L’email di Giarda sulla “spending review”

Il ministro ha scritto al presidente della provincia di Torino dissociandosi da una norma della spending review: «è contraria a tutto quello che ho sempre pensato»

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
26-04-2011 Roma
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Nella foto: Piero Giarda, rapporti con il Parlamento
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In the picture: Piero Giarda, ralation with the Parliament
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 26-04-2011 Roma Politica Camera - question time Nella foto: Piero Giarda, rapporti con il Parlamento Photo Mauro Scrobogna /LaPresse 26-04-2011 Roma Politics Chamber of Deputies - question time In the picture: Piero Giarda, ralation with the Parliament

Oggi il Corriere della Sera ha pubblicato un’email inviata il 13 luglio 2012 dal ministro per i Rapporti del Parlamento, Piero Giarda, al presidente della provincia di Torino, Antonio Saitta, sul tema della cosiddetta “spending review”, il decreto per la revisione della spesa pubblica. Nell’email, il ministro risponde ad Antonio Saitta, che gli aveva precedentemente scritto contestando i tagli dei fondi agli enti locali previsti dal decreto. Giarda scrive:

«Ho cercato invano di far cambiare quella norma. È contraria a tutto quello che ho sempre pensato in materia di finanza locale. Speriamo che il Senato sia più saggio del governo»

Il presidente della provincia di Torino aveva inviato la stessa email anche al ministro dell’economia Vittorio Grilli e al commissario per la revisione della spesa pubblica Enrico Bondi, senza ricevere però alcuna risposta. La comunicazione di Giarda, in cui manifesta con chiarezza il suo dissenso sui tagli del governo Monti, è stata resa pubblica dopo l’esplicita autorizzazione dello stesso ministro, che ha cercato di minimizzare smentendo il fatto che alla base della sua risposta ci fosse un disagio personale e facendo sapere che le sue parole facevano riferimento a un semplice miglioramento delle modalità per la ripartizione dei tagli.

Con Grilli «non c’è nessuna rivalità», ha spiegato Giarda, e nemmeno con Bondi «che del resto ho indicato io». In una nota diffusa oggi dal suo ufficio stampa, Giarda ha anche fatto sapere come nel governo non ci sia alcun “duello”, come invece ipotizzato dal Corriere della Sera:

Nessun ‘caso Giarda’ nel governo. E’ privo di fondamento quanto riportato oggi dal Corriere della Sera che parla di ‘duello’ sulla spending review. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento lavora in stretto raccordo con tutti i colleghi dell’esecutivo e con Enrico Bondi, nominato commissario per la spending review su sua indicazione.

Giarda peraltro ha sempre ritenuto che la revisione della spesa possa avvalersi delle capacità manageriali di Bondi anche nelle fasi successive dell’operazione relative alla riorganizzazione dei ministeri.

La e-mail inviata per atto di cortesia dal Ministro al vice presidente dell’Upi, Antonio Saitta, sul tema dei tagli alle province previsti nel decreto sulla spending review, è stata utilizzata in modo strumentale. A tale riguardo la posizione di Giarda, che si è sempre preoccupato di salvaguardare l’autonomia degli enti locali, è nota: l’entità della riduzione dei trasferimenti deve essere confermata perchè rientra nelle disposizioni volte ad evitare l’aumento dell’iva, obiettivo considerato assolutamente prioritario.

Sulle modalità per la ripartizione dei tagli il testo, che il Consiglio dei Ministri ha approvato con urgenza nella notte tra il 5 e il 6 luglio, può essere migliorato nel corso dell’iter parlamentare, introducendo criteri, concordati con comuni e province, che non penalizzino le amministrazioni virtuose. In questo senso il Senato, dove è in corso l’esame del decreto il prima lettura, valuterà le relative modifiche anche in base ad emendamenti che sono già stati presentati.

Il decreto sulla revisione della spesa dello Stato, secondo quanto comunicato dal Consiglio dei ministri, comporterà un risparmio di 4,5 miliardi per il 2012 e di 10,5 miliardi per il 2013 (con un taglio di 500 milioni di euro per il 2012 e di 1 miliardo di euro per il 2013 sulle Province) permettendo così di evitare momentaneamente l’aumento automatico dell’IVA e di estendere la copertura dei cosiddetti lavoratori “esodati” ad altre 55mila persone. In mezzo ci sono accorpamenti e abolizioni di enti e province, blocchi alla spesa e meccanismi di risparmio forzato.

– La spending review in 22 punti, brevi

(Nella foto: Piero Giarda – Mauro Scrobogna /LaPresse)