Perché si dice “doodle”?

La storia e le curiosità di una parola che ormai usiamo con una certa dimestichezza quando andiamo su Google

Oggi Google.it non ha un doodle, ma alcune versioni straniere del motore di ricerca sì: Google.gr, per esempio, ha un doodle appositamente preparato per le elezioni legislative in Grecia di oggi. Google.co.uk, invece, è dedicato oggi alla festa del papà. Ma da dove viene la parola “doodle”, oramai utilizzata con grande dimestichezza anche in italiano?

La parola doodle in inglese significa principalmente “scarabocchio”, di quelli che facciamo mentre siamo sovrappensiero o al telefono, per esempio. In realtà, però, almeno inizialmente, la parola doodle aveva un altro significato, e cioè quello di “babbeo” o “sciocco”, che probabilmente derivava dal tedesco dudel o dödel. Non a caso è proprio questo il suo significato in Yankee Doodle, una canzone delle truppe britanniche che risale a prima della Guerra di Indipendenza americana e poi diventata una canzone patriottica negli Stati Uniti nonché l’inno ufficiale del Connecticut: in questo caso, “babbeo” era riferito agli yankee, cioè ai futuri americani, che avevano combattuto con i britannici nella Guerra franco-indiana (1754-1763).

Poi, però, all’inizio del Novecento la parola “doodle” ha assunto il significato attuale, probabilmente confondendosi con un’altra parola dal suono simile, ossia “dawdle”, che significa “bighellonare, perdere tempo”. Non a caso, già nel film del 1936 È arrivata la felicità di Frank Capra (che tra l’altro vinse un Oscar per la miglior regia) il protagonista Longfellow Deeds (e cioè Gary Cooper) dice che i doodle sono scarabocchi che aiutano una persona a pensare e concentrarsi.

Google, invece, ha utilizzato il termine per definire i suoi loghi speciali che ogni tanto appaiono sulla sua homepage in occasione di giorni, anniversari o eventi speciali. Una scelta dovuta anche all’assonanza tra “google” e “doodle”. Il primo doodle di Google venne creato proprio dai suoi fondatori, Larry Page e Sergey Brin, nel 1998 in onore del festival del Burning Man che si svolge ogni anno in Nevada: con questo Page e Brin volevano dire che avrebbero presenziato all’evento e che quindi sarebbero stati assenti qualora il sito fosse andato in crash.

I doodle successivi di Google poi sono stati affidati a Dennis Hwang, allora stagista presso Google, oggi affermato disegnatore di doodle e non solo. Attualmente, oltre a Hwang, i doodle vengono realizzati ogni volta da un team di grafici e disegnatori appositamente creato da Google. Questo team, tra l’altro, accetta anche le idee di tutti gli utenti del mondo che vogliono spedire le loro proposte per nuovi doodle all’indirizzo “proposals@google.com”.

All’inizio i doodle di Google celebravano soprattutto le festività familiari o nazionali più diffuse. Poi, pian piano, sono stati utilizzati per ricordare una vasta gamma di eventi e anniversari, soprattutto di nascita e morte di molti e diversi personaggi come Charles Dickens, Andy Warhol, Albert Einstein, Leonardo da Vinci, Edvard Munch, John Lennon, Michael Jackson, Robert Moog, H. G. Wells, Antonio Vivaldi e tantissimi altri.

I primi 10 e gli ultimi 10 doodle della storia di Google (esclusi quelli di oggi)

A oggi, Google ha realizzato oramai più di 1000 doodle per le varie versioni internazionali del suo motore di ricerca (la lista completa si può trovare qui). I doodle di Google col tempo si sono sempre più perfezionati e, oltre a essere disegni, a volte sono stati vere e proprie applicazioni, come la riproduzione del videogioco Pac-man e quella di un sintetizzatore di Robert Moog.

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