La Lega Nord e i diamanti

Gli inquirenti non trovano 200.000 euro del partito che l'ex tesoriere Francesco Belsito avrebbe investito in diamanti

Dalle carte delle inchieste sulla Lega Nord nei giorni scorsi erano emerse alcune operazioni da parte di Francesco Belsito, ex tesoriere del partito, per diversificare gli investimenti. Oltre all’acquisto dei fondi in Tanzania, l’ex tesoriere avrebbe investito in diamanti e per questo avrebbe trasferito denaro dalle casse della Lega Nord ai propri conti, perché la compravendita di diamanti può essere effettuata solo da persone fisiche e con bonifico. Oggi la Guardia di Finanza ha acquisito dei documenti nella sede della Lega in via Bellerio, a Milano: secondo i giornali gli inquirenti hanno perso le tracce di 200.000 euro investiti da Belsito in diamanti.

MILANO – Gli agenti della Guardia di Finanza sono andati nella sede federale della Lega Nord di via Bellerio per acquisire documenti. Il provvedimento rientra nell’ambito dell’inchiesta sull’uso dei fondi pubblici del Carroccio avviata dalla procura di Milano.

I DIAMANTI – Da quanto risulta dalle analisi degli inquirenti milanesi «mancano all’appello» altri 200 mila euro di diamanti che sarebbero stati acquistati dall’ex tesoriere Belsito con i soldi del Carroccio. Nei giorni scorsi infatti era emerso che gli inquirenti erano «a caccia» di lingotti d’oro per il valore di 200 mila euro e di diamanti per 100 mila euro. Ora si è saputo che l’ex amministratore avrebbe comprato diamanti per un totale di 300 mila euro.

LA CORTE DEI CONTI- Anche la Corte dei Conti indaga sui bilanci della Lega Nord. I magistrati contabili hanno aperto un procedimento sui conti del movimento politico. Il procuratore capo della Corte dei Conti della Lombardia, Antonio Caruso, e altri due magistrati hanno fatto visita ai pm di Milano. Da quanto si è saputo, la Procura della Corte dei Conti ha aperto un procedimento autonomo rispetto a quello penale e relativo a un presunto danno erariale, partendo dall’ipotesi di truffa ai danni dello Stato. Secondo le indagini penali, infatti, Belsito «truccando» i bilanci del Carroccio avrebbe fatto ottenere al partito rimborsi elettorali non dovuti che, solo per il 2011, ammontano a circa 18 milioni di euro.

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