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  • Lunedì 2 aprile 2012

Le fatiche di Andy Murray

Le foto e la storia del quarto tennista più forte al mondo, chiuso dai giganti Djokovic, Federer e Nadal, che le sta provando tutte per farsi spazio

di Arianna Cavallo – @ariannacavallo

London, UNITED KINGDOM: British player Andrew Murray lies on the floor after falling and injuring himself during his match against Swede Thomas Johansson at Queens Tennis club on the fourth day of the Stella Artois Tennis Championships in London, 9 June 2005. AFP PHOTO/CARL DE SOUZA (Photo credit should read CARL DE SOUZA/AFP/Getty Images)
London, UNITED KINGDOM: British player Andrew Murray lies on the floor after falling and injuring himself during his match against Swede Thomas Johansson at Queens Tennis club on the fourth day of the Stella Artois Tennis Championships in London, 9 June 2005. AFP PHOTO/CARL DE SOUZA (Photo credit should read CARL DE SOUZA/AFP/Getty Images)

Domenica Novak Djokovic ha vinto il torneo di tennis Sony Ericsson Open di Key Biscayne, in Florida, battendo Andy Murray. Djokovic è in questo momento il tennista numero uno al mondo. Andy Murray ha 24 anni, è scozzese e da quattro anni termina la stagione al quarto posto della classifica ATP (la classifica mondiale dei tennisti professionisti) dopo essere entrato tra i primi cento nel 2005. Murray è un tennista molto talentuoso: ha uno dei migliori rovesci in circolazione, è molto veloce, ha una grande abilità tattica. In un’altra epoca un tennista con le sue doti avrebbe probabilmente vinto diversi trofei, ma Murray deve vedersela con Novak Djokovic, Roger Federer e Rafael Nadal, tre fra i migliori tennisti di ogni tempo, che si sono divisi 27 degli ultimi 28 titoli di Grand Slam, i quattro tornei tennistici più importanti al mondo (nel 2009 l’argentino Juan Martín del Potro vinse gli US Open battendo Roger Federer).

Murray è riuscito a battere più volte sia Djokovic che Nadal e Federer – per un totale di 18 volte, per lo più contro Federer – ma sempre in semifinali o incontri di minor importanza: non ha mai vinto un torneo del Grand Slam, e anzi è stato sempre sconfitto da uno dei tre. Nel 2010 ha perso gli Australian Open in finale contro Federer, nel 2011 contro Djokovic sempre in finale. Nel 2008 ha perso gli US Open in finale contro Federer. Nel 2009 ha perso a Wimbledon contro Roddick in semifinale, la stessa cosa è successa nel 2010 e nel 2011, entrambe le volte contro Nadal. Quest’anno agli Australian Open è stato eliminato in semifinale da Djokovic. L’anno scorso al Roland Garros è stato eliminato. In semifinale. Da Nadal.

Andy Murray compirà 25 anni a maggio: non è ancora vecchio, come atleta, ma non è neanche giovanissimo. Djokovic è una settimana più giovane di lui, Nadal è un anno più vecchio, Federer ha 30 anni. Il Wall Street Journal racconta che Murray sta cercando in tutti i modi di capovolgere la situazione: si allena con rigore, si dedica con attenzione alla preparazione tattica delle partite, è attento alla sua dieta, all’equipaggiamento, fa bagni freddi, corre, fa persino attenzione alle ore di sonno. Negli ultimi tempi ha messo su almeno quattro chili e mezzo di muscoli e ha perso altra massa grassa (che è circa il 7-8 per cento dei suoi 84 chili per 1 metro e novanta di altezza). Ha consultato psicologi sportivi, si è sottoposto a test di intolleranza alimentare, ha eliminato il glutine (come anche Djokovic) rinunciando agli shortbread (tipici biscotti scozzesi) che gli invia la nonna. Ha passato ore a guardare e riguardare le partite sue e dei suoi avversari per studiarne i difetti, ha assunto allenatori e poi li ha licenziati. Nonostante tutti questi tentativi non è ancora riuscito a imporsi e continua a cedere nei momenti di massima pressione psicologica, diventando fiacco e lento: «Le mie gambe diventano pesanti e l’acido lattico si accumula. La mia voglia di vincere non cambia ma mi sembra di muovermi davvero lentamente», ha spiegato.

