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  • Giovedì 7 giugno 2012

Hollande abbassa l’età pensionabile

La riforma delle pensioni di Sarkozy sarà parzialmente cancellata: chi ha iniziato a lavorare a 18 o 19 anni potrà andare in pensione a 60 anni e non a 62

Il ministro francese per gli affari sociali, Marisol Touraine, 53 anni, ha annunciato ieri in Consiglio dei ministri un decreto di legge che farà ritornare a 60 anni l’età pensionabile per parte dei lavoratori francesi. La misura era una di quelle annunciate in campagna elettorale dal neopresidente francese François Hollande.

Il decreto sarà approvato all’inizio di luglio e entrerà in vigore il primo novembre, secondo quanto riporta Le Monde. Prevede che le misure oggi riservate a chi ha iniziato a lavorare a 17 anni, e può quindi andare in pensione al compimento del sessantesimo anno di età, siano estese a chi ha iniziato a lavorare a 18 e a 19 anni, a patto che abbia versato una quota sufficiente di contributi previdenziali (ad esempio 41,5 anni di contributi per i nati nel 1955 e lievemente meno per le generazioni precedenti).

Le misure dovrebbero riguardare circa 100 mila persone nei prossimi anni, ma il numero preciso non è stato precisato dal ministro, che ha stimato che il numero degli interessati potrebbe essere in realtà inferiore o superiore di circa diecimila persone ogni anno. La modifica, ha scritto il ministro Touraine sul suo blog, rimedia a “la più grave ingiustizia della riforma Sarkozy-Fillon del 2010, che faceva pesare su coloro che avevano iniziato a lavorare prima gran parte degli sforzi che si chiedevano ai francesi.” La riforma Sarkozy-Fillon era intervenuta sul sistema pensionistico innalzando l’età pensionabile da 60 a 62 anni per tutti i lavoratori. Con le modifiche, stima il quotidiano Le Figaro, nei prossimi anni circa un pensionato su tre o un pensionato su quattro, a seconda degli anni, non sarà interessato dall’innalzamento dell’età pensionabile deciso due anni fa.

Oltre alle modifiche per chi ha iniziato a lavorare molto presto, il decreto annunciato ieri contiene anche misure per contare fino a sei mesi di un periodo speso in maternità o da disoccupati nel calcolo del periodo contributivo per la pensione.

L’insieme dei provvedimenti dovrebbe costare circa 1,3 miliardi di euro nel 2013, aumentando progressivamente negli anni successivi, fino a costare circa 3 miliardi di euro nel 2017. Saranno finanziati con un aumento dei contributi pensionistici di circa 0,2 punti percentuali nel 2013, con la possibilità di ulteriori aumenti in futuro.

François Hollande e il ministro per gli affari sociali Marisol Touraine.
foto: GONZALO FUENTES/AFP/Getty Images