Ryanair evade le tasse?

La compagnia aerea low cost usa contratti irlandesi anche per i dipendenti italiani "risparmiando" sui contributi, racconta Dario Di Vico: ci sono verifiche in corso

Sul Corriere della Sera di oggi, Dario di Vico si occupa della compagnia aerea low cost Ryanair e delle sue politiche aziendali. La società è stata spesso accusata, dai concorrenti e in alcuni casi dalle istituzioni, di usufruire di una serie di condizioni di vantaggio al limite del lecito per gestire le proprie attività. I 650 dipendenti della società in Italia, spiega per esempio di Vico, hanno rapporti di lavoro regolati da un contratto di diritto irlandese. Il meccanismo porta a un “caso di evasione contributiva stimata in 12 milioni di euro”.

Si parla molto, e giustamente, dell’incapacità del sistema Italia di attrarre investimenti esteri ma c’è un caso particolare, quello della compagnia Ryanair, che pone interrogativi del tutto diversi. Si sta infatti ampliando il fronte di quanti (l’Enac, i sindacati del trasporto, l’Alitalia) chiedono che vengano riesaminate le regole di ingaggio e che le amministrazioni dello Stato si mobilitino per far rispettare le leggi. Ma come può accadere che un caso di successo qual è Ryanair sia messo sotto accusa per concorrenza sleale?

La compagnia irlandese opera in Italia dal 2004 e grazie ai disastri dell’Alitalia e a un’indubbia capacità manageriale ha ormai raggiunto una posizione di forza. Nelle settimane scorse c’è stata addirittura una querelle mediatica con la compagnia di bandiera su chi potesse vantare la posizione di leader assoluto del mercato italiano. Prima Ryanair ha annunciato il sorpasso e poi il numero uno Michael O’Leary ha porto le sue scuse. I maliziosi sostengono però che la smentita del manager non è stata altro che una notizia data due volte. Gli irlandesi rappresentano il primo vettore per dieci scali italiani, su 50 rotte low cost interne prevalgono in 27 casi e complessivamente trasportano 6 milioni di passeggeri italiani sulle tratte nazionali e 16 su quelle internazionali. Ma, ed è questa la domanda che gli avversari di Ryanair pongono oggi, gli irlandesi hanno anche usufruito di una serie di condizioni di vantaggio ai limiti del lecito?

Vediamo di capirne di più. Ryanair ha status comunitario grazie alla sede legale di Dublino e in Italia è rappresentata fiscalmente da una Srl, la Meridian Vat, con sede a Napoli. I 650 dipendenti italiani della compagnia che pure hanno residenza e sede di lavoro in Italia vedono i loro stipendi accreditati su conti irlandesi e sono regolati da un contratto di diritto irlandese. Di conseguenza il loro datore di lavoro non ottempera ai dovuti versamenti all’Inps e all’Inail. La contribuzione in Irlanda è mediamente del 12% contro il 37% in Italia ma i lavoratori Ryanair usufruiscono del nostro servizio sanitario e della nostra previdenza. Se un pilota si sente male non va a farsi visitare a Dublino ma chiama il suo medico di famiglia. Si configura così un caso di evasione contributiva stimata in 12 milioni di euro e contestata da parte dell’ispettorato del lavoro di Bergamo, competente in virtù del fatto che Orio al Serio è la principale base operativa degli irlandesi in Italia.

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