Google+ è un fallimento?

Otto mesi dopo il lancio, il social network di Google fa i conti con la crescita deludente delle iscrizioni e della partecipazione degli utenti

A fine giugno dello scorso anno, Google lanciò il proprio social network Google+, un promettente insieme di servizi online per condividere contenuti con amici e conoscenti, nato con l’obiettivo di mettersi in competizione con altri sistemi come Facebook e Twitter. Nonostante le buone intenzioni della società e massicce campagne promozionali, a distanza di otto mesi Google+ fatica a conquistare spazi e in molti si chiedono se abbia davvero qualche speranza di diventare competitivo, un giorno. I responsabili di Google sono consapevoli delle perplessità che circolano intorno al loro prodotto, ma per ora mostrano di essere fiduciosi e ricordano che in meno di un anno Google+ ha comunque raccolto oltre 90 milioni di iscritti.

(Dieci dritte su Google+)

Il dato diffuso da Google è attendibile ma a preoccupare non è tanto il numero dei nuovi iscritti, quanto l’uso effettivo che viene fatto del social network. Stando alle rilevazioni di comScore, una delle società più importanti nelle rilevazioni statistiche online, in milioni si iscrivono ogni mese a Google+, ma finiscono quasi tutti per usarlo pochissimo o non usarlo affatto. I dati, che si riferiscono agli utenti degli Stati Uniti, rivelano che lo scorso gennaio ogni iscritto ha trascorso in media 3,3 minuti su Google+: meno di 7 secondi al giorno. Nello stesso mese, gli iscritti a Facebook hanno trascorso in media 7 ore e mezza sul sito: poco meno di 15 minuti ogni giorno.

(Dieci nuove dritte su Google+)

Gli analisti di comScore spiegano anche che negli ultimi mesi il tempo trascorso mediamente su Facebook è aumentato, mentre su Google+ è progressivamente diminuito. A dicembre gli utenti hanno trascorso su Facebook circa mezz’ora in meno rispetto a gennaio, mentre nel caso del social network di Google gli iscritti vi sono rimasti per 4,8 minuti. A novembre il tempo trascorso era ancora più alto e pari a 5,1 minuti. La società non riesce ancora a contrastare la concorrenza e paga il fatto di avere per ora un numero di iscritti molto più basso rispetto a Facebook: 90 milioni contro gli oltre 850 del social network più usato al mondo. A questi ritmi, spiegano gli analisti, Google impiegherà anni prima di poter sviluppare una alternativa concreta.

I dati diffusi da comScore sono stati contestati da Google: la società non ha diffuso le proprie informazioni sul traffico degli utenti online, ma ha spiegato che le rilevazioni di comScore “sottostimano grandemente” l’effettiva quantità di tempo trascorso dagli utenti su Google+. L’azienda respinge il confronto diretto con i social network già affermati come Facebook e Twitter. La sfida di Google è per il lungo periodo, spiegano i suoi responsabili, e saranno necessari ancora mesi prima di poter verificare l’effettivo successo o insuccesso di Google+ tra gli utenti.

A differenza di Facebook, spiega il vicepresidente della gestione dei prodotti Google Bradley Horowitz sul Wall Street Journal, Google+ non è concepito come una destinazione, ma come un insieme di servizi per arricchire l’esperienza degli utenti che utilizzano il motore di ricerca della società. L’obiettivo è rendere più personale l’uso delle ricerche online, semplificando l’accesso ai contenuti usati dai propri amici e conoscenti e la possibilità di condividere con loro i propri interessi, rimanendo costantemente in comunicazione. Google punta molto su questo aspetto e a inizio gennaio ha annunciato una nuova serie di strumenti per integrare Google+ nel motore di ricerca, per avere risultati più pertinenti con i propri interessi e con quelli dei propri amici e conoscenti nelle cerchie del social network.

Google+ è presente in buona parte dei prodotti e dei portali gestiti da Google, da Gmail a YouTube, e non è quindi semplice stabilire con esattezza per quanto tempo sia usato al giorno dagli utenti. La società ha probabilmente ragione sui dati in difetto di comScore, ma ci sono comunque altri elementi che suggeriscono uno scarso successo del social network. Un buon metro di paragone è l’uso dei videogiochi sulla piattaforma. La scorsa estate il principale produttore di giochi per social network, Zynga, ha iniziato a offrire alcuni titoli di successo come Cityville e Zynga Poker anche su Google+. I due videogiochi raccolgono rispettivamente 46,8 milioni e 33,2 milioni di giocatori ogni mese su Facebook, mentre su Google+ hanno una quantità di utenti decisamente inferiore. Zynga non ha comunicato numeri precisi ma ha confermato al Wall Street Journal che si tratta di cifre molto basse dovute a una crescita ancora deludente di utenti.

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Un altro indicatore di come vanno le cose per Google+ è dato dall’andamento delle pagine, i profili che possono creare le aziende per promuovere le loro attività e i loro prodotti sul social network, come avviene da tempo per Google. Il produttore di processori Intel è stata una delle prime società a sperimentare le pagine di Google+. Ha oltre 370mila iscritti alla propria pagina sul social network, che ricevono regolarmente aggiornamenti e altri contenuti. I responsabili della comunicazione di Intel spiegano che fino a ora i riscontri avuti su Google+ sono stati al di sotto delle aspettative della società. Per ogni post pubblicato, Intel riceve decine di commenti su Google+, mentre su Facebook ne riceve migliaia anche grazie al fatto di avere quasi sette milioni di iscritti ai suoi aggiornamenti. Il social network di Google non riesce ancora a reggere il confronto e questo fa sì che molte società lo trascurino, concentrando i loro sforzi comunicativi sulla concorrenza.

Secondo numerosi analisti, un altro serio problema di Google+ è stato fino a ora l’incapacità di coinvolgere attivamente gli utenti, nonostante le enormi risorse di cui dispone Google. La società ha organizzato negli Stati Uniti diverse campagne pubblicitarie tradizionali, in televisione, per far conoscere il proprio social network e ha incentivato l’attivazione dei profili anche attraverso il suo motore di ricerca, utilizzato da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo ogni giorno. Questi sforzi non hanno convinto e motivato fino in fondo gli utenti, cosa che paradossalmente è riuscita meglio a realtà più piccole che hanno fatto leva sull’esperienza d’uso e il passaparola come Pinterest.

Google confida di cambiare le cose in futuro anche grazie all’accesso al proprio social network da smartphone, integrandone diverse funzioni all’interno di Android, il suo sistema operativo per dispositivi mobili. Ogni giorno vengono attivati 850mila nuovi dispositivi Android e si stima che in tutto il mondo ci siano 300 milioni di smartphone e tablet che usano il sistema operativo di Google. I dati sui dispositivi possono essere sincronizzati con un account di Google, che a sua volta serve per attivare e gestire il proprio profilo personale su Google+. Diverse applicazioni consentono di condividere foto, testi, video e la propria posizione su Google+ attraverso Android, e permettono anche di mandare messaggi diretti e avviare chat e videochat. Una migliore integrazione di questi servizi e la progressiva diffusione del tasto +1, con funzioni del tutto simili al “Mi piace” di Facebook, potrebbero far aumentare sensibilmente il numero di accessi e il tempo trascorso su Google+ nel lungo periodo, dando qualche opportunità in più al social network rispetto alla concorrenza.