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  • Sabato 5 maggio 2012

Il 5 maggio dell’Inter

La storia, le foto e i video dell'altro motivo per cui molti si ricordano della data di oggi, a parte Napoleone

La delusione di Cristian Vieri al fischio finale di Lazio-Inter (LaPresse/Marco Rosi)
La delusione di Cristian Vieri al fischio finale di Lazio-Inter (LaPresse/Marco Rosi)

Il 5 maggio 2002 è una data che molti appassionati di calcio ricordano bene. L’Inter non vinceva uno Scudetto da tredici anni e a una giornata dalla fine aveva un punto di vantaggio sulla Juventus, seconda in classifica, e due sulla Roma, terza. L’Inter di quell’anno era allenata da Hector Cuper, un coriaceo allenatore argentino arrivato l’estate prima, che aveva l’usanza di battere una mano sul cuore ai suoi giocatori mentre questi entravano in campo.

Nonostante molte assenze durante la prima parte del campionato — su tutte quelle degli attaccanti Ronaldo e Christian Vieri, che riuscirono a giocare insieme solo poche partite — era riuscita comunque a rimanere nelle prime posizioni della classifica, spesso in testa, anche grazie ad alcuni grandi colpi dei suoi migliori calciatori.

Proprio nelle giornate conclusive, durante l’ultimo scontro diretto contro la Juventus, l’Inter stava perdendo in casa 2-1 fino a un gol spettacolare, negli ultimi secondi di partita, dell’olandese Clarence Seedorf, che nel primo tempo aveva segnato con un altrettanto spettacolare tiro da fuori. Molti pensavano che quel secondo gol sarebbe stato decisivo per tenere a distanza la Juventus e vincere lo Scudetto.

Il 5 maggio 2002 l’Inter doveva giocare l’ultima partita contro la Lazio, allo Stadio Olimpico di Roma. Molti commentatori prima del match dissero che quello dell’Inter sarebbe stato un compito piuttosto facile, credendo che la Lazio non avesse più stimoli perché fuori dalla lotta per la qualificazione alla Champions League dell’anno dopo. Le due tifoserie, inoltre, erano gemellate, e una parte dei tifosi laziali considerava anche che, in caso di sconfitta dell’Inter, ci sarebbe stata la remota possibilità di una vittoria della terza classificata e rivale storica, la Roma. In realtà, la Lazio lottava ancora per un posto in Coppa UEFA (l’attuale Europa League) e nonostante un avvio molto blando, dimostrò che quella partita voleva vincerla.

L’inizio di partita fu favorevole all’Inter, che doveva vincere a tutti i costi per mantenere il punto di vantaggio sulla Juventus, impegnata a Udine. Prima segnò Christian Vieri per l’Inter, poi però pareggiò il ceco Karel Poborsky, alla sua ultima partita con la maglia della Lazio, ma quattro minuti dopo Luigi Di Biagio riportò in vantaggio l’Inter. A un minuto dalla fine del primo tempo l’Inter conduceva 2-1, ma un clamoroso errore del giovane terzino slovacco dell’Inter, Vratislav Gresko, rese possibile il gol del pareggio della Lazio, segnato ancora da Poborsky.

Nel secondo tempo l’Inter entrò in campo molto tesa e contratta, e crollò dal punto di vista fisico e soprattutto mentale. La Lazio segnò altre due reti con l’ex Diego Simeone (che, visibilmente provato, quasi chiese scusa ai suoi ex compagni) e Simone Inzaghi, fratello dell’attaccante del Milan. Alcuni giocatori dell’Inter ebbero una crisi di nervi e scoppiarono a piangere durante la partita, soprattutto il difensore Marco Materazzi — mentre era ancora in campo — e Ronaldo, che era in panchina, appena sostituito da Cuper: quella sarebbe stata la sua ultima partita all’Inter, che lo avrebbe venduto al Real Madrid qualche settimana dopo proprio per i cattivi rapporti con Cuper.

Nel frattempo, la Juventus vinse agevolmente a Udine contro l’Udinese per 2-0 con i gol di David Trezeguet e Alessandro Del Piero, e in questo modo vinse anche lo Scudetto. L’Inter venne paradossalmente scavalcata anche dalla Roma che, vincendo a Torino, arrivò seconda.

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