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  • Venerdì 27 aprile 2012

La fuga dell’attivista cieco cinese

Chen Guangcheng è sfuggito agli agenti che lo sorvegliavano intorno alla sua casa e si troverebbe ora all'ambasciata americana di Pechino

Aggiornamento alle ore 21,30 – Un funzionario del Ministero cinese della Sicurezza di Stato ha detto che Chen Guangcheng, l’attivista cinese che è scappato oggi dalla propria casa costantemente controllata dalle autorità cinesi, è riuscito a raggiungere l’ambasciata americana a Pechino. I funzionari americani non hanno però voluto confermare la notizia.

Secondo le testimonianze di alcune persone che gli sono vicine, Chen Guangcheng non avrebbe intenzione di lasciare la Cina, ma vorrebbe negoziare la propria libertà con le autorità cinesi «per vivere in Cina come un normale cittadino cinese».

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L’attivista cinese Chen Guangcheng è scappato dalla propria casa costantemente monitorata dalle autorità cinesi nella provincia costiera dello Shandong e sarebbe nascosto a Pechino. La notizia è stata diffusa da alcune persone vicine a Chen e difficilmente riceverà una conferma da parte della Cina, che formalmente non aveva disposto gli arresti domiciliari, ma è stata data da tutte le maggiori testate giornalistiche internazionali. L’attivista è un cieco di 40 anni, molto conosciuto in seguito alla diffusione di un video da parte di China Aid nel febbraio del 2011 che ne raccontava la storia.

Chen aveva indagato e denunciato presunti casi di aborto imposto dalle autorità per il controllo delle nascite. L’uomo fu arrestato nel giugno del 2006 con l’accusa di aver distrutto alcune proprietà e di avere interrotto il traffico urbano con una protesta da lui organizzata. Le tesi dell’accusa, ritenute da molti pretestuose, furono confermate dal tribunale e l’attivista fu condannato a quattro anni e tre mesi di detenzione. Nel settembre del 2010 Chen finì di scontare la pena, ma tornato nella propria abitazione notò di essere comunque tenuto sotto stretto controllo da parte della polizia cinese. Era sostanzialmente agli arresti domiciliari e impossibilitato a muoversi liberamente all’esterno di casa propria.

Con una piccola videocamera, la moglie di Chen era riuscita a riprendere un agente della sicurezza che scrutava una finestra della casa, probabilmente per controllare che Chen fosse all’interno. Il video, insieme con una intervista all’attivista, fu diffuso da diversi mezzi di comunicazione raccontando l’uscita “da una piccola prigione per entrare in una prigione molto più grande”, per dirla con le parole di Chen Guangcheng. L’uomo raccontò di essere osservato da mesi 24 ore su 24, di avere il telefono bloccato e di essere impossibilitato a incontrare amici e conoscenti. Disse anche che chi provava a entrare in contatto con lui riceveva minacce da parte delle autorità.

Citando alcune persone vicine all’attivista, Andrew Jacobs spiega sul New York Times che Chen non è fuggito dallo Shandong perché vuole lasciare la Cina. Il suo desiderio, dicono, è quello di negoziare con le autorità cinesi la sua libertà per poter tornare a condurre una vita normale, con la propria famiglia, nei luoghi in cui è cresciuto. Secondo alcune fonti, Chen avrebbe trovato rifugio all’interno dell’ambasciata degli Stati Uniti a Pechino, ma la notizia non è stata confermata dai diplomatici statunitensi.

La fuga di Chen potrebbe costituire nuovi imbarazzi per le autorità cinesi. Ufficialmente l’uomo non era agli arresti, quindi se la Cina ne confermasse la scomparsa ammetterebbe implicitamente che l’attivista era tenuto sotto stretta sorveglianza da parte di alcuni agenti. In assenza di notizie chiare, alcuni temono che l’uomo possa essere stato trasferito direttamente dalle autorità cinesi, una possibilità difficile da verificare. I familiari di Chen avrebbero avuto oggi un duro confronto con la polizia mentre cercavano di capire dove potesse essere finito l’attivista. Chen Guangfu, il fratello di Chen Guangcheng, ha provato a difendersi con un coltello dagli agenti che lo dovevano trarre in arresto e ha ferito alcuni poliziotti.

Un’amica di famiglia, He Peirong, ha raccontato attraverso un servizio di microblog la vicenda. Ha spiegato che Chen aveva pianificato la fuga per giorni e di aver ricevuto una sua telefonata dopo che era scappato di casa. La donna gli avrebbe dato un passaggio con l’auto e condotto successivamente a Pechino. Secondo i responsabili di China Aid, He sarebbe stata arrestata dalle forze di pubblica sicurezza nella sua casa di Nanjing. Il suo account sul servizio di microblog, intanto, è stato disattivato.