Terremoto Emilia, nuovi allarmi

In serata il Consiglio dei Ministri ha presentato una relazione che "non esclude" nuove scosse e ipotizza quanto basta per generare nuove paure

23.13. Spiega il Corriere della Sera:

C’è il rischio di nuove scosse tra Finale Emilia e Ferrara. E non solo. Le attività sismiche possono estendersi alle zone limitrofe. A dirlo è il governo, con una relazione presentata nel corso di una conferenza stampa convocata a sorpresa nel mezzo del Consiglio dei ministri per analizzare il rapporto della Commissione grandi rischi sulla sismicità dell’area colpita. Poi l’annuncio di voler rafforzare le iniziative per fare fronte all’emergenza.

Secondo il documento, «nel caso di una ripresa dell’attività sismica nell’area già interessata dalla sequenza in corso, è significativa la probabilità che si attivi il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza». Inoltre, non si può «escludere l’eventualità che, pur con minore probabilità, l’attività sismica si estenda in aree limitrofe a quella già attivata sino ad ora». Così si legge nella relazione presentata da Monti: «il governo è pienamente impegnato con tutti gli strumenti disponibili» a fronteggiare l’emergenza e assicura «uno sforzo straordinario in termini di risorse, competenze e strumenti».

Le prime reazioni dei sindaci delle città colpite sono molto meravigliate e seccate dalle ipotesi illustrate nella relazione. Il sindaco di Finale Emilia: «Sono molto arrabbiato, e sto anche pensando di presentare denuncia per procurato allarme»

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Aggiornamento. Il Consorzio Virgilio, un consorzio di Mantova che unisce oltre 70 aziende produttrici di Grana Padano e Parmigiano Reggiano DOP, ha annunciato che acquisterà le forme danneggiate dal terremoto in provincia di Mantova per grattuggiarle e metterle in vendita in una confezione “immediatamente riconoscibile”. I terremoti del 20 e 29 maggio hanno fatto cadere quasi 500.000 forme, di cui 300.000 di produttori del consorzio. Il consorzio ha comprato una pagina sui giornali di oggi per promuovere l’iniziativa.

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Come accade da alcuni giorni, anche nella notte tra giovedì 7 e venerdì 8 giugno le scosse di terremoto registrate in Emilia sono state di lieve entità e in numero ridotto, se confrontate con i periodi di maggiore attività sismica dopo i terremoti del 20 e del 29 maggio. La scossa più rilevante delle ultime ore è stata rilevata alle 7:40 del mattino con magnitudo 2.9. La zona dell’epicentro è stata tra i comuni di Camposanto, Finale Emilia e San Felice sul Panaro in provincia di Modena e Crevalcore, in provincia di Bologna. A causa della sua bassa magnitudo, la scossa è stata sentita dalla popolazione solamente in alcune zone limitate.

Ieri le zone del terremoto sono state visitate del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha incontrato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, altri amministratori locali e i parenti delle persone morte a causa dei crolli provocati dalle scosse. Durante il suo discorso, il presidente ha ricordato che “abbiamo innanzitutto delle vittime da piangere, e non sono poche, hanno pagato con la vita certe circostanze. Essere schiacciati dalle mura del luogo dove si lavora è spettacolo che ferisce. È un problema che dobbiamo affrontare”.

Napolitano ha assicurato la presenza e l’impegno dello Stato per superare l’emergenza e avviare, si spera in tempi rapidi, la ricostruzione nei comuni più duramente colpiti dal terremoto. A Mirandola, uno dei comuni che ha subito più danni, Napolitano è stato contestato da un gruppo di cittadini con urla, fischi e alcuni cartelli. Secondo il sindaco della città, Maino Benatti, le contestazioni sarebbero state organizzate da “chi voleva fare gazzarra” e nella maggior parte dei casi da persone che non sono nemmeno abitanti di Mirandola.

L’Autorità per l’energia ieri ha disposto la sospensione del pagamento delle bollette della luce, del gas e dell’acqua nelle zone dell’Emilia interessate dal terremoto. Saranno sospese le richieste di pagamento emesse a partire dal 20 maggio scorso, giorno in cui si è verificata la prima grande scossa di magnitudo 5.9. Il provvedimento era atteso dalle migliaia di sfollati che a quasi tre settimane dal primo terremoto sono ancora costretti a vivere nelle tende della Protezione Civile, perché le loro case sono crollate o sono state dichiarate inagibili.

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha intanto pubblicato sul proprio blog un post sullo spostamento del suolo dovuto al terremoto del 29 maggio, rilevato tramite una interferometria differenziale DlnSAR.

L’interferogramma SAR è una rappresentazione delle deformazioni del suolo avvenute tra le date delle due immagini. Può essere letto come una mappa dei movimenti del suolo, proiettati secondo la direzione di vista del satellite, in termini di cicli di colore. Ogni ciclo (o frangia) indica una deformazione del suolo tra le due date di 1.5 cm (nel caso di COSMO-SkyMed). La successione dei colori (ad es. blu-rosso-giallo) in ognuna delle frange indica il verso del movimento del suolo. Per ottenere il massimo spostamento del suolo occorso tra le due date nell’area, le frange con lo stesso verso del ciclo di colore vanno sommate.

La mappa mostra uno spostamento massimo del suolo di circa 12 centimetri, quasi in verticale: “la deformazione misurata dal satellite risulta essere compatibile con un piano di rottura principale immergente verso Sud, lungo il quale la parte meridionale di questo settore della Pianura Padana si è accavallato sul settore settentrionale (faglia di sovrascorrimento), come messo in evidenza dai dati sismologici. In alcune aree è stato anche rilevato un sensibile abbassamento del suolo, come nel caso della zona di Finale Emilia dove si è arrivati anche a 3 centimetri: “Date le loro estensioni e intensità, si tratta molto probabilmente di fenomeni dovuti a movimenti superficiali di acqua nel sottosuolo, peraltro riportati dalle osservazioni di campagna del gruppo Emergeo-INGV.”.