Chi supera la crisi

Mario Calabresi propone di dare retta a Prandelli e cambiare metodo, citando Einstein: «Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose»

Jonathan Moscrop - LaPresse
01 07 2012 Kiev ( Ukraina )
Sport Calcio
Europei 2012 Polonia e Ukraina - Finale Spagna vs. Italia - Stadio Olimpico di Kiev
Nella foto: Il CT dell'Italia Cesare Prandelli e Mario Balotelli a fine gara

Jonathan Moscrop - LaPresse
01 07 2012 Kiev ( Ukraine )
Sport Soccer
Euro 2012 Poland and Ukraine - Final Spain versus Italy - Olympic Stadium of Kiev
In the photo: Italy coach Cesare Prandelli speaks with Mario Balotelli after the final whistle
Jonathan Moscrop - LaPresse 01 07 2012 Kiev ( Ukraina ) Sport Calcio Europei 2012 Polonia e Ukraina - Finale Spagna vs. Italia - Stadio Olimpico di Kiev Nella foto: Il CT dell'Italia Cesare Prandelli e Mario Balotelli a fine gara Jonathan Moscrop - LaPresse 01 07 2012 Kiev ( Ukraine ) Sport Soccer Euro 2012 Poland and Ukraine - Final Spain versus Italy - Olympic Stadium of Kiev In the photo: Italy coach Cesare Prandelli speaks with Mario Balotelli after the final whistle

Il direttore della Stampa Mario Calabresi riprende oggi le parole dell’allenatore della nazionale Cesare Prandelli per riflettere sul rapporto dell’Italia con i suoi vantati desideri di cambiamento, e suggerire diversi rapporti con gli italiani più giovani.

Non solo siamo «un Paese vecchio, con idee vecchie», come ha detto Cesare Prandelli ieri mattina, ma siamo anche tanto affezionati al mondo che abbiamo dietro alle spalle da spendere la maggior parte del nostro tempo nel rimpianto invece che nella voglia di futuro e di cambiamento.
Viviamo di nostalgia del passato, un passato spesso idealizzato e totalmente riscritto nella nostra memoria, mentre avremmo bisogno di un’operazione radicale che torni a inserire nelle nostre teste il sentimento opposto: la nostalgia del futuro, la fame di futuro.
Viviamo in un mondo profondamente cambiato, ne conosciamo alla perfezione i limiti e stiamo provando sulla nostra pelle disagi e fatiche nuove, ma ormai ci concentriamo solo su queste rifiutandoci di vedere gli altri aspetti di quella rivoluzione globale che ci ha investiti. Perché esistono anche aspetti positivi, anche se dirlo appare ormai provocatorio, che vanno dal fatto che viviamo in un mondo con meno povertà (oltre un miliardo di persone sono uscite dalla fame negli ultimi trent’anni, un progresso che non ha precedenti nella storia), in cui si sono diffuse la coscienza ambientale e le sensibilità per i diritti, un mondo più vasto in cui a viaggiare non sono solo pochi privilegiati, in cui si è allargato l’accesso alle tecnologie e in cui si mette in discussione il potere e si chiede trasparenza con una forza che non ha precedenti.

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(foto Jonathan Moscrop – LaPresse)