Montezemolo scrive al Corriere

E dice sostanzialmente due cose: che Italiafutura "potrebbe presentarsi alle elezioni" e che "non ho mai pensato che un mio eventuale ingresso in politica possa fare alcuna significativa differenza per il Paese"

Il Corriere della Sera pubblica oggi una lettera di Luca di Montezemolo, presidente di Italiafutura, in risposta a un articolo di sabato scorso di Pierluigi Battista. Montezemolo dice in sostanza due cose fondamentali: che Italiafutura potrebbe candidarsi alle elezioni del 2013 e che Montezemolo potrebbe non esserne il leader e candidato.

Caro direttore,

rispondo solo oggi all’editoriale di sabato scorso con cui Pierluigi Battista ha chiesto di chiarire la posizione di Italiafutura rispetto allo scenario politico, non per mancanza di attenzione, ma perché l’attentato di Brindisi e il terremoto in Emilia sono eventi così terribili da chiudere ogni diverso orizzonte al pensiero e al ragionamento. Il nostro Paese vive davvero un momento drammatico. Una situazione che impone a tutti di lavorare per la chiarezza e di non aggiungere fattori di confusione o destabilizzazione. Per questo voglio rispondere a Battista in maniera netta. Italiafutura non è un partito, bensì un’associazione che interviene nel dibattito politico con analisi e proposte. Dare spazio e diritto di tribuna a idee e persone nuove: questo è dal primo giorno e ancora oggi il nostro obiettivo e il cuore della nostra attività.

Nei tre anni di vita dell’associazione abbiamo presentato proposte concrete e attuabili su mobilità sociale, contratti, fisco, scuola, cultura, finanziamento dei partiti, riforme istituzionali e molti altri temi. Abbiamo speso la nostra voce per criticare il precedente governo quando era forte e (molto) vendicativo e quando la grande maggioranza delle classi dirigenti rinunciava al dovere di critica e applaudiva incondizionatamente anche quei ministri che sostenevano che l’Italia fosse uscita prima e meglio di altri dalla crisi. Così come abbiamo insistito sulle insufficienze della politica, sul fallimento della Seconda Repubblica e sulla totale mancanza di assunzione di responsabilità da parte dei suoi protagonisti. Non abbiamo passato gli ultimi tre anni a fare il «gioco della vecchia politica», per usare le parole di Battista. Né certamente vogliamo iniziare ora, parlando di contenitori invece che di contenuti, di alleanze invece che di idee, di leadership individuali piuttosto che di ricambio complessivo di classe dirigente. Italiafutura potrebbe anche diventare nei prossimi mesi un movimento politico a tutti gli effetti e presentarsi alle elezioni del 2013.

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