Nella prossima pagina: chi è il nuovo allenatore di Murray e cosa pensa si debba fare con gli avversari quando ti voltano di spalle.

L’ultimo tentativo di cambiare le cose per Murray è stata la decisione di assumere come allenatore Ivan Lendl, uno dei più grandi tennisti di sempre. Lendl è cecoslovacco e naturalizzato statunitense, ha 52 anni e si è ritirato dal tennis nel 1994. Le caratteristiche e lo spirito di gioco di Lendl sono molto diverse da quelle di Murray – Lendl era famoso per la sua spietata aggressività in campo – ma un aspetto li accomuna: anche Lendl perse le sue prime quattro finali di Slam ed era considerato uno che non sapeva reggere sotto pressione. Poi a 24 anni vinse il Roland Garros e da allora si aggiudicò altri sette Grand Slam e occupò la prima posizione nella classifica ATP per cinque anni dal 1985 al 1990, con una pausa dal settembre 1988 al gennaio 1989.

L’allenamento con Lendl ha dato i primi risultati. Murray ha affrontato Djokovic a gennaio nell’Australian Open in semifinale: ha comunque perso, ma dopo uno scontro ben giocato e durato cinque ore. A Dubai i due si sono affrontati nuovamente in semifinale e Murray gli ha inflitto la sua prima sconfitta dell’anno, per essere poi battuto da Federer in finale. A Indian Wells invece Murray è stato battuto alla prima partita da Guillermo Garcia-Lopez, il numero 92 del ranking mondiale. In Florida Murray è stato più veloce, forte, brillante e versatile del solito ma anche in questo caso non è riuscito a battere Djokovic ed è arrivato in finale solo a causa di un ritiro per infortunio di Nadal, che avrebbe dovuto affrontare in semifinale.

Murray iniziò a giocare a tennis a cinque anni grazie alla madre Judy, che era stata professionista negli anni Settanta e che era diventata insegnante di tennis (ora è capitano della squadra femminile di tennis britannica). «Con i bambini era la migliore», ricorda Murray. «Lo rendeva divertente, non metteva sotto pressione. Giocare a tennis era tutta una questione di divertimento». In breve Murray divenne uno dei migliori tennisti del Regno Unito, anche se per un breve periodo decise di abbandonare il tennis per giocare a calcio. Durante i campionati europei under 16 incontrò Nadal, di cui divenne amico. La madre racconta che un giorno la chiamò e disse: «Ho appena giocato a racquetball con Rafa e sai cosa mi ha detto? Si allena con Carlos Moya, non va a scuola, gioca tot ore al giorno, fa questo, si allena sulla terra e io invece cosa faccio? Io mi alleno con te e mio fratello all’università». Murray aveva 15 anni e decise di dare una svolta professionale alla sua carriera entrando nell’accademia Sánchez-Casal di Barcellona. A 16 anni dovette sospendere gli allenamenti per 6 mesi e li passò a studiare le partite di tennis e a prendere appunti. Iniziò il 2005 al 407esimo posto della classifica ATP e concluse l’anno al 64esimo posto.

«È un cavallo da battaglia, mi ricorda com’ero io alla sua età», dice Lendl di Murray. «Non so cosa può ottenere, nessuno lo sa. Tra 20 o 30 anni, quando sarò un uomo vecchio con un bastone, potremmo stare seduti a parlare del fatto che ci ha provato in tutti senza riuscirci o che avrà vinto 10 slam». Alla domanda se Murray sia abbastanza aggressivo, Lendl ha risposto «può esserlo, può esserlo. Non bisogna avere pietà. Se il tuo avversario è girato di spalle, devi assaltarlo alla gola».