Macao, ora

Le foto dei manifestanti davanti alla Torre Galfa, dopo lo sgombero di stamattina

Aggiornamento delle 19
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha incontrato martedì nel tardo pomeriggio gli occupanti della Torre Galfa annunciando le decisioni della giunta in risposta alla richiesta di un coinvolgimento nella costruzione di spazi culturali, sociali e artistici. In particolare, di «collocare negli spazi vuoti dell’ex fabbrica dell’Ansaldo in via Tortona per una Officina per la creatività a Milano», come ha spiegato in seguito Pisapia su Facebook.

(La proposta di Pisapia per Macao)

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Martedì mattina alle sette la polizia ha avviato a Milano lo sgombero della Torre Galfa, il grattacielo abbandonato da una quindicina d’anni e attualmente commissariato al gruppo di Salvatore Ligresti e occupato dieci giorni fa da un movimento di giovani, artisti e cittadini in genere che hanno dato vita a un centro culturale ribattezzato Macao. Dopo lo sgombero centinaia di persone – tra cui Dario Fo che nei giorni scorsi aveva partecipato a un’assemblea – si sono raggruppate fuori dal grattacielo – tra la strada e l’area del distributore di benzina di fronte – dove sono ancora presenti polizia e guardia di finanza (hanno partecipato alle operazioni anche alcuni carabinieri con scudi). Alle 13 si è svolta un’assemblea in cui i partecipanti hanno deciso di portare avanti le attività e i progetti iniziati durante l’occupazione e al momento sono in corso tre lezioni aperte. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia criticando la scelta dello sgombero, malgrado ieri le sue parole sembrassero mostrare una certa indifferenza del Comune alla questione.

La Torre Galfa prende il nome dalla sintesi delle due vie su cui si affaccia, via Galvani e via Fara, a cento metri dalla Stazione Centrale di Milano.

Le foto della Torre Galfa occupata
When in trouble, go small (very small), Francesco Costa su Pisapia e Macao