Otto risposte di Rosy Bindi

Il presidente del PD ha scritto a Repubblica per contestare la ricostruzione di Adriano Sofri sulle polemiche all'Assemblea Nazionale del partito

Repubblica ospita oggi una lettera di Rosy Bindi in risposta all’articolo di ieri di Adriano Sofri a proposito di quanto è avvenuto sabato scorso all’Assemblea Nazionale del PD nella discussione sui “diritti”. Sofri aggiunge alcune nuove righe di risposta.

Caro direttore, per il Pd i diritti civili non sono affatto un frutto proibito, come pensa Adriano Sofri. Al contrario, sono un tema centrale della nostra identità culturale e politica. E mi sembra doveroso, anche se per punti schematici, ristabilire la realtà dei fatti sul nostro dibattito interno.
1) Il Comitato diritti, istituito dall’Assemblea nazionale, aveva un mandato circoscritto e chiaro. Il nostro compito non era quello di surrogare la discussione nelle sedi di partito ma fornire un meditato contributo di cultura politica.
2) Abbiamo lavorato per un anno e mezzo sapendo di dover elaborare un documento di principi. Non dovevamo fare un elenco di proposte di legge o stilare il manifesto della prossima campagna elettorale.
3) Il documento conclusivo è stato licenziato con un consenso generale e alcuni distinguo su questo o quel punto, ma con l’accordo che vi fossero le condizioni per consegnarlo al segretario. Non tutti hanno partecipato con la stessa dedizione, ma tutti coloro che hanno suggerito modifiche hanno trovato ascolto. Per tutti si è trattato di un “lavoro serio”, di un oggettivo “passo avanti” che aveva registrato “larghe convergenze”.
4) D’intesa con il segretario, l’odg dell’Assemblea prevedeva l’approvazione del nostro documento, come per tutti i documenti sul progetto del Pd.

(continua a leggere sulla rassegna stampa del Sole 24 Ore)

– Adriano Sofri: Il PD e i diritti