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  • Lunedì 23 luglio 2012

Oggi in Iraq sono state uccise più di 100 persone

Una serie di attacchi probabilmente coordinati in 13 città diverse ha colpito soprattutto militari, centrali di polizia e funzionari del governo

An Iraqi soldier looks at the burning shell of a car, one of a series of car bombs targeting army and police patrols in Kirkuk and the eponymous province's towns of Tuz Khurmatu and Dibis which killed at least five people and wounded 20 others on July 23, 2012. A spate of attacks in Baghdad and north of the capital killed at least 45 people, security and medical officials said, in an updated toll of earlier attacks. AFP PHOTO/MARWAN IBRAHIM (Photo credit should read MARWAN IBRAHIM/AFP/GettyImages)
An Iraqi soldier looks at the burning shell of a car, one of a series of car bombs targeting army and police patrols in Kirkuk and the eponymous province's towns of Tuz Khurmatu and Dibis which killed at least five people and wounded 20 others on July 23, 2012. A spate of attacks in Baghdad and north of the capital killed at least 45 people, security and medical officials said, in an updated toll of earlier attacks. AFP PHOTO/MARWAN IBRAHIM (Photo credit should read MARWAN IBRAHIM/AFP/GettyImages)

Nella giornata di oggi in Iraq una serie di attacchi, bombe e sparatorie, probabilmente coordinati, hanno ucciso più di 100 persone. Secondo BBC ci sono stati 107 morti e 216 feriti, in base alle testimonianze dei soccorritori, mentre Al Jazeera ha parlato di “almeno 100 morti e 180 feriti” in 19 esplosioni in tutto il paese. Sono stati attaccati i membri dell’esercito, le forze di polizia, i funzionari governativi. Oggi è stata la giornata in cui sono morte più persone dall’inizio dell’anno, in Iraq.

Le città irachene colpite dagli attentati sono state tredici. A Baghdad, la capitale, l’esplosione di un’autobomba vicino a un edificio del governo ha ucciso 16 persone, tra cui 15 soldati dell’esercito iracheno. Altri 15 militari sono morti e altri quattro sono stati feriti in un attacco da parte di uomini armati in una base militare a Dhuluiyah, nella provincia di Salah Din, ha riferito ad Al Jazeera un funzionario governativo. L’attacco è avvenuto mentre i soldati dormivano. Nella città di Taji, a nord di Baghdad, sono morte 18 persone a causa di quattro autobombe sincronizzate. Quando sono arrivati i soccorsi un attentatore si è fatto esplodere uccidendo altri 11 poliziotti. Cinque autobombe sono esplose nella città di Kirkuk, ricca di giacimenti petroliferi: sono morte 9 persone e 19 sono rimaste ferite. A Mahmoudiya, a sud di Baghdad, tre bombe sono esplose in un mercato: almeno 10 persone sono morte e 38 sono state ferite. Un’altra bomba è esplosa vicino una moschea sciita a Dujal, 75 chilometri a nord della capitale.

Nella giornata di ieri, una serie di attacchi a sud del paese aveva ucciso 17 persone e ne aveva ferite 88. Il governo non ha fatto dichiarazioni ufficiali ma la BBC ha scritto che alcuni funzionari governativi, protetti dall’anonimato, hanno riferito di una guerra settaria tra gruppi religiosi esplosa negli ultimi mesi e aggravatasi a causa delle tensioni politiche nel paese.

Nella giornata di ieri un messaggio audio diffuso online su alcuni siti e forum jihadisti, da parte del gruppo terroristico vicino ad al Qaida, lo “Stato islamico dell’Iraq”, annunciava un attacco per riconquistare alcune zone del paese che i soldati americani hanno lasciato in gestione all’esercito iracheno, dopo il ritiro del dicembre scorso. E diceva che gli obiettivi principali degli attacchi sarebbero stati i funzionari pubblici, giudici e pubblici ministeri. La voce del messaggio era probabilmente quella Abu Bakr al-Baghdadi, scrive Al Jazeera, il capo del gruppo “Stato islamico dell’Iraq” dal 2010: «Stiamo iniziando una nuova fase». Un esponente del governo ha detto ad Al Jazeera che tutti questi attacchi «stanno suscitando il timore che le forze di sicurezza non siano in grado di gestire una rinascita di al Qaida, senza l’aiuto delle truppe americane». Nessuna organizzazione ha rivendicato gli attacchi.

Foto: Kirkuk, Iraq (MARWAN IBRAHIM/AFP/GettyImages)