La storia del “cucchiaio di legno”

Ovvero il "trofeo" che si aggiudica l'ultima classificata del Sei Nazioni di rugby

Italy's fans show a banner reading: "With nine spoons how can we eat spaghetti?", during a Six Nations rugby union international match against Scotland in Rome's Olympic stadium, Saturday, March 17, 2012. The wooden spoon is given to the last classified in the rugby Six Nations championship. (AP Photo/Gregorio Borgia)
Italy's fans show a banner reading: "With nine spoons how can we eat spaghetti?", during a Six Nations rugby union international match against Scotland in Rome's Olympic stadium, Saturday, March 17, 2012. The wooden spoon is given to the last classified in the rugby Six Nations championship. (AP Photo/Gregorio Borgia)

Oggi pomeriggio, durante l’ultima giornata del trofeo Sei Nazioni di rubgy, la nazionale italiana ha sconfitto per 13-6 la Scozia, riuscendo per la prima volta negli ultimi cinque anni ad evitare di aggiudicarsi il cucchiaio di legno. Il Sei Nazioni è uno dei più importanti trofei internazionali del rugby union o rugby a 15, ed è l’erede dei trofei che si giocavano tra le maggiori squadre europee alla fine dell’Ottocento. La nazionale italiana ne fa parte solo dal 2000 (fino ad allora il trofeo si chiamava Cinque Nazioni), quando si guadagnò un posto grazie ai suoi ottimi risultati a partire dagli anni Novanta.

Nel rugby il cucchiaio di legno è il premio simbolico che viene assegnato alla squadra che arriva ultima classificata al termine del torneo del Sei Nazioni, a cui partecipano le nazionali di Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda, Francia e Italia. A partire dal 2000, quando l’Italia fu ammessa al torneo, il cucchiaio di legno è finito 9 volte alla nazionale italiana, 2 volte a quella scozzese e 1 alla nazionale gallese.

Le origini della tradizione
La tradizione del cucchiaio di legno ha avuto origine probabilmente all’università di Cambridge all’inizio dell’Ottocento, quando costituiva il “premio” destinato allo studente che otteneva il risultato più basso alla prova finale del corso di matematica (i Cambridge Mathematical Tripos, il corso più antico dell’università), ma riusciva comunque a passarla. Il premio consisteva in un cucchiaio di legno che negli ultimi anni di vita di questa tradizione, all’inizio del Novecento, raggiungeva il metro e mezzo di lunghezza: si trattava di grandi oggetti, spesso decorati, che venivano consegnati in una cerimonia molto formale tollerata dalle autorità universitarie.

Sembra che il passaggio dalla matematica allo sport avvenne durante le gare di canottaggio tra gli equipaggi delle università britanniche, alla fine delle quali l’ultimo equipaggio che arrivava al traguardo si aggiudicava un cucchiaio di legno, che per questo iniziò ad essere veramente il simbolo degli ultimi classificati.

Il cucchiaio di legno nel rugby
Nel rugby il “cucchiaio di legno” apparve verso la fine dell’Ottocento, quando la partecipazione al Sei Nazioni era ancora ristretta alle sole squadre di Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda: tra appassionati si cominciò a parlare della squadra che si classificava ultima nel torneo come dei vincitori del cucchiaio di legno. Anche se nel rugby il cucchiaio non è mai stato un oggetto reale, la tradizione “linguistica” si è poi mantenuta negli anni fino ad oggi. In uno spot pubblicitario andato in onda nelle scorse settimane, il giocatore della nazionale italiana Martin Castrogiovanni è vestito da cuoco insieme a suoi compagni di squadra e termina lo spot spezzando un cucchiaio di legno.

Il cucchiaio di legno non deve essere confuso con il “cappotto” (whitewash), quando una squadra finisce il torneo senza vincere neppure una partita finendo ultima in classifica con zero punti. Per Inghilterra, Scozia, Irlanda e Galles c’è in palio un altro “trofeo” informale, la Tripla Corona (Triple Crown), che va alla nazionale che riesce a battere tutte le altre.

foto: AP Photo/Gregorio Borgia

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