Costa Concordia, le ultime di oggi

L'agenzia per la protezione ambientale ha diffuso delle precisazioni riguardo i presunti "scontri" con Greenpeace sui dati dell'inquinamento dell'acqua

Ieri le operazioni di rimozione del carburante sono state sospese per l’intera giornata a causa dei forti venti e delle cattive condizioni del mare. Sono andate avanti invece le ricerche dei dispersi: i palombari della Marina Militare e dei Vigili del fuoco si sono immersi nei pressi e all’interno della Concordia e contestualmente hanno anche recuperato materiale tecnico utilizzato nei giorni scorsi. Il bollettino diffuso quotidianamente da ISPRA e ARPAT non ha segnalato anomalie né movimenti particolari della nave. L’ARPAT ha diffuso oggi una nota di precisazioni sui dati relativi al mare del Giglio, dopo che alcuni giornali avevano parlato di “scontri sui dati” in seguito alla pubblicazione di un dossier da parte di Greenpeace.

È difficile fare un confronto diretto fra i dati ARPAT e di Greenpeace in quanto riguardano campionamenti in punti diversi e, soprattutto, il dato di Greenpeace si riferisce ad un solo giorno mentre quelli di ARPAT si riferiscono ad una lunga serie storica iniziata il 17 gennaio.

Per quanto riguarda i risultati, sia ARPAT che Greenpeace hanno “generalmente verificato valori “normali” sui parametri chimici mentre non sono state “trovate anomalie nelle conte batteriche”. In particolare i dati sono pienamente coerenti per quanto riguarda gli idrocarburi, uno dei parametri potenzialmente più preoccupanti, in quanto i risultati sono perfettamente sovrapponibili.

I valori in cui le analisi di ARPAT e di Greenpeace differiscono sono quelli riguardanti tensioattivi e azoto ammoniacale: la stessa Greenpeace, in proposito, afferma che “il diverso risultato potrebbe essere legato all’adozione di due protocolli di campionamento differenti”. Ad esempio attorno alla nave Greenpeace avrebbe prelevato da riva in un tratto di mare chiuso tra gli scogli e il relitto, dove ci aspettiamo un minor ricambio, mentre ARPAT preleva a largo, in prossimità della chiglia del relitto.

Riguardo l’effettivo rilascio di sostanze inquinanti, l’ARPAT scrive così.

Detto questo, anche se fino ad oggi non sono stati rilevati fenomeni allarmanti di inquinamento del mare, è indubbio, come detto fin dal primo giorno, che rilasci di sostanze inquinanti, soprattutto a causa della decomposizione del materiale organico presente a bordo, ci sono e ci saranno, come indicano i risultati di analisi su campioni di acqua prelevati all’interno del relitto effettuati anche di recente. Tali graduali fuoriuscite, per ora limitate per la sostanziale immobilità della nave e del suo contenuto, si diluiscono e si diluiranno nei grandi volumi di acqua e in condizioni meteomarine di calma sono più percepibili.

Oggi intanto sono stati diffusi alcuni dati sul turismo al Giglio, che da solo fa il 90 per cento del PIL dell’isola. Walter Rossi, presidente del consorzio sulla promozione turistica di tutta la Costa d’Argento, ha spiegato che solitamente in questo momento dell’anno “il 25% delle prenotazioni della stagione su tutta la costa è già stato effettuato” e che “quest’anno i dati ci dicono che c’è una leggera flessione perché siamo fermi al 15-18 per cento sulla costa e al 22 all’isola del Giglio”. Naturalomente lo stesso Rossi precisa che è “prematuro dire quanto la tragedia della Concordia abbia inciso su una crisi che è già in atto da tempo”.

Ci sono novità anche sul fronte dell’inchiesta. Gli esperti che stanno analizzando la scatola nera nell’ambito dell’incidente probatorio hanno confermato che il Voyager data recorder, il cuore del dispositivo, è rimasto integro e quindi può essere decrittato dai periti. Si tratta, dice l’ANSA, del “primo passo operativo verso la lettura dei dati della scatola nera dopo le nomine formali di periti e consulenti sabato scorso alla maxiudienza al Teatro Moderno”. Gli esperti stanno procedendo con l’estrapolazione dei dati sulla nave da una serie di dispositivi di bordo e degli ufficiali: pc portatili, smartphone, palmari. La maggior parte di questi sono in buone condizioni ma alcuni di questi sono stati immersi in acqua durante il naufragio e quindi potrebbero essere danneggiati o inutilizzabili.

Gli avvocati di Francesco Schettino, comandante della Concordia, hanno confermato di aver presentato ricorso contro la Cassazione, che ha confermato gli arresti domiciliari (rigettando la richiesta di remissione in libertà della difesa e la richiesta di custodia cautelare in carcere dell’accusa).

foto: LaPresse