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  • Mercoledì 30 maggio 2012

L’Osservatore Romano sulla questione delle carte vaticane

Accusato nei giorni scorsi di trascurare la storia, oggi apre la prima pagina con un'intervista intitolata "Le carte rubate del Papa"

Nei giorni scorsi alcuni giornali avevano notato come la storia dei “documenti trafugati” in Vaticano, che tanto spazio ha occupato sui quotidiani, non fosse stata affrontata dal quotidiano vaticano, l’Osservatore Romano. Ma l’Osservatore Romano ha tempi meno precipitosi di quelli dell’informazione generale, e sulla questione interviene oggi con il titolo maggiore della prima pagina e un’intervista all’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato vaticana (di fatto il vice del cardinale Tarcisio Bertone).

Amarezza e dispiacere per quanto è accaduto negli ultimi giorni in Vaticano, ma anche determinazione e fiducia nell’affrontare una situazione francamente difficile. Sono questi i sentimenti che si avvertono nel sostituto della Segreteria di Stato – l’arcivescovo Angelo Becciu, che per il suo ufficio ogni giorno lavora a stretto contatto con il Pontefice – durante un colloquio con “L’Osservatore Romano” sul tema che attira l’attenzione di moltissimi media in tutto il mondo, e cioè l’arresto, il 23 maggio scorso, di Paolo Gabriele, aiutante di camera di Benedetto XVI, per il possesso di un gran numero di documenti riservati appartenenti al Papa. Cosa dire dello stato d’animo di chi lavora nella Santa Sede? “Con le persone incontrate in queste ore – risponde il sostituto – ci siamo guardati negli occhi e certo vi ho letto sconcerto e preoccupazione, ma ho visto anche decisione nel continuare il servizio silenzioso e fedele verso il Papa”. Un atteggiamento che si respira ogni giorno nella vita degli uffici della Santa Sede e del piccolo mondo vaticano, ma che ovviamente non fa notizia nel diluvio mediatico scatenatosi a seguito dei gravi e per molti versi sconcertanti fatti di questi giorni. In questo contesto, monsignor Becciu misura con attenzione le parole per sottolineare “l’esito positivo” dell’indagine, anche se si tratta di un esito amaro. Le reazioni in tutto il mondo, poi, per un verso giustificate, dall’altro “preoccupano e rattristano per le modalità dell’informazione, che scatenano fantasie senza alcuna rispondenza nella realtà”.

(continua a leggere sul sito dell’Osservatore Romano)