La Spagna chiede aiuto all’Europa

Il ministro spagnolo dell'Economia ha confermato la richiesta di fondi alle istituzioni internazionali per sostenere le banche: si parla di 100 miliardi di euro

Aggiornamento 19.30. Il ministro spagnolo dell’Economia ha confermato che la Spagna chiederà un prestito alle istituzioni europee per sostenere il suo settore bancario, in grande difficoltà. Il ministro non ha detto quanto il governo intende chiedere al fondo di emergenza ma ha detto che la cifra sarà “significativamente” superiore a quella indicata dal Fondo Monetario Internazionale, cioè 40 miliardi di euro. Per tutta la giornata di oggi si era parlato di 100 miliardi di euro.

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Oggi pomeriggio si è conclusa intorno alle 18.50, dopo circa tre ore, la videoconferenza organizzata tra i ministri delle finanze degli stati dell’Unione Europea, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde e il ministro delle finanze spagnolo Luis de Guindos per discutere di un possibile piano di salvataggio delle banche spagnole.

Secondo quanto ha scritto il quotidiano spagnolo El Mundo subito dopo la fine della riunione, l’eurozona avrebbe offerto alla Spagna un aiuto consistente, il cui tetto massimo sarebbe 100 miliardi di euro. El Mundo cita fonti europee anonime, secondo le quali l’offerta iniziale sarebbe invece intorno ai 70 miliardi di euro, pronti ad arrivare alla quota massima di 100 miliardi nel caso fosse necessario. Dettagli supplementari, scrive ancora El Mundo, saranno noti intorno alle 19.30, quando il ministro delle finanze spagnolo de Guindos terrà una conferenza stampa.

(Tre aggiornamenti sulle cose europee)

La crisi spagnola è iniziata in seguito alla crisi del mercato immobiliare, che durante gli anni tra il 2004 e il 2008 aveva vissuto una fase di grande espansione, ma che si è velocemente sgonfiato negli ultimi quattro anni generando un tasso molto alto di disoccupazione. Questo ha portato anche a un crollo delle entrate fiscali e a un aumento molto veloce delle spese da parte dello stato per i cosiddetti ammortizzatori sociali, ovvero gli aiuti e i sussidi ai disoccupati.

(Valdeluz, il quartiere senza abitanti, simbolo della crisi immobiliare spagnola)

Le banche, che nel periodo di crescita esponenziale del settore immobiliare avevano visto crescere moltissimo i prestiti in uscita, al momento del collasso hanno subito grandissime perdite. Ad aggravare l’incertezza e il nervosismo degli investitori, spiega un articolo della BBC, è il fatto che l’ammontare di questo buco non è per niente chiaro. L’esatta dimensione di questo buco sarà nota a fine giugno, quando saranno pubblicati due rapporti indipendenti commissionati dal governo spagnolo. Secondo quanto scrive la BBC il buco potrebbe avvicinarsi ai 180 miliardi di euro.

Per ora la banca più colpita è stata Bankia, la quarta banca spagnola, che a fine maggio ha chiesto un aiuto allo stato spagnolo di 19 miliardi di euro. Ma altre banche, incluse CatalunyaCaixa e NovaGalicia potrebbero avere bisogno, secondo quanto scrive la BBC, di aiuti che si aggirano sui 9 miliardi di euro.

I quotidiani spagnoli, intanto, reagiscono in maniera differente alla notizia del possibile salvataggio da parte della comunità internazionale. El País sembra tenere oggi una linea molto istituzionale e piuttosto “responsabile”. Il quotidiano di centrosinistra dice che la cifra del salvataggio – il cosiddetto bailout – per le banche spagnole potrebbe arrivare a circa 100 miliardi di euro e in un editoriale dal titolo “Esperando el rescate” (“aspettando il salvataggio”) aggiunge che l’arrivo dei fondi della comunità internazionale è ormai inevitabile e la soluzione proposta dalle autorità europee non è la peggiore di quelle possibili.

Il quotidiano di centrodestra El Mundo, invece, è piuttosto critico nei confronti del salvataggio internazionale nei confronti della Spagna e in un videoeditoriale di Rubén Amón dice “Chiamiamolo sequestro”. Anche il quotidiano ABC.es non è troppo convinto di questa misura di salvataggio delle banche spagnole e, tra i vari articoli, ne ha pubblicato sul suo sito uno dal titolo “La Germania, il paese che più beneficia della crisi“, con un chiaro intento polemico nei confronti della più importante e forte economia europea.