I musicisti contro la Commissione europea

Robbie Williams, il chitarrista dei Radiohead e altri artisti hanno scritto una lettera contro la proposta di riforma dei compensi del diritto d'autore

INDIO, CA - APRIL 14: Musical group Radiohead performs onstage during day 2 of the 2012 Coachella Valley Music & Arts Festival at the Empire Polo Field on April 14, 2012 in Indio, California. (Photo by Kevin Winter/Getty Images for Coachella)
INDIO, CA - APRIL 14: Musical group Radiohead performs onstage during day 2 of the 2012 Coachella Valley Music & Arts Festival at the Empire Polo Field on April 14, 2012 in Indio, California. (Photo by Kevin Winter/Getty Images for Coachella)

Il cantante inglese Robbie Williams, il batterista dei Pink Floyd Nick Mason, il chitarrista dei Radiohead Edward O’Brien, la cantante scozzese Annie Lennox e alcuni dei più importanti produttori discografici in circolazione hanno scritto una lettera di protesta contro la proposta di legge presentata ieri dalla Commissione europea sul diritto d’autore e sulla regolamentazione delle società che distribuiscono i compensi ai musicisti sui diritti relativi alle loro opere, come la S.I.A.E. (Società Italiana degli Autori ed Editori) in Italia .

Nella lettera, i musicisti scrivono di essere «profondamente delusi dalla scelta di difendere gli interessi di una minoranza di manager e di investitori» e di aver «rubato le speranze degli artisti». Nel presentare la proposta di legge, il commissario al mercato unico dell’Unione Europea Michel Barnier, ha detto che dovrà servire a «migliorare la gestione dei diritti d’autore e al contempo accrescere l’offerta legale della musica online contro la pirateria». In Europa non esiste un regolamento unico sulle società di gestione collettive dei diritti d’autore.

La norma prevede che le società collettive che raccolgono i soldi incassati per la vendita e la riproduzione delle canzoni debbano versare le percentuali dei diritti agli artisti entro 12 mesi dall’incasso. Se dopo cinque anni le società di gestione non riescono «a identificare» gli autori dei brani, il diritto di incassare le percentuali diventa di loro proprietà.

I musicisti che hanno firmato la lettera accusano la Commissione europea di essersi schierata dalla parte dei «poteri forti». La Commissione ha stimato che nel 2010 le società di gestione non hanno versato agli artisti 3,6 miliardi di euro. Le società di gestione dei diritti d’autore attive in Europa sono oltre 250, con un giro d’affari annuo di 6 miliardi di euro: in Italia c’è la SIAE, la SACEM in Francia, la PRS in Regno Unito. La raccolta dei diritti d’autore, solo per il settore musicale, è pari all’80 per cento degli introiti complessivi delle società.

Perché entri in vigore, il disegno di legge deve essere approvato dal Parlamento europeo e recepita dai 27 stati dell’Unione europea. Gli artisti accusano la Commissione anche di non avere affrontato la questione dei pagamenti arretrati. Un’analisi della Commissione conferma che circa il 10 per cento dei pagamenti dovuti ai detentori del diritto d’autore arriva dopo tre anni dagli incassi. Nella lettera viene contestato il tetto dei cinque anni oltre il quale, se i detentori dei diritti non vengono identificati, gli incassi rimangono alle società di gestione: «Questo periodo riduce l’incentivo nel trovare i titolari dei diritti», «così si legittima la forma dell’appropriazione indebita».

Secondo la Commissione tra gli obiettivi del disegno di legge c’è la lotta alla pirateria, perseguita ampliando le facoltà delle società che vendono musica su Internet, che oggi hanno bisogno delle licenze dalle società di gestione per vendere musica online.

L’ultimo aggiornamento dell’Unione europea sulla normativa del diritto d’autore è la direttiva n.48 del 29 aprile 2004. Nel 1993 è stato raggiunto l’accordo europeo che ha fissato la durata dei diritti d’autore a 70 anni dalla morte dell’autore e altri diritti connessi, come per esempio le percentuali dei compensi sugli incassi, amministrati dalle società di gestione collettive. All’autore è riconosciuto il diritto di ricevere un compenso ogni volta che qualcuno «nell’esercizio di un’attività economica» si serva delle sue opere.

In Italia, l’attività di raccolta e distribuzione dei compensi dei musicisti è svolta in esclusiva dalla SIAE, Società Italiana degli Autori ed Editori. Il compenso è stabilito in base agli accordi con la Federazione internazionale dell’Industria Fonografica, e quella nazionale dei produttori fonografici. Si tratta di una percentuale del prezzo di vendita «del supporto praticato dal grossista al dettagliante». La percentuale ricevuta dagli artisti in Italia è del 9,009 per cento, al netto delle deduzioni.

foto: Kevin Winter/Getty Images for Coachella