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  • Sabato 31 marzo 2012

Il caso delle ninja iraniane

L'agenzia di stampa Reuters le ha definite "assassine", l'Iran se l'è presa e ha ritirato gli accrediti ai suoi giornalisti nel paese (le foto)

(ATTA KENARE/AFP/Getty Images)
(ATTA KENARE/AFP/Getty Images)

Ieri l’Iran ha ritirato gli accrediti stampa a undici giornalisti dell’agenzia internazionale Reuters. A provocare questa decisione è stato un servizio della Reuters su un gruppo di donne che da un po’ di tempo vengono addestrate in Iran come guerrigliere ninja per difendere il loro paese in caso di necessità, ovvero in caso di attacco di “invasori stranieri”.

Il titolo originale del servizio della Reuters era: “Migliaia di donne ninja vengono addestrate come assassine dell’Iran”. Il problema era ovviamente la parola “assassine” che non rifletteva la realtà: le donne ninja vengono effettivamente addestrate “per difendere” il loro paese, come viene detto anche dal loro allenatore nel video, ma non per uccidere indiscriminatamente, come ha sottolineato, molto risentito, il Ministero dei Beni Culturali iraniano.

La Reuters si è subito scusata dell’incidente, ammettendo l’errore in un comunicato nel quale si dice che l’azienda prenderà “provvedimenti affinché questo non accada più”. Gli editor della Reuters, appena si sono accorti dell’errore nel titolo originale, lo hanno cambiato in “Tremila donne ninja vengono addestrate in Iran”, ma non è servito a molto. Anche perché molti media inglesi e mondiali avevano ovviamente già ripreso la notizia con la parola “assassine”, aggravando così l’impatto dell’errore. E così ai giornalisti della Reuters sono stati ritirati i loro accrediti stampa in Iran.

L’autore del reportage è Caren Firouz, un giornalista iraniano che lavora per la Reuters. Il suo servizio da Karaj, una città a circa 35 chilometri a ovest della capitale Teheran, ora è sparito dal sito dell’agenzia di stampa. Ma ampi stralci del servizio circolano online e la tv iraniana Press TV ne ha pubblicato alcuni sul suo sito, dove, in effetti, si parla inequivocabilmente di “assassine”. Del resto, basta fare una piccola ricerca su YouTube per vedere che gli account ufficiali del Telegraph e di ITN News hanno ancora video sull’argomento dal titolo “Le assassine ninja iraniane”. Press TV riporta anche le testimonianze di alcune donne ninja iraniane, che protestano contro la Reuters perché ora la loro reputazione è stata macchiata e dunque potrebbero avere grossi problemi per partecipare a competizioni internazionali, per esempio.

Il servizio della Reuters aveva documentato l’addestramento nel ninjutsu, una delle più antiche arti marziali giapponesi, di circa tremila donne iraniane di un’età compresa tra 5 e 56 anni che venivano descritte anche come “guerriere irriducibili” a difesa dell’Iran nel caso in cui il paese venisse attaccato da forze straniere. Circa diecimila persone, complessivamente, praticano il ninjutsu in Iran.

Foto: ATTA KENARE/AFP/Getty Images