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  • Mercoledì 1 agosto 2012

Perché seguire il sollevamento pesi

Le regole e la storia, fin da quando si sollevavano tori e vitelli, spiegati in un libro pubblicato da Isbn

on Day 3 of the London 2012 Olympic Games at ExCeL on July 30, 2012 in London, England.
on Day 3 of the London 2012 Olympic Games at ExCeL on July 30, 2012 in London, England.

Il 5 luglio è uscito, per la casa editrice Isbn Edizioni, Olimpiadi, di David Goldblatt e Johnny Acton. Il libro è un’utile e rapida guida che dedica ogni capitolo a uno o più sport olimpici, spiegandone le regole, la storia e i motivi per cui seguirlo. Di seguito, il capitolo dedicato al sollevamento pesi. Su Bookrepublic si può acquistare il libro per intero a 8,99 euro o alcune sue parti a 0,99 centesimi, come quella dedicata alla lotta, al pugilato e al sollevamento pesi.

Sollevamento pesi
28 luglio-7 agosto 2012
Excel Arena, Londra
Atleti: 260 | Medaglie d’oro in palio: 15

Presenza all’Olimpiade
1896, 1904 e dal 1920 in poi.

Formato olimpico
In tutte e otto le categorie di peso gli atleti si esibiscono in due tipi di sollevamento: lo «strappo», in cui sollevano la sbarra sopra la testa in un unico movimento, e lo «slancio», nel quale il sollevamento avviene in due fasi. Il peso massimo sollevato nelle due specialità viene sommato per determinare il totale dell’atleta.

Favoriti
In campo maschile i paesi guida sono Grecia, Turchia, Russia, Bulgaria e Cina. Tra le donne dovrebbero dominare le atlete asiatiche, in particolare le cinesi.

Medaglie d’oro ai Giochi
URSS: 39
Cina: 24
Stati Uniti: 16
Bulgaria: 12 Italia: 5

Perché guardare il sollevamento pesi?
Se i 100 metri piani sono la forma più pura della parte citius («più veloce») del motto olimpico, mentre il salto in alto e quello con l’asta lo sono dell’altius («più in alto»), il fortius («più forte») spetta di diritto al sollevamento pesi. Lo sport offre uno dei migliori spettacoli dei Giochi. Avrà pure un curriculum di doping che può rivaleggiare con quello del Tour de France, ma alle Olimpiadi esistono poche visioni altrettanto entusiasmanti di un atleta che si dà la carica a livelli quasi spasmodici prima di sollevare sopra la testa un peso tre volte superiore al suo.

La meccanica dello sport favorisce gli atleti bassi e tozzi, che non devono sollevare il peso all’altezza dei loro avversari dagli arti più lunghi. L’esempio più estremo fu lo statunitense Joe Di Pietro, vincitore nella categoria dei pesi gallo nel 1948. Alto appena 147 centimetri, aveva braccia così corte da riuscire a stento ad alzare la sbarra sopra la testa.

A parte la necessità di braccia corte e forza bruta, in questo sport è fondamentale l’aspetto psicologico: se un pesista non crede di riuscire a sollevare il peso, non lo farà mai. Al contrario, se riesce ad autoconvincersi di poterlo fare, può darsi che ci riesca. Nel frattempo, il fatto che i concorrenti abbiano a disposizione solo tre tentativi in ciascuna specialità fa sì che tentino di influenzarsi psicologicamente a vicenda. Uno degli espedienti più utilizzati è quello di scegliere un peso di partenza intimidatorio. Ovviamente si tratta di una strategia che può rivelarsi controproducente; non è raro che un pesista scelga una sbarra iniziale tanto pesante da non riuscire a sollevarla nemmeno una volta.

Storia del sollevamento pesi
È fuori di dubbio che gli uomini confrontino le rispettive forze sollevando oggetti pesanti fin da quando furono dotati di pollici opponibili. La più antica testimonianza di questa pratica risale comunque all’antico Egitto: nella tomba di Beni Hassan c’è infatti una pittura murale risalente al 3500 a.C. raffigurante degli uomini che sollevano pesi (probabilmente sacchi di sabbia).

