Di cosa è accusato Valter Lavitola

L'ex latitante è coinvolto in tre indagini e per una di queste è stato chiesto l'arresto di un senatore del PdL, vecchia conoscenza del centrosinistra

LaPresse16-04-2012 NapoliCronacaNapoli, Walter Lavitola viene condotto nel carcere di PoggiorealeNella foto: Lavitola scortato dalle forze dell'ordineLaPresse16 April 2012 NaplesNewsNaples, Walter Lavitola is conducted in Poggioreale prisonIn the pic: Lavitola escorted by police
LaPresse16-04-2012 NapoliCronacaNapoli, Walter Lavitola viene condotto nel carcere di PoggiorealeNella foto: Lavitola scortato dalle forze dell'ordineLaPresse16 April 2012 NaplesNewsNaples, Walter Lavitola is conducted in Poggioreale prisonIn the pic: Lavitola escorted by police

Aggiornamento, 6 giugno 2012 – Il Senato ha respinto, con 169 voti contrari, 109 favorevoli e 16 astenuti, la richiesta degli arresti domiciliari per Sergio De Gregorio, senatore del PdL, fatta dai magistrati della procura di Napoli. La giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato aveva invece dato parere favorevole all’arresto, lo scorso 9 maggio.

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Valter Lavitola è stato per qualche tempo protagonista delle recenti vicende politiche italiane e non è facile da descrivere dal punto di vista professionale: a volte descritto come imprenditore, altre volte come giornalista (è stato radiato dall’ordine dei giornalisti a settembre), altre volte come superficialmente “faccendiere”. Era stato al centro della storia della “casa di Montecarlo”, tirato pubblicamente in ballo dai finiani in quanto autore del documento di Saint Lucia – di discussa autenticità – che attribuiva a Giancarlo Tulliani la proprietà dell’immobile, e nel corso degli ultimi anni era stato investito da parte di Silvio Berlusconi di incarichi informali in Sudamerica.

Dallo scorso settembre Lavitola è indagato per estorsione ai danni di Silvio Berlusconi, insieme all’imprenditore Giampaolo Tarantini. La procura di Napoli accusava Tarantini di avere ricevuto dei pagamenti in denaro perché dicesse che Berlusconi non sapeva che le prostitute che portava nelle sue residenze fossero pagate – come il premier ha sempre sostenuto – e perché chiedesse il patteggiamento, in modo da evitare un processo che avrebbe messo in imbarazzo Berlusconi. La procura sosteneva che Tarantini avesse ottenuto da Berlusconi 500.000 euro e uno stipendio da 20.000 euro al mese, nonché il pagamento delle spese legali e l’affitto di un appartamento nel centro di Roma. Lavitola avrebbe fatto da mediatore tra Tarantini e Berlusconi.

Il primo settembre il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della procura di Napoli, ha emesso un mandato di cattura nei confronti di Lavitola: che non si trova, è all’estero, e da allora era latitante. Alla fine di settembre però il tribunale del Riesame aveva ribaltato l’inchiesta: l’aveva spostata a Bari e aveva cambiato il capo di imputazione per Lavitola, non più il ricatto ai danni di Berlusconi ma l’istigazione a mentire, nel caso del processo sulle prostitute che Tarantini avrebbe portato nelle residenze dell’ex PresdelCons.

Valter Lavitola durante questi mesi è stato a Panama, paese dal quale ha più volte rilasciato interviste – una in tv, molto lunga, a Enrico Mentana – e nel quale si trovava mentre in Italia le indagini andavano avanti e venivano fuori le registrazioni di alcune sue telefonate con Silvio Berlusconi, all’epoca capo del governo, col quale parlava di come “fare la rivoluzione”.

Oggi Lavitola è tornato in Italia: è arrivato a Fiumicino alle 6.40 da Buenos Aires, è stato fermato dalla polizia di frontiera e gli sono stati notificati gli atti nei suoi confronti. Insieme alla prima ordinanza di custodia cautelare, ne sono arrivate altre due. Una, emessa su richiesta della procura di Napoli, è relativa a un’accusa nei suoi confronti per corruzione internazionale: gli inquirenti indagano su alcune presunte tangenti pagate da Lavitola a politici panamensi per permettere a Finmeccanica di ottenere alcuni appalti. L’ordinanza, stando a quanto riportano le agenzie di stampa, richiede il carcere anche per l’imprenditore Angelo Capriotti, per Paolo Passalacqua, per Claudio Fagiano e per Enzo Valori.

Un’altra ordinanza, sempre emessa dalla procura di Napoli, vede Lavitola indagato per la presunta appropriazione indebita di 20 milioni di euro di finanziamenti al quotidiano L’Avanti, di cui era proprietario e direttore. Insieme a Lavitola, questo filone d’indagine vede indagati anche il senatore del PdL Sergio De Gregorio, per il quale sono stati chiesti gli arresti domiciliari, e altre quattro persone. Naturalmente servirà il voto del Senato perché De Gregorio venga arrestato. Sergio De Gregorio è noto soprattutto perché nel 2006 fu eletto in Parlamento nelle liste dell’Italia dei Valori ma passò immediatamente con il centrodestra, che lo elesse presidente della commissione Difesa del Senato.

foto: LaPresse