Gli ultimi 56 giorni di Borsellino: 9 luglio 1992

Dal libro di Enrico Deaglio, la cronologia degli avvenimenti tra la strage di Capaci e quella di via D'Amelio

Il nuovo libro di Enrico Deaglio – Il vile agguato (Feltrinelli) – è dedicato alle indagini sulla strage di via D’Amelio a Palermo in cui fu ucciso il magistrato Paolo Borsellino assieme a cinque agenti della sua scorta, il 19 luglio 1992. Il libro si conclude con una “succinta cronologia degli ultimi cinquantasei giorni di vita di Paolo Borsellino, compresi avvenimenti che avevano a che fare con lui, ma di cui non era a conoscenza”. Il Post pubblicherà in sequenza, assieme al secondo capitolo del libro, la successione di quegli eventi, a vent’anni di distanza.

Roma, 9 luglio
Borsellino è di nuovo a Roma per proseguire l’interrogatorio di Gaspare Mutolo.
La sera cena all’aperto in trattoria con il tenente Carmelo Canale che lo ha accompagnato. Secondo Canale il giudice è disteso, ama parlare della sua infanzia e adolescenza a Palermo.

Palermo, 9 luglio
Il centro della città è sottoposto a grandi misure di sicurezza per il Maurizio Costanzo Show, in trasferta al teatro Politeama, per una serata in onore di Giovanni Falcone. Intorno alla mezzanotte, nella zona del fiume Oreto, Gaspare Spatuzza ruba una vecchia Fiat 126 che dovrà essere utilizzata per uccidere Paolo Borsellino.
Questa è, almeno, l’ultima versione che abbiamo, dopo vent’anni, sulla strage di via D’Amelio. Rubano la macchinetta, la ripuliscono di qualsiasi oggetto che la possa far riconoscere, compresa un’immagine di santa Rosalia, ma non dell’etichetta sul blocco motore. Spatuzza testa freni e frizione, e fa cambiare i primi. Sabato 18 luglio imbottiscono la Fiat di tritolo in un’officina di via Villasevaglios “alla presenza di una persona che non avevo mai visto, un elegantone”, che nel 2011 sarà sospettato essere Lorenzo Narracci, vice di Bruno Contrada.