L’architetto del Watergate

È italiano, fu molto importante, e progettò il complesso edilizio dove nacque lo scandalo politico più famoso della storia americana

An exterior view of the Watergate Hotel in Washington, D.C. which contained the headquarters of the Democratic National Party burglarized on June 17, 1972 and leading to the resignation of Richard Nixon in 1973. (Photo by Hulton Archive/Getty Images)
An exterior view of the Watergate Hotel in Washington, D.C. which contained the headquarters of the Democratic National Party burglarized on June 17, 1972 and leading to the resignation of Richard Nixon in 1973. (Photo by Hulton Archive/Getty Images)

Lo scandalo Watergate prende il nome da un complesso di edifici che si trova a Washington, davanti al fiume Potomac. Tra questi edifici c’è un albergo, il Watergate Hotel, presso il quale nel 1972 erano ospitati gli uffici del Comitato Elettorale del Partito Democratico. La notte del 17 giugno cinque persone vennero arrestate per esservi entrate illecitamente, e da lì cominciò a svelarsi il piano di sorveglianza illecita condotta da alcuni esponenti del Partito Repubblicano che avrebbe portato alle dimissioni del presidente Richard Nixon, due anni dopo.

Ma se la radice dello “scandalo Watergate” è abbastanza conosciuta – soprattutto se avete visto il film “Tutti gli uomini del presidente” – quello che è poco noto perché non particolarmente rilevante per gli americani è che il complesso Watergate è stato costruito da una società italiana su progetto di un famoso architetto italiano, Luigi Moretti. La Società Generale Immobiliare è stata una delle immobiliari più importanti della storia d’Italia e soprattutto di Roma, fondata nel 1862, centocinquanta anni fa. E il suo ruolo nelle più grandi storie italiane sarà centrale anche nella sua fine, dopo la gestione del finanziere Michele Sindona (trafficante in relazioni con la mafia e condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli) e il fallimento nel 1987, dopo la realizzazione di decine e decine di interventi edilizi anche molto contestati.

La SGI, che stava espandendo le sue operazioni in tutto il mondo, comprò l’area del Watergate nel 1960 per 10 milioni di dollari e affidò il progetto di un complesso per appartamenti e uffici all’architetto Luigi Moretti. Moretti era nato nel 1906 ed era stato uno dei più inventivi e ammirati architetti del razionalismo italiano durante il periodo fascista, conservando nel dopoguerra successi e incarichi rilevanti. Per la SGI aveva già lavorato, all’EUR e in altri progetti (e fu architetto per il villaggio olimpico e il piano regolatore di Roma).
Il complesso del Watergate voleva ospitare funzioni e destinazioni d’uso diverse, e creare servizi e spazi di vita estesi e non solo residenziali o lavorativi: con una grande attenzione al rapporto col paesaggio, col verde e col fiume (con la collaborazione dell’architetto del paesaggio Boris Timchenko) anche attraverso i profili curvi degli edifici. I regolamenti edilizi cittadini costrinsero i progettisti a rivedere più volte le ipotesi iniziali (in particolare sulle altezze che non dovevano competere con i maggiori monumenti di Washington). Dopo molte contese e polemiche di varia natura, la costruzione iniziò nel 1963 e si concluse nel 1965 (con una grande festa inaugurale). L’hotel aprì nel 1967. Da allora negli appartamenti del Watergate hanno vissuto tra gli altri Placido Domingo, Monica Lewinsky, Condoleezza Rice, Alan Greenspan, Elizabeth Taylor e moltissimi politici e responsabili del governo.
Le proprietà del complesso e dell’albergo sono intanto cambiate più volte, soprattutto negli ultimi anni. Dopo una serie di problemi finanziari e vendite, l’hotel è chiuso dal 2010.
Luigi Moretti morì nel 1973, un anno dopo la nuova e inattesa celebrità internazionale del suo progetto a Washington.

(foto Hulton Archive/Getty Images)