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  • Venerdì 29 giugno 2012

Bloomberg non è più raggiungibile in Cina

Probabilmente a causa di un articolo sulle ricchezze familiari di Xi Jinping, vicepresidente e futuro presidente cinese

di Davide Piacenza

China's Vice President Xi Jinping pauses as he waits for a meeting with U.S. Secretary of State Hillary Clinton and other delegates at Diaoyutai State Guesthouse in Beijing on May 3, 2012. Clinton on told China that it cannot deny the "aspirations" of its citizens as she opened talks in Beijing marred by a row over a Chinese dissident. AFP PHOTO/ POOL/ Jason Lee (Photo credit should read JASON LEE/AFP/GettyImages)
China's Vice President Xi Jinping pauses as he waits for a meeting with U.S. Secretary of State Hillary Clinton and other delegates at Diaoyutai State Guesthouse in Beijing on May 3, 2012. Clinton on told China that it cannot deny the "aspirations" of its citizens as she opened talks in Beijing marred by a row over a Chinese dissident. AFP PHOTO/ POOL/ Jason Lee (Photo credit should read JASON LEE/AFP/GettyImages)

Il sito di Bloomberg non è più raggiungibile in Cina, secondo molti osservatori e testate giornalistiche a causa di un articolo riguardante Xi Jinping, attuale vicepresidente e probabile prossimo presidente cinese.

Nell’articolo, Xi viene descritto come al centro di un clan familiare particolarmente ricco, che ha approfittato della sua posizione di potere per accumulare denaro e interessi. Secondo Bloomberg la sorella di Xi, Qi Qiaoqiao, e il marito, Deng Jiagui, controllano quasi il 20 per cento di un’importante industria mineraria che esporta anche negli Stati Uniti. I due possiedono anche larghe quote all’interno dello Shenzhen Yuanwei Investment Co, un potente gruppo immobiliare che lo scorso dicembre ha fruttato alla coppia l’equivalente di 230 milioni di euro.

Un altro cognato di Xi, invece, dirigeva la New Postcom Equipment Co, una compagnia di telecomunicazioni che si è aggiudicata centinaia di milioni di yuan in contratti stipulati con la China Mobile Communications Corp. – la più grande compagnia telefonica del mondo per numero di utenti – controllata dall’apparato statale. Secondo Bloomberg il già citato Deng Jiagui è stato socio o rappresentante di società che hanno avuto importanti concessioni dallo Stato, come nel caso della costruzione di un ponte da 125 milioni di euro nella provincia dell’Hubei, affidata alla società di Deng. Nell’articolo si legge che i nomi di Qi Qiaoqiao, Deng Jiagui e Zhang Yannan – la loro figlia – appaiono negli archivi di 25 società cinesi degli ultimi vent’anni, sia come azionisti che come presidenti o rappresentanti legali.

I parenti di Xi non sono i primi familiari di membri del governo cinese ad avere una ricca attività imprenditoriale: il figlio dell’attuale premier Wen Jiabao è uno dei co-fondatori di una società di private- equity. Quello di Zhu Rongji, il predecessore di Wen Jiabao, è a capo di una banca d’investimento cinese. In questo periodo però l’opinione pubblica cinese è particolarmente attenta a casi di questo genere, specie dopo lo scandalo di corruzione e abuso di potere che ha recentemente coinvolto Bo Xilai, il membro del Politburo rimosso dopo essere stato accusato, qualche mese fa, di legami con l’omicidio di un uomo d’affari britannico nella provincia di Chongqing, dove governava da cinque anni.

Xi Jinping è figlio di un rivoluzionario finito in carcere ai tempi di Mao, da anni è una figura rilevante del Partito comunista cinese ed è popolare soprattutto per la sua battaglia contro la corruzione. È destinato a succedere a Hu Jintao il prossimo ottobre, in occasione del 18esimo congresso del partito comunista cinese.

foto: JASON LEE/AFP/GettyImages