25 foto incredibili, fatte senza Photoshop

Un tempo queste foto ci sarebbero sembrate stranissime, oggi ci sembrano inventate al computer, e invece sono vere

FRANKFURT/MAIN, GERMANY: Italian artist Marina Apollonio poses 16 February 2007 on her work "Spazio ad attivazione cinetica" (1967-1971/2007) shown in the exhibition "Op Art" at the Schirn Kunsthalle museum in Frankfurt/M. From 17 February to 20 May 2007, the museum shows large-format paintings, objects, and environments by artists fascinated by the physical laws of light and optics who dedicated their work to the study of visual phenomena and principles of perception. AFP PHOTO DDP/THOMAS LOHNES GERMANY OUT (Photo credit should read THOMAS LOHNES/AFP/Getty Images)
FRANKFURT/MAIN, GERMANY: Italian artist Marina Apollonio poses 16 February 2007 on her work "Spazio ad attivazione cinetica" (1967-1971/2007) shown in the exhibition "Op Art" at the Schirn Kunsthalle museum in Frankfurt/M. From 17 February to 20 May 2007, the museum shows large-format paintings, objects, and environments by artists fascinated by the physical laws of light and optics who dedicated their work to the study of visual phenomena and principles of perception. AFP PHOTO DDP/THOMAS LOHNES GERMANY OUT (Photo credit should read THOMAS LOHNES/AFP/Getty Images)

Da quando Walter Benjamin scrisse “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” il tema della perduta unicità – o della volatilità, o di altre confuse loro modalità – dei prodotti artistici è rimasto centrale e controverso. Quanto conta che un’opera sia unica o che possa essere duplicata, triplicata, identica, fino a infinite volte? E alla fine la domanda è stata insieme assimilata o rimossa: le sue contraddizioni digerite oppure ignorate, perché giudicate irrilevanti o troppo esplosive.

Parallelamente, con uno slittamento di decenni, è nato e cresciuto un simile dibattito sulla fotografia nell’era del suo ritocco artificiale potenzialmente illimitato: da un tempo in cui si metteva in guardia che nessuna immagine fotografica era “davvero” la realtà (e forse la realtà non esiste) siamo arrivati all’abitudine che le foto e la realtà possano non avere alcuna relazione, e che ogni evento reale o immaginario possa essere riprodotto in foto, senza essere stato davvero “fotografato”. E anche qui, quanto conta che dal punto di vista artistico una foto sia stata “scattata” o “costruita” digitalmente? Certo, dal punto di vista giornalistico, di documentazione della realtà, le cose cambiano: ma con zone di grigio, come mostrano le sempre più frequenti occasioni in cui i media usano – in modo spesso ambiguo – immagini ritoccate o “false”.

Per provare a farci dei pensieri, e rovesciare l’abitudine a guardare foto che sembrano vere sospettando siano ritoccate, abbiamo raccolto una serie di immagini che sembrano ricostruite ma invece sono vere. Che trent’anni fa le avremmo guardate con occhi diversi, forse.