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  • Mercoledì 18 luglio 2012

Saviano su Borsellino e sul libro di Deaglio

«L'ho letto cercando di rimanere calmo»

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.(AP photo/files)
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.(AP photo/files)

Oggi Repubblica ospita un lungo articolo di Roberto Saviano dedicato all’anniversario (il 19 luglio) della strage di via D’Amelio a Palermo, dove fu ucciso il magistrato Paolo Borsellino, e al libro di Enrico Deaglio “Il vile agguato“.

Vent’anni fa, dal condominio di via D’Amelio esce un uomo, con la sua famiglia. Fa un gesto che all’epoca deve essere sembrato insignificante: scaccia i bambini che giocano vicino a un’utilitaria parcheggiata. È Salvatore Vitale, abita nello stesso palazzo della madre di Borsellino, sarà poi accusato di essere uno degli esecutori materiali della strage.
Vent’anni fa, nello stesso condominio di via D’Amelio, entra Paolo Borsellino: deve portare sua madre dal medico, ma non ne avrà il tempo. Rivediamo la terribile sequenza di immagini: una tranquilla strada in uno dei quartieri cresciuti come erbacce alle pendici del monte Pellegrino, su cui sta appollaiato il Castel Utveggio, sede forse dei servizi segreti e forse luogo da cui sarebbe stato azionato il telecomando della bomba. Un boato tremendo, auto scaraventate in aria, una stradina devastata.
Sulla scena accorre subito una moltitudine di persone, che rende difficile il lavoro di chi dovrebbe fare i rilievi. Così il 19 luglio del 1992 muoiono Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Uno solo si salva: è Antonino Vullo, ferito mentre parcheggiava uno dei veicoli della scorta. Così comincia un mistero che non è stato ancora chiarito.

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La storia della foto di Falcone e Borsellino