Le elezioni a Catanzaro

Un candidato 28enne sfida un uomo del centrodestra, già due volte sindaco, e rischia di togliere la città al PdL

Tra le competizioni elettorali più importanti del turno di amministrative di maggio, quella di Catanzaro merita di essere ben descritta, se non altro per il suo valore simbolico: è la prima sfida elettorale dopo la caduta del governo Berlusconi in questa città solidamente governata dal PdL. Una sconfitta a Catanzaro metterebbe in grossa crisi anche la giunta regionale guidata da Giuseppe Scopelliti del PdL, già per altro duramente colpita da inchieste giudiziarie che coinvolgono sia il presidente – per gli anni in cui era sindaco del comune di Reggio Calabria – che altri suoi uomini, come il sottosegretario alle Riforme della regione Calabria, Alberto Sarra, interdetto solo pochi giorni fa dai pubblici uffici nell’ambito dell’inchiesta sulla nomina di un primario.

A Catanzaro si ritorna a votare a distanza di solo un anno, a causa delle dimissioni del sindaco-parlamentare PdL e amministratore di lungo corso Michele Traversa. L’ex sindaco, infatti, pressato dalla sentenza della Corte Costituzionale sulla incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco, ha scelto di dimettersi. Una decisione legata alle difficoltà di gestione dell’ente e al rapporto conflittuale creatosi con il suo Consiglio comunale, controllato da altre correnti del centro-destra, che l’ex sindaco ha inteso sfiduciare e mandare a casa con le sue dimissioni.

I principali candidati a sindaco sono Salvatore Scalzo per il centro-sinistra e Sergio Abramo per il centro-destra. L’outsider è Pino Celi, del Terzo polo, ex assessore comunale negli anni Ottanta e presidente provinciale dell’ANCE (Associazione nazionale Costruttori Edili), dimessosi dalla carica all’atto della candidatura e sostenuto da cinque liste: UdC, MpA, FLI e due civiche.

(Guida alle elezioni amministrative 2012)

Il candidato di centro-sinistra, Salvatore Scalzo, ha 28 anni ed è un emigrato di ritorno, ex funzionario della Commissione europea, ricercatore in Scienze Politiche all’università di Torino e impegnato sui temi della legalità e dell’impegno giovanile in Calabria da circa dieci anni con la sua associazione, “Ulixes”. È stato candidato anche alle amministrative del 2011, quelle in cui era contrapposto a Traversa, e all’epoca nonostante la sconfitta fu capace di doppiare con le sue preferenze personali le sue stesse liste, toccando il 15 per cento di voto disgiunto. A distanza di pochi mesi è di nuovo candidato, con liste ricche di giovani candidati, provenienti dalla cosiddetta “società civile”, e un programma a detta di molti ambizioso e responsabile. Scalzo è sostenuto da otto liste: PD, IdV, Federazione della Sinistra, SeL, Psi-Verdi e quattro liste civiche.

Anche il candidato del centro-destra, Sergio Abramo, è sostenuto da otto liste. Nato nel 1958, è stato già sindaco per due mandati consecutivi prima di lasciare la carica nel 2005, per candidarsi a presidente della regione contro Agazio Loiero (poi eletto). Abramo oggi rappresenta una parte importante della Confindustria regionale e nel 2010 è stato nominato, dal presidente della regione Scopelliti, alla guida della partecipata Sorical (Società risorse idriche calabresi). La sua è una storica famiglia dell’imprenditoria calabrese, attiva tra gli altri nel settore dei call center, vero business occupazionale a Catanzaro insieme alla grande distribuzione. Abramo fu eletto al secondo mandato da sindaco con oltre il 70 per cento dei consensi, ma ha davanti un compito arduo: riuscire a risolvere e convivere coi complicati rapporti del centro-destra catanzarese, che hanno provocato le dimissioni di Traversa, e i problemi giudiziari che continuano a colpire anche in campagna elettorale i suoi candidati. Lo sostengono l’ApI di Rutelli, AdC di Pionati, PdL e cinque liste civiche, delle quali tre diretta espressione di due assessori regionali e del presidente Scopelliti.

A oggi la cosa più probabile è che si arrivi al ballottaggio, dove il voto è più “politico” e meno legato ai consensi personali – e alle promesse – degli oltre 700 candidati al Consiglio comunale. Il comune di Catanzaro oggi è sottoposto a commissariamento prefettizio. Per chi vincerà non sarà facile governare un ente oggetto di una pesante inchiesta per rapporti tra mafia e politica e che negli ultimi mesi, per la prima volta nella sua storia, ha sforato il patto di stabilità contraendo mutui per spese non strutturali alla Cassa depositi e prestiti, per circa 10 milioni di euro.

foto: francescogigliotti