40 belle foto di Marlene Dietrich

E la sua storia: morì a Parigi il 6 maggio del 1992, dopo essere stata tedesca, americana, antinazista, e fu sepolta a Berlino

1951: James Stewart (1908-1997 ) stars with Marlene Dietrich (1901-1992) in Henry Koster's film 'No Highway', adapted from the Nevil Shute novel. (Photo by Hulton Archive/Getty Images)
1951: James Stewart (1908-1997 ) stars with Marlene Dietrich (1901-1992) in Henry Koster's film 'No Highway', adapted from the Nevil Shute novel. (Photo by Hulton Archive/Getty Images)

Vent’anni fa, il 6 maggio 1992, morì a Parigi Marlene Dietrich, a 90 anni: la sua bara fu portata, avvolta in una bandiera americana, a Berlino. A chiudere in modo cosmopolita, nomade e straordinario una vita cosmopolita, nomade e straordinaria: da attrice soprattutto, ma anche da mito di bellezza e fascino e simbolo di molte cose.

Era nata nel 1901 a Berlino, nel quartiere di Schöneberg, dove oggi è sepolta. Si chiamava Maria Maddalena (Marie Magdalene) e il nome si trasformò in Marlene quando era ragazzina: sua madre veniva da una famiglia borghese benestante, suo padre era un ufficiale di polizia e morì che lei aveva cinque anni. Cominciò a lavorare in teatro a vent’anni – sposò un assistente alla regia a 22 – e poi al cinema: nel 1929 ebbe il ruolo della cantante “Lola Lola” nel film L’angelo azzurro del grande regista Josef von Sternberg, e divenne conosciuta in mezzo mondo, avviando anche una carriera di cantante. Si trasferì a Hollywood e fece molti film diventando una delle attrici più pagate del tempo: nel 1937, malgrado le pressioni del Reich perché tornasse in Germania, chiese la cittadinanza americana, che ottenne nel 1939. E da allora diventò una rappresentante internazionale dell’impegno bellico americano contro la sua patria, visitando le truppe al fronte e diventandone il mito cinematografico.

Dalla fine della guerra ridusse i suoi impegni cinematografici – la sua popolarità personale ha sempre superato la qualità dei film, con eccezioni come La taverna dei sette peccati, Paura in palcoscenico, Testimone d’accusa, L’infernale Quinlan: non vinse mai un Oscar – e si dedicò soprattutto a musical e show personali, in tutto il mondo. Alla fine degli anni Settanta la frattura di una gamba, la dipendenza da alcool e antidolorifici, le malattie, la fecero ritirare: visse a Parigi, ormai vedova – suo marito era morto nel 1979, dopo un lungo rapporto accompagnato a molte altre relazioni etero e omosessuali – molto riservatamente, fino al 6 maggio 1992.