Il sollevamento pesi era molto importante anche nell’antica Grecia, sia come allenamento per i soldati sia come dimostrazione di virilità. Una pietra di arenaria rossa di 143 kg in mostra al museo archeologico di Olimpia porta questa iscrizione: «Bybon, figlio di Phola, mi ha alzato sopra la sua testa con una mano sola». Nel frattempo il contemporaneo di Bybon, Milone di Crotone, il superman del sesto secolo avanti Cristo che ritroveremo più avanti nel capitolo sulla lotta, fu il primo pesista a utilizzare un sistema progressivo di addestramento alla resistenza. Acquistato un vitello maschio, iniziò a sollevarlo tutti i giorni fino a quando non diventò un toro maturo. Quando non riuscì più a sollevarlo, lo mangiò.

I Romani ereditarono dai Greci la predilezione per il sollevamento pesi, ma durante il Medioevo il centro di questa attività si spostò ai confini celtici e scandinavi dell’Europa.

Il sollevamento pesi nella sua forma moderna nacque dalla mania per il classico che si diffuse in Europa e Stati Uniti nel Diciottesimo e Diciannovesimo secolo. Il fenomeno che rese affascinante il sollevamento pesi fu tuttavia il Circus Strongman. Su entrambe le sponde dell’Atlantico la gente accorreva a guardare grossi omoni con baffi a manubrio che spezzavano catene, sollevavano cavalli e alzavano cannoni.

Uno dei membri più autorevoli di questa pittoresca combriccola fu il tedesco Louis Attila, all’anagrafe Ludwig Durlacher, nato nel 1844. Dopo un periodo passato in società con Valerie la Gladiatrice Femmina, introdusse una serie di innovazioni nel sollevamento pesi, tra cui il bilanciere a sfere. Questo sistema, che permetteva di variare con precisione il peso dell’attrezzo, significò la fine dei vecchi manubri (in origine delle aste con un paio di campane prive di batacchio alle due estremità).

Tra le altre innovazioni che aiutarono a trasformare il sollevamento pesi da spettacolo da baraccone a sport vero e proprio ci fu il sistema di caricamento a dischi, introdotto intorno al 1880 da M.M. Pelletier Monnier, e negli anni venti del secolo scorso il primo utilizzo da parte di Charles Rigoulot della sbarra lunga e molleggiata, di cui si servì per stabilire il nuovo record del mondo nella categoria a slancio. Nel frattempo, l’allenamento diventava sempre più scientifico. Nel 1906 W.A. Pullum fondò la prima scuola di sollevamento pesi che poneva l’accento più sulla tecnica che sulla forza. Sei anni dopo convalidò il suo metodo diventando il primo britannico a sollevare il doppio del suo peso corporeo.

L’ultimo tassello del puzzle fu la creazione nel 1920 di un ente di governo internazionale dello sport, l’International Weightlifting Federation, e la nascita di gare femminili. La prima gara riservata alle donne si svolse negli Stati Uniti nel 1947.

Fondamentali del sollevamento pesi

Formato
Gli uomini gareggiano in otto categorie di peso (56 kg, 62 kg, 69 kg, 77 kg, 85 kg, 94 kg, 105 kg, oltre 105 kg) le donne in sette (48 kg, 53 kg, 58 kg, 63 kg, 69 kg, 75 kg, oltre 75 kg). A Londra saranno presenti 156 atleti nelle gare maschili e 104 in quelle femminili. Nessun paese può schierare più di dieci atleti in totale o più di due in ogni singola gara.

