Le elezioni francesi, gli exit poll e Twitter

È un problema che riguarda sempre di più tutto il mondo: come contenere le anticipazioni su dati parziali nel tempo di internet

A picture taken on February 15, 2012 shows a magnifying glass in front of a screen featuring a page of the official Twitter account of France's president Nicolas Sarkozy. Nicolas Sarkozy is today to reveal the worst kept secret in French politics by officially launching his re-election campaign, changing up a gear with fewer than ten weeks to polling day. AFP PHOTO THOMAS COEX (Photo credit should read THOMAS COEX/AFP/Getty Images)
A picture taken on February 15, 2012 shows a magnifying glass in front of a screen featuring a page of the official Twitter account of France's president Nicolas Sarkozy. Nicolas Sarkozy is today to reveal the worst kept secret in French politics by officially launching his re-election campaign, changing up a gear with fewer than ten weeks to polling day. AFP PHOTO THOMAS COEX (Photo credit should read THOMAS COEX/AFP/Getty Images)

In vista del primo turno delle elezioni presidenziali francesi, che si terrà domani in Francia, le autorità che devono sorvegliare lo svolgimento corretto delle elezioni hanno approntato un piano per assicurare il rispetto di una legge che vieta a chiunque di pubblicare prima delle 20 i risultati, parziali, ipotizzati statisticamente o definitivi, attraverso ogni mezzo di comunicazione pubblico, anche per via elettronica.

La legge in questione esisteva anche prima di questa elezione. Quel che c’è questa volta di nuovo, come sottolinea il blog del quotidiano Le Monde, è che, a differenza delle ultime elezioni, i social network come Facebook (che in Francia ha circa 40 milioni di utenti) o social media come Twitter (circa 5 milioni) permettono una diffusione rapidissima delle indiscrezioni sugli exit poll e sui dati parziali, mettendo molto più a rischio la segretezza fino alla chiusura delle urne.

Il rischio, è in realtà molto più teorico che pratico: ovvero che la pubblicazione di notizie precoci sui risultati ufficiali dello scrutino prima dell’ora prevista per la chiusura influisca sulle scelte di coloro che non sono ancora andati a votare. In questo caso, almeno teoricamente, le elezioni potrebbero venire addirittura annullate. Ma è un rischio escluso da molti osservatori ed esperti: difficile che sia rilevante il numero degli elettori intenzionati ad andare a votare all’ultimo momento, e che cambino idea in base a notizie ricevute poco prima. Ancor più difficile che simili eventi portino davvero a decidere l’annullamento del voto.

(Le foto degli ultimi giorni di campagna elettorale)

Ma per cercare di evitare il problema sul nascere, la commissione elettorale ha ottenuto dalle maggiori agenzie di sondaggi francesi la promessa di tenere sotto il massimo riserbo qualsiasi dato che dovesse arrivare prima della chiusura dei seggi. La legge prevede multe fino a 75mila euro per chi dovesse violarla. Per vigilare invece che il “silenzio internet” tenga fino alle otto di sera, dieci persone sarebbero state incaricate di sorvegliare i social network e l’intera rete, a quanto scrive Le Monde.

L'”ombra” di Twitter sulle elezioni presidenziali fu notata il 18 aprile scorso, quando Guillaume Champeau, del sito Numerama.com, pubblicò un messaggio su Twitter in cui proponeva di usare una sorta di linguaggio in codice per aggirare i controlli. Secondo la proposta di Champeau la frase “Le flan est au four” (Lo sformato è nel forno) avrebbe dovuto significare il passaggio al secondo turno del candidato socialista François Hollande, mentre “Le tomate est mûre” (Il pomodoro è maturo) avrebbe indicato il candidato del Front de Gauche, Mélenchon – il cui passaggio al secondo turno è però praticamente impossibile.

Il tweet di Champeau venne subito seguito da quelli di altri utenti, ognuno dei quali fece la sua proposta. A volte mettendosi ad analizzare la situazione politica con molta fantasia, ma proponendo riscritture metaforiche della realtà non sempre di facile interpretazione. Una tecnica che sembrerebbe molto apprezzata (e anche molto più comprensibile di altre) si basa invece sulle nazionalità abbinate ai candidati. In questo caso François Hollande è il più facile, e diventa Olanda, mentre l’Ungheria è Sarkozy, dal fatto che i padre fosse ungherese e il Marocco è Mélenchon, nato a Tangeri. Per lo stesso motivo la candidata dei Verdi diventerebbe la Norvegia. L’unico a restare francese sarebbe François Bayrou, soprannominato Béarn, la sua regione, mentre per Marine Le Pen, del Front Nationale, il soprannome scelto avrebbe a che fare con uno qualsiasi dei regimi dittatoriali del Novecento.

Oltre al lato scherzoso che emerge dai moltissimi (e molto fantasiosi) messaggi lasciati da centinaia di utenti di Twitter, c’è anche una questione molto seria, che riguarda le testate giornalistiche. Le Monde e Le Figaro, i due principali quotidiani francesi, hanno comunicato che si atterranno alle regole imposte dalla legge ed eviteranno di comunicare gli exit poll quando saranno disponibili alle 18.30. Il direttore del quotidiano di sinistra Libération, invece, ha dichiarato che il suo quotidiano rivelerà subito gli eventuali risultati, soprattutto se dovessero essere netti e affidabili (cosa poco probabile visti gli ultimi sondaggi), disponibile a pagare la multa prevista.

Anche alcuni media svizzeri e belgi hanno annunciato di voler ignorare la legge francese, e i media francesi sono ulteriormente preoccupati da questa “concorrenza sleale” (il tema di internet e della scomparsa dei confini e delle leggi nazionali, compare anche in questo caso). Addirittura la RTBF, la televisione belga in lingua francese, ha già fissato nel proprio palinsesto una trasmissione speciale sulle elezioni in Francia per le 18.30. Dalle 18 alle 20 i seggi rimarranno aperti soltanto nelle aeree metropolitane e quindi, nelle grandi città, sarà possibile recarsi a votare dopo aver saputo le prime stime e indicazioni sull’esito del voto.

foto: THOMAS COEX/AFP/Getty Images