Dagli elettroni al bosone di Higgs

Un grafico mostra l'evoluzione del "modello standard", quello che spiega esistenza e comportamento delle particelle, dalle prime scoperte di fine Ottocento a oggi

Ieri nel corso di un seminario al CERN di Ginevra, i responsabili degli esperimenti ATLAS e CMS hanno annunciato di aver scoperto una nuova particella che si trova nel “posto” dove dovrebbe trovarsi il bosone di Higgs, la particella che i fisici cercano da decenni per completare il “modello standard” (trovate tutto quello che c’è da sapere qui). Se confermata dalle prossime analisi, si tratta di una scoperta enorme e fondamentale per capire meglio come funzionano la materia e, di conseguenza, il mondo e l’Universo.

Il modello standard è il frutto delle scoperte e delle teorie elaborate in oltre un secolo dai fisici e, come ricordano con un grafico sull’Economist, divide le particelle elementari in due classi. Nella prima ci sono i fermioni, che comprendono i quark (come quelli che costituiscono i protoni e i neutroni negli atomi) e i leptoni, come gli elettroni che orbitano intorno ai nuclei degli atomi e i neutrini. Nella seconda classe ci sono i bosoni: quelli di gauge, che trasportano le forze fondamentali della natura che consentono ai fermioni di interagire, e il bosone di Higgs, che in teoria (ma grazie all’annuncio di ieri siamo a pochissimo da dire anche nella pratica) conferisce la massa alle altre particelle interagendo con loro.

Come si vede dal grafico, la famiglia del modello standard è particolarmente ampia. Le barre colorate indicano il tempo che è stato necessario per teorizzare e scoprire nella pratica le diverse particelle. In verde acqua sono indicati i leptoni, in arancione i bosoni e in azzurro i quark. Quando i fisici avranno la conferma definitiva della scoperta del bosone di Higgs, si apriranno nuove fasi di ricerca per capire il funzionamento della particella e verificare ulteriormente la tenuta dell’intero modello standard.