Regole
I concorrenti devono effettuare sollevamenti validi sia nello strappo che nello slancio, categorie che hanno luogo in quest’ordine. In ogni disciplina è concesso un massimo di tre tentativi, che l’alzata sia riuscita o meno. Un volta chiamato in pedana, il concorrente ha a disposizione un minuto per iniziare l’alzata, o due se è stato l’ultimo a effettuare l’alzata nel turno precedente. In caso riesca a sollevare il peso, nel tentativo successivo questo dev’essere incrementato nella misura minima di 1 kg (anche se di solito i pesi vengono aumentati di multipli di 2,5 kg).

Perché un’alzata sia considerata valida dev’essere eseguita nel numero corretto di movimenti: uno nello strappo, due nello slancio. Una volta che il peso si trova sopra la testa, i gomiti si devono bloccare e le gambe richiudere, mentre il concorrente deve restare in completo controllo dell’attrezzo finché almeno due giudici su tre segnalano l’alzata valida.

Per farlo ciascun giudice preme un bottone che accende una luce bianca. Le alzate non valide vengono segnalate da una luce rossa. Esiste inoltre una giuria che controlla l’operato dei giudici. Se un pesista lascia cadere il bilanciere prima di averlo abbassato all’altezza della vita, l’alzata è tecnicamente nulla. Se due concorrenti alzano lo stesso peso totale durante la gara, quello con il peso corporeo inferiore si classifica meglio.

Tecnica
Il modo normale di afferrare il bilanciere è noto come gancio. Il pollice si avvolge sul bilanciere, chiuso strettamente da indice e medio. Lo strappo è la specialità più difficile, perché il pesista deve sapere con precisione quando posizionare il corpo sotto il bilanciere prima della spinta decisiva verso l’alto. Se lo fa troppo presto il bilanciere può cadergli sul petto. Se lo fa troppo tardi cadrà all’indietro, con buone probabilità di slogargli una spalla.

Di solito nello slancio i pesisti sistemano le mani più vicine tra loro rispetto allo strappo. Dopo avere completato il primo movimento (portare il bilanciere all’altezza delle spalle) l’atleta si acquatta con una gamba davanti all’altra, quindi raddrizza le gambe e al tempo stesso spinge in alto con le braccia.

Attrezzatura
L’alzata avviene su una pedana di legno larga 4 x 4 metri dalla superficie antisdrucciolo. I pesi a disco, fissati su entrambi i lati da un colletto di 2,5 kg, sono di diversi colori a seconda del peso dal bianco (0,5 kg) al rosso (25 kg). I concorrenti indossano dei body a un solo pezzo, con o senza una t-shirt sotto. Possono portare una cintura di supporto, guanti, fasce alle ginocchia e berretto. I pesisti possono cospargersi le mani di gesso per aumentare la presa, e ne approfittano copiosamente. Possono anche annusare sali di carbonato di ammonio per incrementare la loro combattività.

Le finezze

Caricarsi
Uno dei divertimenti offerti dalla visione di questo sport sta nel cercare di indovinare se un atleta riuscirà o meno a sollevare un determinato peso basandosi su come si comporta pochi attimi prima di effettuare il tentativo. Fate attenzione al modo in cui il pesista si ingessa le mani, alla sua espressione e al linguaggio del corpo. Tradiscono nervosismo o suggeriscono fiducia in se stessi? E l’impressione cambia o no nei sessanta secondi che gli sono concessi tra il momento in cui sale in pedana e quello in cui tenta l’alzata?

Alcuni pesisti hanno metodi alquanto singolari per caricarsi. Il curdo iraniano Mohammad Nasiri, vincitore nei pesi gallo a Città del Messico, pregava per trenta secondi, poi si rivolgeva al bilanciere gridando «Ya Ali!» in omaggio al primo leader degli sciiti. Il giapponese Takashi Ichiba, quarto classificato nella stessa categoria ai Giochi del 1984, faceva un salto mortale all’indietro prima di ogni tentativo. Altri pesisti si percuotono in modo più o meno violento per far salire l’adrenalina.

