• Mondo
  • Martedì 10 luglio 2012

Come si coltivano le ciliegie

Le ciliegie dello stato di Washington sono tra le migliori al mondo, racconta il Seattle Times, anche grazie al ruolo fondamentale degli elicotteri

Pennsylvania grown cherries sit on a table for sale at an open air farmers market July 6, 2008 in Fairfax, Virginia. AFP Photo/Paul J. Richards (Photo credit should read PAUL J. RICHARDS/AFP/Getty Images)
Pennsylvania grown cherries sit on a table for sale at an open air farmers market July 6, 2008 in Fairfax, Virginia. AFP Photo/Paul J. Richards (Photo credit should read PAUL J. RICHARDS/AFP/Getty Images)

Le ciliegie dello stato di Washington sono tra le più dolci e di migliore qualità degli Stati Uniti, che sono il secondo paese produttore di ciliegie dopo la Turchia. Lynda V. Mapes racconta sul Seattle Times le difficoltà che incontrano i grossi coltivatori di ciliegie, che devono combattere continuamente contro il vento che rovina i frutti e gli uccelli che li beccano e soprattutto contro gli acquazzoni estivi: ne basta uno per rovinare un intero raccolto.

Mapes ha parlato con il coltivatore Denny Hayden, 61 anni, che lavora con suo fratello Randy. Insieme coltivano sessanta ettari di mele e cento di ciliegie. Un buon raccolto di queste ultime può fruttare fino a 20 mila dollari a ettaro. «Basta un temporale a gonfiare la frutta – già ingrossata dal succo – e a far spezzare la buccia», ha spiegato Hayden. A quel punto la ciliegia perde buona parte del suo valore. Per questo motivo Hayden e gli altri coltivatori di ciliegie si fanno aiutare dagli elicotteri.

In questa stagione Hayden ha dovuto affrontare una simile emergenza per tre volte, una pochi giorni prima dell’intervista. La pioggia era caduta sui suoi ciliegi verso le tre del mattino. Per prima cosa Hayden ha usato dei trattori che spruzzano calcio sugli alberi, per cercare di rallentare l’assorbimento dell’acqua da parte delle ciliegie. L’aria sparata dai trattori ha anche mosso i rami degli alberi, facendo cadere la pioggia accumulata nel punto il cui il gambo si attacca al frutto, che è particolarmente delicato e che si spacca facilmente. All’alba è toccato all’elicottero: è decollato, ha sorvolato i ciliegi a una distanza variabile tra gli 1,5 e i tre metri di altezza, asciugando l’acqua. Maria Langer lavora da anni come pilota per asciugare le ciliegie e spiega che il flusso d’aria verso il basso provocato dalle pale dell’elicottero scuote i rami, fa scendere l’acqua accumulata e asciuga in questo modo i frutti. Sottolinea che è un lavoro di grande responsabilità perché se fatto male potrebbe danneggiare il raccolto e aggiunge che le ciliegie sono l’unico frutto che, per il suo valore, viene asciugato con gli elicotteri.

Anche la raccolta delle ciliegie è condotta con molta cura. In quel periodo Hayden si alza verso le tre del mattino e fa colazione con Mario Velazquez, il capo dei raccoglitori, per programmare il giorno di lavoro. Alle cinque i raccoglitori sono già al lavoro su scale alte tre metri. Hayden li paga 13 dollari l’ora così da incentivarli ad avere la massima delicatezza con le ciliegie: vanno raccolte dallo stelo con due dita e poi riposte con cura – non gettate – in un cesto che tengono legato al collo. I lavoratori non raccolgono le ciliegie di un albero tutte in una volta, ma ripassano fino anche cinque volte per selezionare solo quelle che hanno raggiunto le dimensioni e lo stadio di maturità migliori. Ultimamente Hayden è preoccupato perché ha bisogno di altri 70-80 raccoglitori: in genere ne impiega trecento.

foto: PAUL J. RICHARDS/AFP/Getty Images