AFP/GettyImages)