Gomiti, esplosioni ed esecuzione
Quando arriva il momento della verità, cercate di valutare il grado di esplosività dell’alzata. È un ottimo sistema per capire quante energie abbia ancora in serbo l’atleta. La velocità di esecuzione è essenziale nelle alzate riuscite, in quanto minimizza il dispendio di energie. Controllate se i gomiti si bloccano e le gambe si uniscono nell’ultima fase dell’alzata. Se non lo fanno, l’alzata dovrebbe essere considerata nulla. Lasciatevi trascinare dall’emotività della folla. Gli appassionati del sollevamento pesi sono piuttosto rumorosi, perciò non vergognatevi di urlare rivolti al televisore.

Il sollevamento pesi alle Olimpiadi
Il sollevamento pesi era nel programma dei primi Giochi dell’era moderna ad Atene, ma si trattava di qualcosa di molto diverso rispetto allo sport attuale. Per prima cosa era considerata una specialità di atletica leggera. In secondo luogo non esistevano categorie di peso (che vennero introdotte solo da Anversa 1920 in poi). C’erano invece due sole competizioni, aperte a tutti. Il britannico Launceston Elliot vinse l’oro nel sollevamento a una mano, ma dovette accontentarsi dell’argento nella gara a due mani. Sollevò lo stesso peso (111,5 kg) del vincitore, il danese Viggo Jensen, ma il suo stile fu giudicato inferiore. Autentico atleta polivalente, Jensen vinse un altro paio di medaglie nel tiro e giunse quarto nella salita alla fune.

Lo sport non fu presente ai Giochi del 1900 ma tornò nell’edizione di St. Louis. Furono ancora due gli eventi in programma, questa volta l’alzata a due mani e la gara di «manubrio completo», che prevedeva una sconcertante varietà di nove sollevamenti diversi. Il campo dei partecipanti fu esiguo (cinque atleti, di cui quattro a medaglia) il che può spiegare l’assenza del sollevamento pesi ai Giochi di Londra 1908 e Stoccolma 1912. Ma lo sport tornò alle Olimpiadi di Anversa del 1920 e da allora non è più mancato.
Tuttavia, si dovette ancora armeggiare per qualche tempo sulla formula. I sollevamenti a una mano restarono in programma fino a Los Angeles 1932, quando si scelse un formato a tre specialità (strappo, slancio e distensione lenta, che prevedeva l’alzata fino alle spalle e un’attesa di due secondi prima di sollevare il peso sopra la testa con la sola forza delle braccia) che rimase invariato fino all’abbandono della distensione lenta nel 1972.
Nell’era olimpica, tre regioni del mondo hanno dominato lo sport nelle varie epoche. Gli anni venti appartennero a Italia, Francia ed Europa Centrale, gli anni trenta e quaranta a Egitto e Stati Uniti. Il periodo migliore del sollevamento pesi azzurro andò dal 1920 al 1932, quando l’Italia conquistò 9 delle sue 14 medaglie totali. Ad Anversa 1920 gli azzurri vinsero un oro e un argento, ma il vero exploit fu a Parigi nel 1924, quando il bottino fu di ben tre medaglie d’oro: seguirono due argenti nel 1928 e un argento e un bronzo nel 1932. L’ultima medaglia azzurra nel sollevamento pesi risale a Los Angeles 1984, quando Norberto Oberburger vinse il titolo nei pesi massimi.

Larga parte del successo americano nel periodo trenta/quaranta va attribuito a Bob Hoffman di York, Pennsylvania, che assunse giovani e promettenti immigrati europei nella sua industria di bruciatori a nafta per poi allenarli nella sua palestra. Il drastico declino della pesistica americana dopo la Seconda guerra mondiale coincise con l’ascesa del Blocco Sovietico, i cui pesisti fecero la parte del leone nel medagliere tra il 1950 e la caduta del Muro di Berlino. In anni recenti il cerchio si è chiuso, e le nazioni dal più antico pedigree nella disciplina (Cina, Grecia, Turchia e Bulgaria) sono tornate a dettare legge.